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Domenica 13 marzo 2016: una sola settimana al via del nuovo Mondiale F1, condito come norma d’incertezze e dubbi da sciogliere per il circus dell’immediato presente, dubbi sia sportivi sia tecnici, in qualche caso anche politici. Ma tralasciando l’arrivo di Melbourne con la stagione da record, in lunghezza, che ne seguirà e pensando invece al passato? La data odierna vede disputati alcuni GP che molti possono ricordare magari seguiti in diretta, altri invece no, poiché occorre andare un po’ troppo indietro nel tempo. Il primo GP F1 di apertura stagione corso con medesima data, ripercorrendo la cronologia, è quello del Brasile, ad apertura del campionato 1983.
Nel decennio ricordato televisivamente in Italia per il coinvolgente Drive-in della domenica sera, quello calcisticamente fantastico con la nazionale italiana che vinse i mondiali spagnoli 1982, c'era interesse vivo anche per i motori, due e quattro ruote che fossero. I Gran Premi di F1 si vedevano sempre in chiaro e liberamente per tutti in Italia e proprio incollati alla TV, gli appassionati non si annoiavano non solo per il rischio elevato, di quella F1 con l'introduzione di rifornimenti in gara e la moltitudine di guasti meccanici sempre dietro l’angolo (spesso gestiti fino al traguardo) che occorrevano alle monoposto. Era quello anche un periodo dove sotto i caschi c’erano uomini trasparenti e pieni di pecche o fantasie liberamente percepite dal pubblico, che li poteva giudicare molto più approfonditamente rispetto a oggi. I distacchi a fine gara erano talvolta pesanti invero, ma in Italia la passione non mancava anche per diretto interesse, maggiore di oggi perché il tricolore potenzialmente poteva sventolare ogni tanto sul podio della F1, grazie a un numero variabile di connazionali iscritti a quello che si usava chiamare Campionato mondiale conduttori.
Non solo piloti tricolori però, dove possiamo citare molti nomi tra cui Patrese, Baldi, Alboreto, de Angelis, Giacomelli, Fabi, Ghinzani e de Cesaris. In quell’anno al via del Mondiale F1 erano presenti anche le due Alfa Romeo 183T dotate di motore sovralimentato: già, l’Alfa in F1 insieme e contro alla Ferrari, argomento di cui si parla anche oggi, in possibile e fascinosa ottica futura, pur se non sarà certo made in Milano o Arese.
In qualifica, al Jacarepaguà di Rio, con le monoposto prive di minigonne come da nuovo regolamento, il futuro papà di Nico Roberg (che sarebbe nato un paio di anni a seguire) Keke, ottenne la pole sulla Williams motorizzata Ford, davanti a due francesi: Prost su Renault e Tambay su Ferrari, ma a vincere in casa con relativo bagno di folla quel 13 marzo di trentatré anni orsono fu Nelson Piquet, sulla Brabham BT52 con motore quattro cilindri BMW. Era l’ottava vittoria della lunghissima carriera dell'allora giovane pilota brasiliano, cui sarebbe poi in seguito persino stato intitolato il circuito nei pressi di Rio.
Trionfo ancor oggi memorabile per i suoi fans e connazionali tutti, solo l’inizio di quel periodo d’oro ultra decennale per la bandiera verde e gialla, che avrebbe visto Piquet campione a fine anno e a seguire il culmine con l’ascesa iridata di Ayrton Senna. Fu quella anche la prima vittoria ottenuta con l’allora ben pericoloso rifornimento in gara. Rosberg arrivò secondo al traguardo, davanti a Niki Lauda su McLaren, ma fu poi squalificato (senza rimpiazzo del secondo gradino sul podio...) per una manovra scorretta ai box proprio durante il rifornimento, in cui venne spinto.
In un 13 marzo molto più recente, quello del 2015, è avvenuto invece il debutto nei Gran Premi di Sebastian Vettel quale pilota della Ferrari F1: al GP Australia dello scorso anno il campione tedesco si è fatto subito apprezzare, sia umanamente sia al volante, chiudendo al quarto posto, già davanti al compagno di squadra tanto in qualifica quanto sotto la bandiera a scacchi.