F1 e ricorrenze: tragico maggio

F1 e ricorrenze: tragico maggio
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Il mese di maggio per la F1 è quello del ricordo di incidenti mortali, tristi eventi che anno chiuso la carriera ma al contempo consacrato il mito di campioni come Ayrton Senna e Gilles Villeneuve
8 maggio 2016

Per la religione cristiana maggio è il mese dedicato alla Madonna, per molti abitanti del nostro emisfero semplicemente un mese di feeling positivo per umore e fisico, durante il ripetitivo ciclo delle stagioni: periodo in cui incrementano le ore di luce quotidiana, fiorisce la natura e magari sboccia anche qualche amore.

Per gli appassionati over40 di F1 invece, o comunque per coloro i quali possano ricordare con viva memoria almeno gli anni Ottanta del Circus iridato, è un mese di ricordi tra i più popolarmente tristi.

Solo una settimana fa ci si ricordava infatti di Ayrton Senna, per la ricorrenza della sua tragica morte in gara a Imola, durante il GP San Marino 1994 che stava conducendo, in prima posizione su quella Williams Renault FW16 che tanto volle guidare per essere nuovamente vincente. Aveva 34 anni e una carriera sportiva già matura, piena di successi, difficilmente eguagliabile non solo per i piazzamenti e i record nelle classifiche, ma per come li otteneva.

Oggi, otto maggio, ricorre un altro triste anniversario per la F1 e i suoi piloti, una morte di quelle piante altrettanto copiosamente: Gilles Villeneuve perì infatti in questa data nel 1982, dopo il tremendo incidente che durante le prove di un Gran Premio a Zolder lo vide catapultato fuori dall’abitacolo della sua Ferrari 126 C2. Aveva 32 anni e una relativamente breve ma intensa carriera in F1, con sei vittorie e una passione sempre accesa verso di lui da parte dei fans di tutto il mondo. Qualcuno definì febbre quel calore che accendeva nella tifoseria il papà di Jacques, a sua volta pilota in F1 e le frasi che lo descrivevano allora, Gilles, sono sempre forti da leggere anche oggi.

C'è poi la data del 15 maggio, nota agli amanti italiani della F1 che conoscevano Elio De Angelis. Quel giorno, nel 1986, il pilota romano capace di vincere con la Lotus di Chapman morì in Francia, per un incidente durante dei test al velocissimo Paul Ricard: la sua Brabham motorizzata BMW detta “sogliola” ebbe un problema tecnico.

Andando ancor più indietro nel tempo ve ne sono di altri, piloti periti questo mese e molto cari alla tifoseria italiana magari over50, come Lorenzo Bandini (maggio 1967).

Passano i decenni e forse alla lunga potrà diminuire la popolarità rispetto a chi non li abbia visti correre, ma non viene scalfito il mito, soprattutto perché costruito sui rispettivi valori umani prima che tecnici, o di altro che possa oggi influire su popolarità e risultati di un pilota moderno.

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