F1. Davvero la Red Bull è la terza o quarta forza in pista, come dice Fernando Alonso esaltando Max Verstappen?

F1. Davvero la Red Bull è la terza o quarta forza in pista, come dice Fernando Alonso esaltando Max Verstappen?
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Secondo Fernando Alonso, Max Verstappen sta facendo la differenza con una Red Bull terza o quarta forza nel mondiale 2025 di Formula 1. Ma è davvero così?
7 aprile 2025

“Max mi ricorda me nel 2012. Sta tenendo vivo il campionato con la terza o quarta miglior macchina”: così Fernando Alonso, ai microfoni di Sky Sports F1, ha elogiato Verstappen per la sua condotta nel weekend di gara del Gran Premio del Giappone 2025 di Formula 1. Lodando, ovviamente, pure sé stesso, come è inevitabile che sia per un pilota votato al culto della propria persona. La stagione 2012 di Alonso, a ben vedere, fu sensazionale. E lo spagnolo arrivò davvero vicino ad aggiudicarsi il titolo con una macchina inferiore all’avversaria principale, la Red Bull. Ma tornando ai giorni nostri, Verstappen ha davvero a disposizione una macchina così inferiore?

 

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Che la Red Bull sia la terza o la quarta forza del campionato o meno dipende, evidentemente, anche e soprattutto da chi la guida. In Giappone Verstappen ha vinto, mentre Yuki Tsunoda, al debutto in Red Bull, non è andato oltre la dodicesima posizione. Un risultato non disastroso come quelli colti dal meno esperto Liam Lawson, ma certamente non esaltante. Ripercorrendo l’andamento del weekend di Suzuka, si capisce come la forbice prestazionale si sia aperta sempre di più a mano a mano che Verstappen si avvicinava all’elusivo picco di performance della Red Bull RB21. 

Per capire l’effettiva competitività della RB21 bisogna fare un distinguo tra le potenzialità della monoposto e le sue prestazioni nel concreto. Nata per esaltarsi nelle mani di Verstappen, il cui peculiare stile di guida è nel contempo estremamente efficace, ma non replicabile da chi lo affianca, la RB21 ha un picco di performance potenziale molto elevato, ma non è una monoposto accessibile, vista la finestra di utilizzo ideale piuttosto limitata. Sul giro secco Verstappen sfruttando alla perfezione le gomme riesce a trasformare le limitazioni della macchina in paradossali punti di forza.

È la commistione tra una vettura capricciosa e un pilota che la sa prendere per il verso giusto a proiettare la Red Bull RB21 davanti a Mercedes e Ferrari, ma non alla McLaren. Pure con Verstappen alla guida a Suzuka, in termini di passo gara la scuderia di Woking aveva qualcosa in più, ma forse non abbastanza per tentare l’assalto a Max. Il vantaggio di posizione in pista, già rilevantissimo di per sé nella F1 di oggi, lo diventa ancora di più su piste come Suzuka, su cui sorpassare è un compito arduo.

Viene da chiedersi se quella di oggi non sia una Formula qualifica, visto che l’attuale regolamento tecnico non ha assolutamente risolto i problemi legati al viaggiare nell’aria sporca di chi si insegue, alla faccia dei proclami della vigilia. Tallonare un rivale per molti giri implica un disturbo all’aerodinamica che si traduce in un consumo maggiore delle gomme. Tanto vale, allora, allontanarsi e aspettare un momento più propizio. Ma quando, come a Suzuka, il degrado degli pneumatici è ridotto, le strategie si appiattiscono, e le occasioni per risalire la china diminuiscono.

È in questo contesto che Verstappen ha di fatto vinto la gara al sabato, cogliendo una pole position preziosissima su un tracciato tecnico e affascinante, che premia il talento e il coraggio dei piloti. E che Max sia il miglior interprete della F1 di oggi non ci sono dubbi. Con lui alla guida, la Red Bull a Suzuka è stata la seconda forza. Senza di lui, sarebbe stata probabilmente la quarta. Si esalta in un ruolo che non giocava da tempo, Max. Non è inseguito, ma inseguitore in condizioni di inferiorità tecnica. E la sua sensibilità nell’accogliere la reattività della RB21 lo rende il potenziale ousider del campionato, proprio come lo fu Alonso nel 2012. 

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