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I vecchi decani della Formula 1 questa settimana stanno facendo molto discutere. Oltre al tre volte campione del mondo Nelson Piquet, autore di commenti razzisi e pure omofobi nei confronti di Lewis Hamilton, c'è anche Bernie Ecclestone. In un'intervista concessa a Good Morning Britain, celebre programma televisivo inglese, Ecclestone ha tessuto le lodi di uno dei personaggi più controversi del momento, Vladimir Putin. "Mi prenderei una pallottola per lui, anche oggi - ha sentenziato -. Preferirei che non facesse male, ma anche se così fosse, lo farei comunque. Perché è una persona straordinaria".
Non solo: Ecclestone è entrato nel merito dell'offensiva nei confronti dell'Ucraina. "Ha fatto ciò che pensava fosse giusto per la Russia. Sfortunatamente, come molti uomini d'affare - me compreso - commette degli errori, a volte. E quando si fa uno sbaglio, si può solo cercare di uscirne". Ecclestone, poi, ha sostenuto che Volodymyr Zelensky, il presidente dell'Ucraina, avrebbe dovuto cercare di parlare a Putin prima dell'invasione. "Prima di diventare politico, era un comico, e sembra che voglia continuare a esercitare quella professione. Perché se avesse riflettuto, avrebbe fatto lo sforzo di dialogare con il Signor Putin, che è una persona sensata e l'avrebbe ascoltato". Dichiarazioni, queste, da cui la F1, in cui Ecclestone dopo il passaggio di proprietà a Liberty Media nel 2017 non ricopre cariche, si è ovviamente distanziata.
Non è la prima volta, peraltro, che Ecclestone si produce in attestati di stima nei confronti di Putin. Nel 2019, in un'intervista concessa al Times, l'ex numero uno della F1 disse: "Se qualcuno avesse una pistola e fosse pronto a sparare a Putin, gli farei da scudo, perché è una brava persona. Non ha mai fatto nulla di male per gli altri". Ecclestone all'epoca difese l'invasione della Crimea da parte di Putin dicendo che intendeva "riunire la Russia". Ma c'è di più: tre anni fa, lo vedeva come candidato ideale per "guidare l'Europa". "Non abbiamo nessuno, quindi non può andare peggio di così", dichiarò ai tempi, aggiungendo di non essere "un sostenitore della democrazia". "Serve un dittatore", la chiosa da brividi, che aveva già espresso qualche anno prima.
Non stupisce, quindi, che Ecclestone non abbia cambiato idea su Putin nemmeno alla luce dei fatti degli ultimi mesi. Così come non sorprende che l'ex patron della F1 si fosse detto contrario alla cancellazione del Gran Premio di Russia, estromesso non solo dal calendario 2022, ma anche dalle agende future, visto che il contratto con il promoter è stato rescisso dalla proprietà della F1. Decisioni che, evidentemente, non avrebbero potuto essere prese con altrettanta velocità se Ecclestone fosse stato ancora a capo del Circus.