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Lewis Hamilton sarà un pilota della Mercedes fino al 2025: l’annuncio è arrivato poco prima che il sette volte campione del mondo si presentasse in conferenza stampa a Monza, venendo naturalmente subissato di domande sulla decisione di continuare a correre oltre i 40 anni, che compirà nel gennaio del 2025. "Non mi sarei mai aspettato di correre ancora in F1 all’età che ho ora, avendo la forma fisica e quella mentale di cui godo oggi. Sono molto grato di questo”, ha osservato Hamilton.
“Amo ancora guidare, salire in monoposto, competere con i miei rivali e lavorare con Bono e gli altri ragazzi del team verso un obiettivo comune. Con Bono formo la coppia ingegnere-pilota più longeva di sempre, è una cosa incredibile”. E sono proprio la passione e i legami creati internamente alla Mercedes i motivi per cui Hamilton non appenderà il casco al chiodo almeno fino alla metà di questo decennio.
A indirizzarlo nella parte “matura” della sua carriera non è un collega dello schieramento di F1, ma una stella dello sport americano. “Mi sono ispirato ad atleti come Tom Brady: è lui il vero modello da seguire per noi, anche in termini di preparazione”. Anche un vecchio rivale del Circus, però, è un punto di riferimento più che confortante. “È fantastico vedere ancora Fernando in F1. Corre da molto prima di me, anche se ha avuto una pausa, e sta svolgendo un lavoro straordinario. È la dimostrazione che il talento non ti abbandona mai, se hai la passione e la voglia di impegnarsi”.
E la voglia di impegnarsi con un costruttore cui Hamilton è legato da quando aveva appena 13 anni deriva non solo dall’importanza di una storia così lunga, ma anche da alcune “questioni in sospeso”. “Abbiamo ancora molto lavoro da fare per tornare davanti, ma non vorrei essere da nessun’altra parte”. Il travagliato 2022 vissuto dalla Mercedes, però, non è stato affatto una passeggiata, come sottolinea Hamilton.
“Dopo un anno difficile come quello passato – ha riflettuto - credo che chiunque all’interno del team si sia posto domande sul proprio futuro. Questo è uno sport duro, ma poi i dubbi spariscono e si focalizza la propria energia per migliorare la situazione, come abbiamo fatto nel 2022. Ora siamo secondi nel mondiale costruttori, una posizione da non sottovalutare, e abbiamo colmato il gap rispetto a chi ci stava davanti”.
Ma il futuro cosa riserverà ad Hamilton e alla Mercedes? “Stabilire l’obiettivo per il 2024 e il 2025 è semplice, meno lo è raggiungerlo. Credo che ogni scuderia e ogni pilota lavorino al massimo per migliorare il pacchetto e le operazioni. Non è semplice farlo per un grande team, ci vuole grande costanza. E lo stesso vale per chi guida. Anche se corro in F1 da anni, ogni weekend so di poter migliorare. È quello che amo di questo sport, inseguire la perfezione”.
“Vogliamo vincere altri mondiali, ritornare al top. Siamo il team di maggior successo della storia di questo sport. Dobbiamo tornare dove dovremmo essere”. Per farlo, la Mercedes si sta muovendo silenziosamente, con un “lavoro dietro le quinte, con James Allison e l’intero gruppo, anche in fabbrica. Stiamo collaborando come mai prima d’ora”. Tutto per tornare alla ribalta, ma non per rivalersi dei torti subiti a fine 2021.
A chi gli chiedeva il ruolo degli accadimenti di Abu Dhabi 2021 nella sua determinazione, Hamilton ha risposto: “Non sono una persona vendicativa. Non voglio rifarmi di quello che è successo. Non posso controllare il passato, posso solo migliorare in ottica futura. Sono davvero convinto che possiamo vincere di nuovo il titolo”. Basterebbe questo, dopotutto, a ripagare il conto della giornata più buia della carriera di Hamilton in F1.
Ma quando ha siglato il contratto Hamilton? “Abbiamo concluso le trattative lo scorso fine settimana, e la firma è arrivata pochi giorni fa”, ha precisato Hamilton. “Non penso che ci metteremo altri quattro anni prima di tornare a vincere, ma so che ci vuole del tempo e spero che le decisioni che stiamo prendendo ora ci porteranno in quella posizione. Nel profondo del mio cuore, sono convinto che se non sarà il prossimo anno, sarà il successivo”. Basta questo per spingerlo a continuare oltre quei 40 anni che una volta aveva definito una soglia invalicabile.