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Le qualifiche a Monaco sono una gara nella gara, forse più importanti della gara stessa e vincerle, ovvero segnare la pole position, rappresenta il culmine della prestazione velocistica. In questo Charles Leclerc con la sua Ferrari è stato magnifico interprete fra le curve e i tornanti del tracciato, dimostrando padronanza, sicurezza e visione. Insomma, un capolavoro di stile che domenica dovrà trovare finalmente conclusione: perché la pole n.13 della Ferrari nel Principato, e la n.3 di Leclerc su questa pista, finora non si è concretizzata come avrebbe dovuto. E quindi dita incrociate e fiato sospeso.
La Ferrari e il suo stato di forma è stato altresì confermato dal terzo posto di Carlos Sainz, che ha incontrato alcuni problemi durante le prove, visto che qui lo spagnolo è sempre stato veloce e concreto. Ma i 248 millesimi di distacco da Leclerc, in stato di grazia, fa capire come la rossa c’è al contrario della Red Bull visto che Verstappen ha segnato il sesto tempo e per giunta ha pure toccato il rail, rovinando il secondo giro utile in qualifica. La sorpresa negativa è senza dubbio la Red Bull, con Perez fuori dai primi 10 e per giunta il messicano a Monaco ci aveva anche vinto, quindi escluso che non sappia guidare… e così, alla fine, saltano fuori le due McLaren col giovane Oscar Piastri che parte in prima fila a fianco di Leclerc e Norris in seconda a fianco di Sainz con la Mercedes di Russell ad appena un millesimo relegata in terza fila a fianco di Verstappen. Ergo, dalle qualifiche di Monaco emerge che i primi dieci piloti sono racchiusi nello spazio di un secondo, con Gasly decimo a un soffio da Albon e Tsunoda.
Su una pista normale significa lotte al cardiopalma, a Monaco tutto si deciderà alla partenza e se i distacchi saranno minimi, occhio ai pit stop e alle strategie che potrebbero determinare il risultato. In quanto a sorpassi, con un tracciato stretto e con pochi punti di superamento, c’è da aspettarsi la solita processione dopo il via: tutti in fila in attesa dell’errore di quello davanti. Ecco perché la qualifica ha rappresentato, una volta tanto, uno spettacolo e un duello unico nel panorama mondiale dei vari GP. In quanto ai motivi che hanno determinato il risultato, McLaren sembra più incisiva sul passo gara, Ferrari più reattiva in qualifica. Il mistero riguarda invece Red Bull: sono tre gare che ha lo stesso problema, ovvero sottosterzo, la macchina scivola con le ruote anteriori (tanto che Verstappen è andato pure a toccare il rail), ovvero mancanza di carico aerodinamico sull’anteriore, forse un bilanciamento sbagliato o uno obbligato per ottenere il meglio possibile.
Sembra la fotocopia di Singapore 2023 con la differenza che l’anno scorso fu una gara sola, stavolta sta succedendo troppo spesso e solo la bravura di Verstappen ci mette una pezza, nascondendo quelli che sono i limiti della RB20. Illazioni, supposizioni e una certezza: SuperMax parte sesto e a Monaco non è il modo migliore per ipotecare il risultato. Adesso, dita incrociate e la speranza che nei box della Ferrari abbiano ripassato il 2022, quando Leclerc da primo finì quarto, vanificando un successo che sembrava impossibile perdere.