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Quando vedremo davvero le vere monoposto per la stagione 2023 di Formula 1? Se lo chiedono inevitabilmente i tifosi, pronti ad aggrapparsi ad ogni piccolo dettaglio nella vivace, quanto lunga, attesa che ci separa dalla prima gara del campionato, in programma in Bahrain il 5 marzo. E di minuzie inevitabilmente si parla, dopo una serie di presentazioni che lasciano interrogativi sulla veridicità di quanto mostrato con grande enfasi. Il caso più eclatante, in questo senso, resta il debutto della "RB19" a New York, in cui a fare da padrona è stata in realtà la vettura dello scorso anno con la livrea adornata da nuovi sponsor. La vera RB19 resta ancora un mistero, fatte salve le "foto spia" scattate a debita distanza durante il blindatissimo shakedown organizzato dalla Red Bull a Silverstone. Dalle immagini si intravedono alcune novità, come un muso più rialzato e di dimensioni più generose, oltre a delle pance ancora più aggressive e scolpite. Ma i dettagli della RB19 rimangono ben nascosti, in queste foto sfocate.
In casa Alfa Romeo si è invece optato per un approccio diverso. La scuderia di Hinwil all'atto della presentazione ha effettivamente svelato la sua monoposto, anche se si sono immediatamente notate differenze tra la showcar cui hanno tolto i veli Valtteri Bottas e Guanyu Zhou e i rendering diffusi dal team. La showcar - che sarà peraltro messa all'asta per beneficenza - presentava un fondo piuttosto basico, che invece nelle immagini virtuali presentava una serie di "onde" che hanno subito attirato l'attenzione degli appassionati di tecnica. La vera C43, scesa in pista a Barcellona, presenta invece una soluzione che strizza l'occhio a quella impiegata dalla Red Bull sulla RB18, con il dettaglio dello slot davanti alle ruote posteriori d'ispirazione Ferrari. Non solo: diversamente da quanto suggerito dai rendering, lo schema delle sospensioni posteriori resta push-rod.
I rendering sono l'unica rappresentazione dell'Alpha Tauri AT04 che abbiamo a disposizione finora. Dalle immagini si nota che l'assale anteriore è stato portato più avanti rispetto allo scorso anno. Un dettaglio che suggerisce come la AT03 non fosse arrivata al limite in termini di passo, con delle conseguenze a livello di bilanciamento che hanno condizionato l'andamento dello scorso campionato. La dificoltà di trovare il giusto compromesso per risultare efficaci in ogni fase del cambiamento di direzione rappresenta una delle difficoltà insite nella nuova era dell'effetto suolo, ma in Alpha Tauri hanno faticato più degli altri. Per quanto riguarda il resto della vettura, non ci stupiremmo se in realtà a Faenza avessero inserito dettagli fuorvianti. Non sarebbe la prima volta, dopotutto. Un esempio su tutti: nel 2021 il rendering della AT02 presentava il muso della monoposto dell'anno precedente.
L'approccio più semplice è quello per cui ha optato la Haas. Senza troppi misteri, ha deciso di svelare la livrea della VF-23 prima di tutti, lanciando nel contempo il nuovo title sponsor Moneygram, ed è successivamente scesa in pista con la monoposto 2023 a Silverstone. Dalle immagini diffuse dalla scuderia di Kannapolis si notano cambiamenti nella zona delle pance che fanno intuire delle modifiche a livello di distribuzione delle masse radianti. Una novità che è lecito aspettarsi anche in casa Ferrari, visto che la VF-23 è motorizzata dalla Rossa. All'epoca del trompe l'oeil, la scelta per cui ha optato la Haas è una boccata d'aria fresca.
Così come dovrebbe esserlo anche la presentazione della Aston Martin AMR23 in programma questa sera. Al netto di qualche area celata da un gioco di ombre, la nuova nata del team di Silverstone dovrebbe essere mostrata per quello che è, fermo restando che le monoposto che vediamo oggi sono diverse da quelle che si schiereranno in pista in Bahrain. È naturale, in F1. Risultano invece forzati gli specchietti per le allodole di chi vuole a tutti i costi organizzare un grande spettacolo per gli sponsor concedendo il nulla assoluto a chi è davvero interessato alle monoposto. Che dovrebbero essere le grandi protagoniste delle presentazioni, ma in alcuni casi non lo sono più.