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Odio il Belgio, amo Spa
Odio il Belgio. Odio il suo clima e il freddo che ti accompagna quando vi ritorni per il GP. Odio il Belgio perché dopo una estate calda e soleggiata, col sapore di mare sulla pelle, ti ritrovi in mezzo alla bruma, la nebbia e l’umido con la giacca a vento calata sugli occhi per non sentire il freddo porco che circola nelle ossa. Odio il Belgio perché rappresenta il ritorno alla realtà dopo la vacanza, il ritorno a scuola dopo le vacanze estive, odio il Belgio con tutto quello che c’è dietro freddo, umido, alberghi scalcagnati e ristoranti fatiscenti a prezzi esorbitanti.
Amo Spa, le sue curve, le sue leggende e le sue sfide, amo il circuito per quello che rappresenta: una delle ultime vere piste del mondiale, uno di quei posti dove o ci sei o non ci sei, non è una chicane via l’altra disegnata da Tilke nei soliti posti faraonici e lontani da casa. Amo Spa per quello che è per la F.1, ma anche per le altre categorie. Basta guardare una corsa del Fun Cup, il maggiolone, che raccoglie centinaia di piloti su questa pista.
Un circuito dove si misura (ancora oggi) il talento
Qua, una volta, c’era l’università delle curve, l’Eau Rouge col Radillon, solo chi aveva coraggio, palle e mestiere provava a farla in pieno. Di solito, sul finire delle qualifiche, ascoltavi il motore di Senna e ti deliziavi nel sentire cosa faceva, in che modo scordolava e passava a pelo dal guard rail a oltre 300 orari. Una roba così faceva venire la pelle d’oca. Poi, aggiusta qua, raddrizza là, toglie di qui e metti di là, alla fine anche Alex Yong, con una Minardi vecchia di tre anni, passava in prove libere in pieno e a quel punto abbiamo capito che l’università era stata ridotta a scuola superiore accessibile a tutti.
E’ il prezzo per la sicurezza, ma quando poi vedi uno come Webber che infila le ruote sull’erba in discesa e infila Alonso subito dopo, pensi che per quanto facile da fare in pieno da soli, inventarsi un sorpasso da quelle parti è sempre sinonimo di attributi giganti messi sull’ala anteriore a disposizione del pubblico. E’ per questo che, per quanto odi il Belgio e ami Spa, vale la pena vedere in azione chi guida una F.1. E’ uno di quei posti da ascoltare più che guardare. Bastava mettersi sulla terrazza della sala stampa, guardare la macchina uscire dal tornante della Source e passare dalla seconda marcia fino alla sesta e poi, appena cominciava la salita, sentire chi toglieva il piede dal gas o chi lo teneva giù. Il suono è completamente differente. Quando un pilota toglie il gas, il suono è simile a: uuuaaaaaa am am uuuaaaaa, mentre chi tiene il piede a fondo fa così: uuuuaaaaaaaaaaaaaamm.
Lo stato d'animo dei piloti passa per... il pedale del gas
Difficile spiegarlo per iscritto, queste cose vanno sentite per valutarle, come vanno ascoltati i piloti quando escono dal box e usano l’acceleratore della loro macchina. A seconda di come “danno di gas” si capisce l’umore, lo stile, la personalità del pilota, ma quando si vede la corsa in TV, questo aspetto viene meno. Spa-Francorchamps è ancora una pista difficile, dove trovare il ritmo giusto è fondamentale per andare forte, ci sono alcuni tratti dove bisogna prendersi dei rischi e altri dove lasciar fare alla macchina perché, tanto, non puoi intervenire.
“Spa è una delle ultime vere piste del mondiale, uno di quei posti dove o ci sei o non ci sei, non è una chicane via l’altra disegnata da Tilke nei soliti posti faraonici e lontani da casa”
Il luogo è molto bello, tanti alberi, verde e un clima che cambia quattro volte al giorno. Si passa dal sole alla pioggia nello spazio di un baleno, per cui bisogna abbigliarsi di conseguenza, vestirsi a strati e sperare in bene. La corsa belga è quella che precede Monza, per cui si va a Spa con la convinzione che non se ne può fare a meno. E’ qui che le squadre inglesi, McLaren e Williams, organizzano le cene con la stampa italiana, un modo per preparare la trasferta seguente. E’ una consuetudine che parte da lontano. Al GP precedente quello nazionale, c’è infatti l’usanza di invitare i giornalisti di quel paese. Spa è parte del territorio belga ma si incunea in altri tre stati, Germania Olanda e Lussemburgo, è una sorta di Gran Premio d’Europa a tutti gli effetti vista la vicinanza delle altre nazioni, tutte nel raggio di 40-50 km. Basti guardare le polizie che fanno servizio e danno supporto ai belgi per capirlo, una vera gara UE oriented.
