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La conclusione del Gran Premio d’Italia a Monza in regime di Safety Car ha destato parecchio scalpore, soprattutto da parte degli spettatori accorsi al tempio della velocità brianzolo. Ma è davvero così raro che una corsa di Formula 1 finisca con una neutralizzazione? Dal 1999 a oggi sono dieci le gare terminate in questa maniera. La prima nella storia fu il GP del Canada di 23 anni fa. Una corsa ricordata soprattutto per aver dato vita alla leggenda del muro dei campioni, che quell’anno mieté vittime illustri.
Damon Hill, Michael Schumacher e Jacques Villeneuve finirono a muro all’iconica curva 13, ma fu la collisione di Heinz-Harald Frentzen in curva 3 a causare la quarta Safety Car di quella gara, destinata a perdurare fino al termine della corsa, vinta da Mika Hakkinen. Per trovare un altro GP terminato in regime di Safety Car bisogna effettuare un salto temporale di ben dieci anni, passando alla prima corsa del 2009, il GP d’Australia, concluso con una doppietta della Brawn GP, il preludio della favola della Cenerentola di quel mondiale.A scatenare l’ingresso in pista della Safety Car fu l’incidente tra Sebastian Vettel e Robert Kubica, a due giri dal termine.
Sempre nel 2009, ma a Monza, Lewis Hamilton andò a muro nell’ultimo giro mentre si trovava in terza posizione, causando un regime di Safety Car. Rubens Barrichello quel giorno colse la sua ultima vittoria in carriera nonché l'ultima della Brawn GP. A Monaco, nel 2010, fu un incidente tra Jarno Trulli e Karun Chandhok a causare l’ingresso in pista della Safety Car. In quell’occasione ci furono polemiche dovute al sorpasso di Michael Schumacher su Fernando Alonso alla fine dell’ultimo giro, appena dopo il rientro ai box della Safety Car. Al tedesco fu comminata una penalità di 20 secondi per aver effettuato la manovra prima della linea di demarcazione oltre la quale sopravanzare era consentito.
Il Gran Premio del Brasile 2012 di Formula 1 è sicuramente stampato nella mente dei tifosi della Ferrari. Le speranze mondiali di Fernando Alonso si infransero al momento dello schianto di Paul di Resta a due giri dal termine della corsa. Il sesto posto conseguito da Sebastian Vettel fu sufficiente a garantirgli il terzo titolo mondiale. Ebbe invece grande tempismo Daniel Ricciardo nel GP del Canada 2014. Strappò a Nico Rosberg la testa della corsa poco più di un giro prima che Sergio Perez e Felipe Massa si toccassero in curva 1, causando l’ingresso della Safety Car nel corso dell’ultima tornata.
L’anno successivo, a Shanghai, la monoposto di Max Verstappen lo abbandonò sul rettilineo di partenza a due giri dal termine della gara. Accodatosi alle spalle della Safety Car, Lewis Hamilton andò a vincere il GP, davanti al suo compagno di squadra, Rosberg. Le ultime due occasioni prima di Monza 2022 in cui la Safety Car è entrata in gioco a fine corse sono occorse entrambe in Bahrain. Nel 2019, le due Renault di Nico Hulkenberg e Daniel Ricciardo si ritirarono a quattro giri dal termine per problemi tecnici, causando l’ingresso della Safety Car. A vincere, anche in questo caso, fu Hamilton. Così come nel 2020, quando la Safety Car entrò in pista a tre giri dal termine, per via del motore della Racing Point di Sergio Perez, ammutolitosi in una nube di fumo e fiamme.
Il caso di Monza, insomma, non è unico, ma solo raro. Indubbiamente a pesare sul giudizio del pubblico riguardo a quanto successo nel GP d’Italia è stata la posizione dei due piloti della Ferrari, Charles Leclerc e Carlos Sainz, che avrebbero avuto una chance in più a fine gara. Ma la Safety Car non è uno strumento per smorzare lo spettacolo, bensì un’alleata per garantire la sicurezza in pista. Si può discutere sulle lungaggini nella decisione di chiamarla in causa a Monza, ma non sulla procedura, applicata rispettando il regolamento sportivo. Eventuali cambiamenti possono essere apportati solo con l’approvazione dei team, e le scuderie, dopo Abu Dhabi 2021, non sono giunte a un accordo. Resta da capire se questa nuova polemica porterà a cambiamenti.