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Un quarto e un quinto posto con Leclerc e Sainz nel GP di Cina. Il bilancio Ferrari si limita alle posizioni di rincalzo anche se in classifica costruttori viene confermato, e amplificato, il secondo posto. Ma Shangai ha detto anche altro che va analizzato con attenzione, nonostante qualcuno getti acqua sul fuoco. Sabato, gara sprint: Sainz attacca Leclerc, i due si toccano e lo spagnolo ha la peggio, complice anche un contatto con Alonso. Leclerc si lamenta via radio, dopo gara con pompieri all’opera: uno dice ci siamo capiti, l’altro fa lo gnorri e si scusa se ha creato problemi.
Domenica, prima curva. Leclerc si infila all’interno di Sainz e lo accompagna fuori, facendogli perdere posizioni (a dire il vero ne perdono due entrambi). Dopo di che, Leclerc arriva a un passo dal podio, dopo aver chiesto al box se il piano D fosse adatto col passo gara mostrato (dovrebbe essere il pilota a dire se ci è o se serve altro, ma vabbè), Sainz arranca dietro e non si schioda dalla scia (a distanza di 10 secondi di Leclerc). Dopo gara con Vasseur che dopo aver detto al sabato “abbiamo migliorato in qualifica e ora vedremo in gara i miglioramenti” la domenica passa al “dovremo migliorare in gara”. Ovvero, si dice qualcosa tanto per far vedere che si fa qualcosa. E fin qui la grancassa della stampa amica serve per tenere calmi quelli che contano (che stanno magari in Svizzera e seguono le corse dai giornali o TV).
Ma il nodo cruciale sta venendo a galla: ovvero fra Sainz e Leclerc i piccoli screzi stanno aumentando, azioni e reazioni si stanno alternando con una frequenza sempre più forte. Non ci sarà da stupirsi se dopo le toccatine innocenti (si fa per dire) viste finora, non ci sarà il botto finale e possiamo scommetterci che prima della fine stagione saremo qui a parlare di qualcosa che era nell’aria e che forse era inevitabile. Parlandone a distanza di mesi con il gruppo di lavoro di Sainz, le azioni dell’anno scorso di Leclerc non sono state ancora digerite, specialmente alla luce della mancata conferma in rosso. Non c’è da stupirsi se la stampa spagnola entri a gamba tesa con titoli e storie, anche sopra le righe, pur di rimarcare un diritto acquisito non si sa da chi. Adesso tocca a chi gestisce la squadra mantenere i nervi saldi, perché in fondo, ma proprio in fondo, lo stipendio quest’anno lo paga ancora la Ferrari a tutti e due…