Spa, 1998: un incidente memorabile
A Spa ci fu, nel 1998, la più grande ammucchiata della storia della F.1, con 13 monoposto coinvolte nell’incidente. Subito dopo la partenza c’è il tornante della Source, poi la pista va in discesa in una specie di esse velocissima, costeggia il muro dei vecchi box. Dall’alto la vecchia sala stampa dominanava la scena, per cui fu possibile vedere perfettamente cosa accadde. Subito dopo la curva Coulthard prese un tombino e perse aderenza con la sua McLaren, toccò il muro e si mise di traverso sulla pista che in quel punto non è molto larga. Fu un macello, macchine che saltavano addosso una sull’altra, pezzi di alettoni e ruote che volavano, al punto che alcuni detriti colpirono anche i vetri della sala stampa. Quando ormai il macello sembrava finito, sentimmo il rumore di un motore andare a palla e con sorpresa si vide la Tyrrell bianca e nera di Ricardo Rosset saltare addosso al mucchio, quasi volesse centrarlo apposta!
Eppure aveva avuto tutto il tempo di capire cosa era successo, visto che mentre le macchine si urtavano, lui doveva ancora affrontare la Source e c’erano già le bandiere gialle esposte, eppure il brasiliano si infilò nella pila di macchine come se niente fosse. Per fortuna non si fece male nessuno, ma quando la gara riprese, cominciò a piovere e Coulthard, con le gomme Bridgestone in crisi sul bagnato, cominciò ad andare al rallentatore, fino a quando Schumacher, con la Ferrari, lo centrò e distrusse la macchina. Ai box i due rischiarono l’incontro di pugilato e come giornalisti l’evento ci diede da scrivere per diversi giorni, sia per l’incidente al via, sia per le intenzioni di Coulthard su Schumacher: lo ha fatto apposta? Non lo ha fatto apposta? Fu colpa del tedesco? Dal punto di vista editoriale fu un trionfo! E che dire dell’anno scorso con Grosjean che fece un filotto da paura al via, coinvolgendo anche Alonso e facendogli perdere i punti utili per il mondiale? Anche lì da scrivere a iosa e insulti dei ferraristi al francese che, da neo papà, si spera sia più cauto nel causare danni altrui.
“Spa-Francorchamps è ancora una pista difficile, dove trovare il ritmo giusto è fondamentale per andare forte, ci sono alcuni tratti dove bisogna prendersi dei rischi e altri dove lasciar fare alla macchina perché, tanto, non puoi intervenire”
Non mancano la buona cucina e i divertimenti
Anche se il luogo non aiuta per via del clima, i ristoranti della zona sono tutti di ottima qualità sia per i cibi sia per i prezzi. A Francorchamps, nella piazzetta, se ne affacciano una decina, sempre pieni tutte le sere, ma anche a Malmedy e Stavelot ci sono diversi locali di alto livello. La ricerca culinaria aiuta a dimenticare il freddo e la pioggia delle Ardenne. Questa zona, naturalmente, è anche un punto di ritrovo per moltissimi tifosi tedeschi che giungono in forze con i loro camper e roulotte. Attorno al Raidillon sorge un vero e proprio villaggio dove le tende vengono piazzate per giorni interi prima della corsa. Alle otto del mattino, con la pioggia e il freddo, non è infrequente trovarne qualcuno completamente nudo che si fa buttare dell’acqua addosso da un compagno: le docce funzionano così da quelle parti.
Vengono i brividi al solo pensarlo e peccato che questa simpatica tradizione sia riservata solo ai tifosi maschi e non alle femmine. Sarebbe stato più gradevole… Se poi qualcuno volesse divertirsi in altro modo, allora ci sono due soluzioni. O giocare al Casinò di Spa, ma senza giacca e cravatta non fanno entrare nessuno (nemmeno se si indossano i jeans) oppure si va a Liegi, vicino alla Guillermine Strasse, la stazione dei treni. Lì vicino sorgono le vetrine a luci rosse con le ragazze in mostra. Piuttosto che avere a che fare con le tante mucche al pascolo di Spa e dintorni, almeno una volta potrebbe essere una alternativa a una serata noiosa al freddo e alla pioggia che rende sempre molto triste questa corsa.