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Yeongam – Due safety car, una gomma esplosa in diretta TV, (alla McLaren di Perez) una macchina a fuoco (la Red Bull di Webber) un camion dei pompieri che invade la pista, botte da orbi per una posizione, ma alla fine non è cambiato niente. Partito in pole position Sebastian Vettel è arrivato ancora davanti a tutti e con l’ottavo successo della stagione ha portato a 77 i punti di vantaggio su Alonso che con la sua Ferrari non è andato oltre il sesto posto dopo una gara sofferta.
Il mondiale è a portata di Vettel
Il mondiale è ormai nel mirino e Vettel può permettersi di prendersi anche dei rischi, come quando a cinque giri dalla fine dal suo box
gli dicevano via radio di rallentare perché aveva la gomma anteriore destra consumata. E lui per tutta risposta ha sparato cinque giri record di fila. Come dire me ne faccio un baffo delle raccomandazioni, con questa macchina faccio quello che voglio.
Red Bull ti mette le ali... o non proprio
Lui, perché l’altra, guidata da Webber, ne ha passate di tutti i colori. Tamponato da Sutil al 40.giro, la Red Bull ha preso fuoco per la rottura di un tubo del radiatore dell’olio (era sulla fiancata destra) che ha distrutto il retrotreno della monoposto. Sceso dalla vettura con la flemma di un impiegato di banca britannico Webber ha guardato i resti della vettura senza fare una piega.
“Vettel può permettersi di prendersi anche dei rischi, come quando a cinque giri dalla fine dal suo box
gli dicevano via radio di rallentare perché aveva la gomma anteriore destra consumata. E lui per tutta risposta ha sparato cinque giri record di fila”
A questo punto il gruppo di testa si è trovata davanti una scena unica nella F.1 moderna: una Jeep Gran Cherokee dei pompieri che stava andando a spegnere le fiamme, peccato che nessuno avesse esposto né bandiere di avviso (tranne nel rettilineo principale) né safety car, che è poi entrata dopo che mezzo mondo si è messo a ridere per l’episodio. Eppure, nonostante tutto, niente ha fermato la marcia di Vettel, come dire che fra sette giorni in Giappone dovesse venire pure il terremoto a questo qua non cambia la vita. Bravo lui, bravi alla Red Bull, bravi alla Renault che hanno piazzato altri due motori sul podio con Raikkonen e Grosjean.
Intanto in Lotus...
I due galletti della Lotus si sono scornati abbastanza, ma quando il manager Eric Boullier via radio dai box ha detto a Grosjean di attaccare Raikkonen, si è capito che la squadra ormai è andata. Infatti, Kimi viene pagato anche in base ai punti che prende e visto che da tre mesi non gli pagano lo stipendio, più punti prende e più soldi gli deve dare la Lotus. Già non lo pagano ora, figurarsi quando dovranno saldargli il conto.
Ed ecco l’ordine via radio: «Prendilo, attaccalo» manco fosse un rivale. Le stranezze della F.1, dove esplode una gomma a Perez e
ci manca poco che gli diano del cretino perché la gomma, usurata, andava cambiata prima. Invece è scoppiata e per un istante si è temuto il ritorno al GP di Silverstone, quello dove si usavano le gomme con le carcasse in acciaio che la Red Bull non voleva e che si adattavano benissimo alla Ferrari.
Appena cambiata la costruzione e le mescole, Vettel, che a inizio anno arrancava, ora domina come se niente fosse. Su otto gare vinte le ultime quattro le ha vinte in successione e in Giappone potrebbe fare cinquina. Insomma, un mondiale già scritto, un finale conosciuto, con un’unica eccezione: Fernando Alonso: «Ho finito sesto e per il mondiale è durissima, ma lotteremo al 100 per 100 fino alla fine, è l’unica cosa che possiamo fare». Magra consolazione.