F1. Charles Leclerc: "Nove anni dalla scomparsa di Jules Bianchi, ma lui è sempre nella mia mente"

F1. Charles Leclerc: "Nove anni dalla scomparsa di Jules Bianchi, ma lui è sempre nella mia mente"
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Charles Leclerc, alla vigilia del Gran Premio d'Ungheria 2024, ricorda Jules Bianchi, scomparso nove anni fa
18 luglio 2024

La Formula 1 approda a Budapest per il Gran Premio d’Ungheria 2024, tredicesimo appuntamento stagionale, il penultimo prima della pausa estiva che inizierà dopo il round belga la prossima settimana a Spa-Francorchamps. Prima di concentrarsi su cosa lo attende questo weekend all’Hungaroring, Charles Leclerc ha ricordato il nono anniversario della scomparsa di Jules Bianchi, rimasto gravemente ferito in un incidente sotto la pioggia battente di Suzuka l’anno precedente.

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Nove anni fa ho perso un amico, probabilmente più di un membro della famiglia. Jules è stato il mio padrino nel motorsport e le nostre famiglie si sono comportate sempre come se fossimo state un’unica cosa. Mio padre era il miglior amico di suo padre e continuiamo a vederci molto spesso, anche con il fratello minore di Jules” ha dichiarato commosso il pilota della Scuderia Ferrari, con un sorriso dolce ripensando ai momenti trascorsi insieme all’alfiere della Marussia e membro dell’Academy di Maranello. “Lui è sempre nella mia mente e la sua memoria continua a vivere grazie all’associazione dei suoi genitori, la JB17, ed io cerco sempre di fare qualcosa per loro per ricordare Jules nel migliore dei modi ed aiutare anche chi ne ha più bisogno. Mi manca veramente molto ma lui è sempre con me, soprattutto quando sono pista” ha proseguito Leclerc.

Proprio a Jules Bianchi ha dedicato la sua vittoria al Gran Premio di Montecarlo 2024. Mentre tagliava il traguardo al termine dei settantatré giri più lunghi e sofferti della sua carriera, Charles Leclerc pensava al padre Hervé, all’amico Antoine Hubert, scomparso dopo un incidente a Spa-Francorchamps nel 2021, e a Jules, colui che gli ha permesso di iniziare a muovere i primi passi nel mondo delle Formule. Nei kart il numero #16 ci è arrivato grazie al padre, che a sua volta era un pilota, che lo portava alla pista di Philippe Bianchi, vicino Montecarlo, nascondendo alla madre Pascale di aver marinato la scuola. Jules l’ha poi accompagnato nel mondo “dei grandi”, aiutandolo a crescere nel mondo delle monoposto, mentre lui continuava la sua carriera come un membro della Ferrari Driver Academy, il primo insieme a Sergio Perez, e pilota di Formula 1.

Il destino poi è stato fatale con quell’incidente a Suzuka nel 2014, che l’ha costretto in un letto di ospedale, in coma, fino al giorno della sua morte, il 17 luglio 2015. Da quel tragico giorno, la storia della Formula 1 è cambiata, spingendo al massimo per aumentare gli standard di sicurezza in pista con l’introduzione dell’halo. Proprio come era successo anni prima nel 1994 con la scomparsa di Ayrton Senna, l’idolo di Charles Leclerc, che non ha mai avuto modo di vedere in pista perché non era ancora nato, ma conosciuto e amato grazie ai racconti del padre Hervé. Quella del monegasco non è la storia di un predestinato, ma di un ragazzo che ha ama il motorsport e la Formula 1, che ha scoperto la velocità guardando il Gran Premio di Montecarlo dal balcone di casa sua da bambino; che ha coltivato una passione crescendo trai i vari kartodromi sparsi per tutt’Europa, proprio come i suoi colleghi più giovani; che ha continuato nonostante la perdita di un amico e che continua a correre per potare avanti il suo sogno, diventato oggi realtà, e per onorare la memoria di quell’amico scomparso troppo presto.

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