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Il ladro? E' sempre l'altro. La regola vale in F.1 come in altri sport, anche se al famoso detto chi è senza peccato, scagli la prima pietra, qui le mani le terrebbero tutti in tasca. Il caso Red Bull, accusata da un team rivale (leggi McLaren, tanto per non girarci attorno) di agire in regime di parco chiuso variando l'altezza da terra è l'ultima puntata di una serie di news mordi e fuggi in cui i siti alla ricerca dell'acchiappo facile, ci si fiondano a capofitto. Non che la cosa sia del tutto inventata, sia chiaro. Cambia invece completamente lo scenario in cui viene proposta e diffusa. Ma si sa, se viene beccato con le mani nella marmellata il team amico (vedi Ferrari-motori nel 2019) è accanimento terapeutico contro l'unica squadra al di sopra di ogni sospetto.
Se invece tocca alla Red Bull, ma prima ancora alla Mercedes, i tifosi di pancia dicono subito che sono ladri, che hanno rubato e invocano le più severe penalizzazioni, compreso il taglio della mano del progettista che ha inventato qualcosa e che, guarda caso, sarebbe da santificare se viene nella squadra del cuore. Niente di tutto ciò. “Ne sentirete mille di accuse da qui alla fine della stagione – apprendiamo da nostre informazioni in ambito federale e che non sveleremo nemmeno sotto tortura – sono solamente team che si tirano addosso mer... a vicenda. Niente di vero, solo che ci tengono a rendere pubbliche queste accuse. Infatti non sono venuti in federazione con carta e penna a fare presente la cosa. Lo hanno detto all'amico giornalista che ci ha sguazzato dentro. Nessuno lo ha mai fatto e nessuno mai lo farà perché noi controlliamo tutto, anche gli assetti, state tranquilli. Tutte le macchine sono sotto le telecamere della FIA, che si trovano nei garage e sono monitorate 24 ore su 24. Se volessimo, potremmo tornare indietro a qualsiasi momento per rivedere ciò che ci interessa. Non stiamo parlando di una soffiata, perché altrimenti ci sarebbe delle prove che ciò è seriamente avvenuto. Ripeto, sono solamente accuse tra team che si contendono il mondiale”.
Quindi, volendo fare un passo indietro, la Red Bull avrebbe un sistema che varia l'altezza da terra del T-Tray, la paratia verticale ancorata al fondo piatto. Hanno un sistema per cui in qualifica vanno bassi e in gara cambiano l'altezza e lo fanno durante il parco chiuso. Bene, peccato che per accedere al sistema si debba smontare l'accesso alla pedaliera, regolare il tutto da dentro. Cosa che in parco chiuso, con le macchine monitorate, è impossibile visto che se ne sarebbero accorti tutti. Lo fanno prima della gara? Ovvero quando il parco chiuso è finito, ma variare le altezze con un clic lo fanno tutti, nessuno escluso. Avete mai visto che in qualifica qualcuno fa scintille a profusione e in gara manco l'ombra? Se strisciano a serbatoio vuoto perché in gara, con il pieno non lo fanno? Bravi, vi siete risposti. Però nel mondiale usa e getta in cui basta poco per fomentare gli animi, anche questa storia, anzi "una non storia" come l'ha definita Nick Tombazis, responsabile F.1 della FIA, ha alimentato polemiche, sospetti, accuse, senza cavarci niente. E siamo sicuri, da quello che sappiamo, che prima di Abu Dhabi salterà fuori altro, appena qualcuno comincerà a vincere ancora. E su cosa direte voi? Software, è la parola magica. La FIA li sta monitorando da tempo, per ora li tengono sotto controllo ma... ecco, appunto: ma alla prima occasione se ne riparlerà.