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Alla fine ad Hamilton l’impresa di agganciare il rivale è riuscita: a Jeddah la Mercedes non sembrava clamorosamente superiore alla Red Bull come in Brasile, ma l’inglese ha dimostrato ancora una volta tutto il suo infinito talento, fatto di velocità pura ma anche di freddezza nei momenti più difficili e caotici. E a Jeddah ce ne sono stati tanti. Voto 10 e lode all’inglese, e guai a chi ancora va a raccontare che ha vinto tanto solo perché ha avuto l’auto migliore o perché è fortunato. Anche perché senza gli episodi di gara, probabilmente in Arabia Saudita la Mercedes avrebbe portato a casa una doppietta e ora l’inglese sarebbe in vetta alla classifica.
Alle sue spalle un Verstappen tornato a essere genio e sregolatezza: straordinario in qualifica fino all’ultima curva dell’ultimo giro, geniale in gara nella terza partenza, ma anche troppe volte oltre il limite della pista e del regolamento. Se non corresse sempre così, si potrebbe pensare che almeno in due momenti avesse intenzione di buttare fuori Hamilton. In realtà non è vero, semplicemente l’olandese da sempre rischia il tutto per tutto nei duelli ravvicinati con un istinto prevaricatore forse come nessuno mai. Però quando è troppo è troppo, a Jeddah si è macchiato di un paio di scorrettezze belle e buone (la frenata in rettilineo per la quale è stato sanzionato, la “finta” cessione della posizione, il modo in cui è rientrato in pista su Hamilton dopo avere completamente mancato la staccata alla prima curva). Non sono cose da campioni del mondo. Voto 5.
Terzo Bottas, che una volta ricacciato indietro per il caos della bandiera rossa sembrava essersi “spento”, invece con un colpo di reni ha arpionato un terzo posto preziosissimo per il Mondiale Costruttori. Bella anche la prima partenza a chiudere su Verstappen. Voto 8,5, uomo squadra. Peccato per Ocon: non che avesse fatto qualcosa di particolare per ritrovarsi terzo, però una volta lassù il francese ha gestito la posizione con autorità fino alla beffa finale. In ogni caso un risultato che, viste le qualifiche, era davvero insperato. Senza dimenticare che stavolta è stato decisamente più efficace e preciso di Alonso su una pista così particolare. Voto 7,5, bella sorpresa. Un altro miracolato dalla bandiera rossa ma poi capace di restare agganciato alla zona alta della classifica è Ricciardo: viene da chiedersi a questo punto come mai non sia riuscito a entrare in Q3. Voto 7, parziale riscatto.
Ancora punti preziosi per Gasly, sempre più spina nel fianco dei ferraristi. In un gran premio in cui è successo di tutto la gara del francese è stata piuttosto regolare: voto 6,5, maturità confermata. E per contrapposizione con il francese, voto 5 a Tsunoda, autore dell’ennesimo erroraccio in gara, con il quale tra l’altro ha rovinato anche la corsa di un incolpevole Vettel. Ecco, per il giapponese invece la maturità non sembra ancora arrivata a campionato ormai finito. E voto 5 anche a Perez, sul sedile in cui Gasly vorrebbe tanto tornare, perché con l’auto che si ritrova non riuscire ad attaccare la Ferrari - con tutto il rispetto per la Rossa - è un po’ strano e a pensarci bene è lui a stringere su Leclerc provocando il contatto tra i due. E intanto nel Mondiale Costruttori la Mercedes ha allungato.
A proposito di Leclerc, l’ennesimo capolavoro in qualifica è stato mortificato dalla bandiera rossa che ha stravolto la sua gara. Voto 7,5, incolpevole. Qualche colpa ce l’ha invece Sainz, a muro in qualifica, poi bravo a rimontare ma ormai la sua gara era già compromessa. Voto 6,5, andrà meglio la prossima volta. Voto 10 invece senza se e senza ma a Giovinazzi, splendido in qualifica e in gara a punti con un’Alfa Romeo lontana dalla competitività, senza mai commettere un errore.
In passato le prestazioni dell’italiano sono state un po’ altalenanti, al netto dei tanti errori del suo box, ma è davvero un peccato che Giovinazzi esca dalla F1 al termine della sua stagione migliore. Rivincita morale. Restando nello stesso box, voto 5 invece a Raikkonen: a furia di ricevere parole gentili da Vettel gli è venuta voglia di abbracciarlo. Con tutta la monoposto. Mah…
E voto 4 alla Haas, perché anche se i piloti non hanno colpe specifiche (andare a muro a Jeddah può capitare, e anche il tamponamento era prevedibile su una pista così se in mezzo al gruppone qualcuno si gira) non può essere un caso se l’unica squadra a lasciare il circuito con due monoposto in frantumi è il team americano. Capita se l’unica cosa a cui badi nel mercato piloti è la dimensione della valigia (e sì, sappiamo che Schumacher è campione di F2). Peccato perché il team era partito su ben altre basi. Mah… A proposito, voto 5 alla nuova pista di Jeddah: suggestiva sicuramente, ma anche oggettivamente pericolosa, soprattutto per la sequenza di curve cieche ad alta velocità. In un circuito del genere, che la gara sarebbe stata piuttosto movimentata era una facile previsione.
Resta il fatto che avere un unico punto possibile di sorpasso - e solo grazie al DRS - in una pista costruita da zero è assurdo per una F1 che grida ai quattro venti di volere gare più combattute. E voto 5 alla Direzione Gara, non tanto per le decisioni prese, ma per le modalità: a tratti è apparsa davvero in difficoltà a gestire i tanti episodi che si sono susseguiti, anche se va riconosciuto che la delicatezza estrema del compito - e del momento in campionato - imponevano ponderazione piuttosto che decisioni avventante. La verità è che davanti ad un computer siamo bravi tutti, e naturalmente questo vale anche per chi scrive.