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Il primo luglio ha compiuto 28 anni e Daniel Ricciardo ha guardato in quel cassetto dove aveva messo i suoi sogni da adolescente. Correre in macchina, arrivare in F.1, vincere un gran premio, magari diventare campione del mondo e guidare una Ferrari. Il sogno supremo che supera tutti gli altri. Oggi, guardando in quel cassetto, il vincitore dell'ultimo GP di Baku vede che molti sogni sono realizzati, arrivare in F.1 e vincere almeno una gara. Ne mancano un paio: guidare una rossa e magari vincere il mondiale.
Fra lui e la Ferrari, un amore a distanza, discreto, poco appariscente ma reale: "Eh sì, vediamo un giorno se accadrà, ma ho realizzato tanti sogni, chissà magari si realizza anche questo" dice allargando il volto in un sorriso a 32 denti che gli è valso il soprannome di "Durbans" come il dentifricio che rende il sorriso splendente. "Ma sono in Red Bull, ho firmato un contratto a lungo termine, quindi non penso accadrà molto presto" ci tiene a rimettere le cose a posto.
Il vincitore dell'ultimo GP di Baku vede che molti sogni sono realizzati, arrivare in F.1 e vincere almeno una gara. Ne mancano un paio: guidare una rossa e magari vincere il mondiale
Ma perché impegnarsi con Red Bull per un periodo così lungo, fino al 2019? "Beh, naturalmente mi sono guardato in giro, ho visto cosa facevano gli altri, restare in Red Bull era la scelta migliore per me". E con questo chiude le porte a tutte le speranze di vederlo in rosso a breve. A dire il vero un tentativo c'era stato (e anche forte) un anno fa, le discussioni fra il suo management e la Ferrari erano state avviate, poi non se ne è fatto nulla: "Ricciardo non ci interessa" avrebbe detto Maurizio Arrivabene, responsabile della rossa, per chiudere una discussione che in molti avrebbero voluto concretizzare.
In fondo, Vettel stava facendo il suo dovere, in Red Bull con Ricciardo al fianco non è che fosse andata bene e potendo scegliere, Sebastian aveva espresso parere negativo all'arrivo di Daniel a Maranello: "Ho sentito dire, ma non so, vediamo cosa succederà in futuro" taglia corto Ricciardo. Certo è che alla Red Bull sta vivendo momenti difficili, a parte la gara di Baku: "E' stata una corsa folle, incredibile, ne sono successe di tutti i colori, inutile dire che sono stato felice ma non siamo ancora competitivi da poter lottare per vincere in tutte le gare.
In Spagna hanno debuttato le modifiche alla macchina, ma siamo ancora lontani da Ferrari e Mercedes anche se ci stiamo impegnando e la stagione sarà combattuta". Di vincere il mondiale, non se ne parla. E poi c'è quel Max Verstappen, un pilota veloce che lo mette in crisi con prestazioni davvero incredibili: "E' vero, Max è molto veloce, uno che sorprende per come va. Per me è una bella sfida - ha detto Ricciardo in Spagna dopo le qualifiche - ma è anche vero che questa sfida mi spinge a dare di più. Devo cercare quel qualcosa in più dentro di me, trovare la forza per andare oltre i miei limiti attuali, dare tutto me stesso e studiare come fare ad essere più veloce. Diciamo che per me è uno stimolo ulteriore, ma la risposta è dentro di me e in quello che saprò tirare fuori".
Una analisi onesta, ammette le doti del compagno rivale, non ne fa un dramma ma confida nel karma e in se stesso, cosa che gli ha sempre permesso di superare gli ostacoli, come quando lasciò l'Australia per diventare pilota professionista e si trasferì in Italia, a Vidigulfo, provincia di Pavia, proprio vicino alla pista di Quattroruote: "Eh sì, vero, correvo in F.Renault con i ragazzi del team RP Motorsport, ci trovavamo al bar a leggere il giornale e parlare di corse. Ero sempre in officina, poche ragazze e distrazioni a dire il vero, non mi filava nessuno, si vede che non ero carino abbastanza per loro". Oggi invece altra storia, la sua fidanzata storica Jenna Boscovich, con la quale c'era stata anche una breve separazione l'anno scorso, lo tiene a stretto controllo.
E quel sogno nel cassetto chiamato Ferrari? "Vediamo, vediamo, chissà...sono già stato fortunato nella vita, non vorrei esagerare realizzando tutti i sogni..."
In fondo la famiglia per Daniel è importante. In Spagna ha portato mamma e papà a cena e ha sempre pagato lui: "Loro lo hanno fatto per me tantissime volte, è giusto ricambiare" disse e infatti coi primi guadagni comprò loro una casa a Perth in Australia, ma Daniel, con il padre Joe, torna tutti gli anni in Sicilia, a Ficarra dove c'è la famiglia di origine (la mamma è originaria della Calabria) "Un bel mix, teste calde da un lato teste dure dall'altra" scherza ogni tanto.
Papà Joe è un pilota amatoriale, corre ogni tanto con la Scuderia del Portello, con le Alfa Romeo storiche, e l'anno scorso proprio in agosto in Sicilia Daniel guidò l'Alfa 33 prototipo che corse alla Targa Florio: "Una gran macchina, incredibile le strade su cui correvano con quelle vetture, una esperienza unica, mi è piaciuta molto". Nelle ultime 5 gare del mondiale F.1 Ricciardo è il pilota che ha segnato più punti di tutti, sufficienti per il mondiale? "Non pensiamoci, facciamo il meglio volta per volta". E quel sogno nel cassetto chiamato Ferrari? "Vediamo, vediamo, chissà...sono già stato fortunato nella vita, non vorrei esagerare realizzando tutti i sogni...".