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La vicenda che vede coinvolti i coniugi Wolff non è ancora terminata e prosegue con una nuova mossa e questa volta proviene proprio da loro. Il primo a muovere le pedine era stato il Presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, che aveva deciso di aprire un’indagine in quanto su una possibile fuoriuscita di informazioni sensibili della FOM Si è dunque subito ipotizzato che i protagonisti di questo presunto conflitto di interessi potessero essere Toto Wolff, Team Principal e azionario di Mercedes, e la moglie Susie Wolff, CEO della F1 Academy, categoria gestita da Liberty Media, i promotori della Formula 1, e dunque indipendente dalla FIA. (Formula One Management), che erano a disposizione solamente dei propri membri, in favore di un Team Principal.
I coniugi hanno subito reagito a tali affermazioni con due comunicati stampa che hanno respinto le accuse mosse dalla FIA e dalla stampa. Il colpo di scena di questa partita a scacchi a distanza è stato realizzato dagli altri nove team di Formula 1. Nella nota della Federazione Internazionale dell’Automobile si legge che i “mandanti” dell’inchiesta erano stati gli altri team principal, insospettiti dalle informazioni di cui era a conoscenza Toto Wolff (era stato proprio lui a muovere le prime accuse alla Red Bull sul budget cap). Bene.. le altre squadre hanno completamente negato qualsiasi coinvolgimento nei fatti, facendo muro intorno alla Formula 1 e soprattutto Susie Wolff. Dunque, nessuno ha mai parlato di un possibile conflitto di interessi e tantomeno qualcuno, per quanto si sappia, sia stato avvisato dell’inizio dell’indagine come parte chiamata in causa.
La FIA, rimasta sola in questa battaglia, ha cercato di arginare questa situazione che l’ha messa in imbarazzo, facendole perdere credibilità. Con un’altra nota ha così comunicato di aver già terminato le indagini e che tutto sia regolarmente nella norma, “scagionando" così i Wolff. Ma la vicenda non si fermerà mica qui: assolutamente no! Era infatti decisamente prevedibile che Toto e Susie non sarebbero rimasti con le mani in mano dopo quanto accaduto. Sulle colonne del Corriere della Sera si legge che la famiglia Wolff è intenzionata a passare per vie legali con una maxicausa a Ben Sulayem. L’accusa sarebbe di danni d’immagine con una richiesta di risarcimento di 100 milioni di euro.
Ovviamente il fine ultimo di questa loro mossa non sarebbe in tornaconto economico ma di portare il Presidente della FIA a compiere una decisione drastica, ovvero presentare le sue dimissioni. Chi prenderebbe il suo posto? C’è già il nome di un possibile candidato. Stiamo parlando di Robert Reid, attualmente il vicepresidente dello Sport della Federazione. Precedentemente è stato vicepresidente della Commissione WRC dal 2023 al 2015, responsabile dei Commissari del WRC (2014-2015) e Presidente della Closed Road Commission (2017-2021). Quale sarà la prossima mossa e chi vincerà questa partita a scacchi? Attendiamo ulteriori sviluppi.