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Monza, dopo l’edizione trionfale del 2024, si pensa al futuro e le trattative per il rinnovo fino al 2030 stanno proseguendo. Il calendario mondiale, però, prevede un sacrificio per le corse europee e l’Italia, con Imola, ne ha due addirittura. Ma nonostante ci sia il ritorno della Germania in discussione (Audi ci terrebbe e a Mercedes non dispiacerebbe…) la Spagna con Madrid e forse il bis a Barcellona, rischiano di togliere speranze alle corse italiane. Secondo quanto appreso, il rinnovo si basa su un contratto di 35 milioni all’anno e per avere le due gare italiane, qualcuno dovrebbe sborsarne 70 per 5 anni per un totale di 350 milioni.
Un po’ tanti, per cui al momento le priorità riguardano Monza: “Dobbiamo concludere un rinnovo che possa giustificare gli investimenti in atto e programmati – dice Angelo Sticchi Damiani, presidente ACI – noi come federazione abbiamo fatto un grosso sacrificio economico, supportati dalla Regione Lombardia, ma è chiaro che oltre un certo punto non possiamo andare. Adesso per noi la priorità è Monza e il suo rinnovo, ci sono delle cose burocratiche da risolvere. Poi, in base anche a cosa accadrà nel calendario internazionale, con Madrid, Germania, forse Francia, che vogliono un posto, si dovrà capire quante corse restano in Europa anche se la tendenza è molto chiara, con organizzatori di diversi paesi (Marocco, Ruanda, Corea del Sud, Vietnam e Thailandia i candidati, ndr). Per Imola il discorso è diverso, prima sistemiamo Monza e poi ci dedicheremo a un impianto che merita un posto nel calendario, ma non parliamo di cifre, quelle non le so ancora. Dobbiamo prima capire come si evolve la situazione con Liberty Media e la nostra priorità è Monza”.
Un autodromo che sta vivendo una nuova vita, con strutture che so stanno modificando ma che ha il grosso problema di essere diviso in vari enti. Oltre alla proprietà dei comuni di Monza e Milano, c’è il nodo del consorzio parco del Lambro e degli accordi di convenzione, in scadenza 2028, non ancora rinnovati. Infatti, è impensabile che si firmi un contratto fino al 2030 se la convenzione scade prima, sarebbe come affittare una casa che è di proprietà altrui…Questo uno dei nodi da sciogliere. Imola, dal canto suo, è fiduciosa intanto di recuperare nel 2026 la gara saltata per l’alluvione del 2023 e quindi ammortizzare in due anni alcuni investimenti fatti e altri già programmati. Poi tutto lo staff, dalla regione al comune, fino alla proprietà dell’impianto, stanno operando in maniera congiunta ed efficace per consentire la permanenza della gara sul Santerno. Se le cifre sono quelle dette, 35 milioni a gara, ovvero 70 per le due italiane, si dovrà trovare il giusto compromesso per attingere ai soldi necessari.