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Non solo una visita di cortesia. Non sarà sfuggito ai più che lo sbandieratore d’eccezione alla prima gara di MotoGP a Portimao fosse Stefano Domenicali, presidente e CEO di Liberty Media. Cosa ci facesse il numero 1 del mondiale F.1 in Portogallo è la domanda che si sono posti in tanti, ma pochi hanno capito che c’era ben altro oltre alla passione per i motori e il ritrovare vecchi amici come Massimo Rivola di Aprilia o Claudio Domenicali di Ducati. La presenza di Stefano in pista ospite del presidente Dorna, Carmelo Ezpeleta, aveva anche un altro aspetto. Segnatevi questa data: 2026, è l’anno in cui la F.1 introdurrà i nuovi regolamenti tecnici, con l’arrivo di Audi come costruttore. Sarà un anno di svolta per il circus iridato, ma nel 2026 scade anche il contratto di gestione della MotoGP da parte della Dorna che lo aveva siglato nel 1992 e rinnovato nel 1999.
La questione merita di essere seguita con attenzione, perché nel 1998 la Dorna era partecipata al 75 per cento dal fondo CVC, che deteneva anche i diritti F.1 che all’epoca erano di Bernie Ecclestone. In pratica il proprietario di F.1 e MotoGP era la stessa persona, anche se nella gestione pratica gli spagnoli hanno sempre avuto mano libera. Nel 2005 ci fu il primo tentativo di unificare le due categorie sotto la stessa mano e quando nel 2016 CVC cedette a Liberty Media per 8 miliardi di dollari il controllo della F.1, la quota MotoGP era già stata ceduta al fondo Bridgepoint nel 2006 a sua volta rilevata nel 2013 dal fondo di Investimento Pensionistico del Canada che rilevò il 39 per cento. Non è un segreto che la MotoGP stia vivendo una crisi di identità per la mancanza di personaggi di spicco come Valentino Rossi e col ritiro di Suzuki e le difficoltà di Honda, il terreno è in pratica in mano ai marchi italiani come Ducati e Aprilia.
Ma il ritorno di immagine e media è nettamente inferiore al passato, come hanno dimostrato anche le tribune semideserte di Portimao. La MotoGP come evento ristretto a Italia, Spagna e Francia, troppo poco per una serie che vorrebbe un respiro internazionale e che quest’anno, con la maggior apertura dei mercati asiatici, conta e spera di rivedere i bilanci in ordine dopo la grande crisi del 2020 e 2021 dovute al Covid e in cui la F.1 ha saputo fare meglio della MotoGP. Ed ecco che la presenza di Stefano Domenicali, ospite per un giorno ma attento osservatore di ciò che accade (senza dimenticare la sua visione per il futuro della F.1) e la scadenza del 2026, aprono uno scenario inedito che in passato era stato solo sfiorato: MotoGP e F.1 sotto la stessa gestione con un solo “padrone”. Sarà questo il futuro degli sport di vertice del mondo dei motori?