F1: com’è possibile che Stroll sia passato da terzo a diciassettesimo sul giro secco in Brasile?

A corroborare questa tesi pensa anche la performance di Fernando Alonso, che nella SQ1 della Shootout di oggi ha ottenuto l’undicesimo posto prima del contatto con Esteban Ocon, in cui ha rimediato danni ingenti alla sua monoposto che hanno posto fine alla sua qualifica. Questo nel contesto di una classifica molto compatta, con i venti piloti racchiusi in otto decimi, complice il giro breve di Interlagos, di poco superiore al minuto.

A fare la differenza ieri, però, è stato anche il feeling di Stroll in condizioni miste, con pista con poco grip. Non è un caso che il miglior risultato colto da Lance prima di ieri, la sua unica pole position in carriera in Turchia nel 2020, sia stato colto su un asfalto che sembrava praticamente ghiacciato per la combinazione tra la natura liscia del manto e il tempo umido. La temperatura della pista, poi, era al di sotto dei 15 gradi.

Sono queste le condizioni in cui Stroll si esalta, con il suo stile di guida delicato che gli consente di danzare elegantemente quando molti altri finiscono per inciampare. Lo si era già capito nella sua prima stagione in F1, nel 2017, quando a Monza sotto un diluvio universale riuscì a piazzare la sua Williams al quarto posto, finendo per partire addirittura in prima fila per via delle penalità comminate a Max Verstappen e Daniel Ricciardo.

Ma c’è un altro fattore che ha agevolato sia Stroll che Alonso in qualifica ieri. Il muretto Aston Martin ha lavorato benissimo per far sì che i suoi due piloti si trovassero nelle prime due posizioni in pitlane in attesa della bandiera verde della Q3. Una scelta, questa, che vista la bandiera rossa sventolata di lì a pochi minuti per il fortunale che ha fatto scendere la notte a Interlagos, si è rivelata azzeccatissima. È così che, nell’arco di poche ore, Stroll è passato dalla seconda fila al fondo dello schieramento.