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Cinque mesi mancano al primo appuntamento della prossima stagione di Formula 1. Un Gran Premio di apertura del 2025 che torna ad essere ospitato in Australia, ma atteso soprattutto per le numerose novità che ci saranno in pista. I cambi di casacca a Melbourne saranno molti, ma anche le facce nuove, tra cui quella di Andrea Kimi Antonelli. Fresco diciottenne, il pilota bolognese debutterà il prossimo anno in massima categoria e lo farà al fianco di Mercedes, un team che ha puntato su di lui fin dalla giovane età.
“Essere pilota ufficiale il prossimo anno è una cosa che non ho ancora realizzato. Sto pian piano realizzando, ma credo che lo farò solo quando sarò sulla griglia a Melbourne. Però sono contentissimo, è un sogno che diventa realtà” ha commentato Kimi Antonelli al Festival dello Sport organizzato a Trento dalla Gazzetta dello Sport. “Io mi sento pronto per la Formula 1. A livello di velocità credo che non sarà un problema e l'unica cosa dove ci sarà tanto da lavorare sarà comprendere come gestire il weekend nel miglior modo possibile e anche imparare tutte le procedure. Quindi, ci saranno tante cose da imparare però mi sento pronto” ha proseguito il bolognese, accolto in Mercedes quando aveva solamente undici anni.
“Con l’Academy Mercedes firmai a Monaco del 2018, quando Toto Wolff invitò me e mio padre. Ricordo con emozione di aver visto vicino a lui le FP1, da dentro il box. Toto mi aveva cercato l’anno prima, e all’inizio non ci era sembrato vero, non era normale. Con lui ho un bellissimo rapporto, per me è come un secondo padre, mi ha anche sgridato recentemente perché ho fatto un po’ il birichino. Ma sono molto contento di essere con lui. Perché mi hanno scelto? Per i risultati, sicuramente, ma anche per la persona che sono. E questo grazie alla mia famiglia”. I suoi genitori, infatti, hanno avuto un ruolo cruciale nella crescita nel motorsport di Kimi. “La mia passione nasce da mio papà, che correva nel Superturismo e poi ha fondato la sua squadra. E ricordo che guardavo su Sky un programma, Formula 1 Retrò, e una gara che mi rimase impressa fu il duello di Digione tra Villeneuve e Arnoux. Ho iniziato con i kart, a 3 anni la prima volta sulle gambe di mio padre, ma la prima volta che ho guidato un Delfino avevo 5 anni e mezzo. Però non ho capito prestissimo che volevo fare questo lavoro, avevo 11 anni” ha aggiunto Antonelli.
“Ad alte velocità mi sono sempre trovato subito a mio agio. Tanto che mi trovo molto meglio con una vettura di Formula 1 che con una Formula 2”. Non è un caso, infatti, che il giovane pilota abbia subito spinto con il piede sull’acceleratore nella sua primissima sessione di prove libere in Formula 1 durante l’ultimo Gran Premio d’Italia a Monza. Una FP1 finita prematuramente quando ha perso il controllo della W15 di George Russell al passaggio della Parabolica. Un incidente che non ha però fatto cambiare idea a Toto Wolff, che l’ha annunciato come pilota titolare per il 2025 la mattina successiva, ribadendo che l’essere veloce di Kimi è una qualità da apprezzare, rendendo così il lavoro più facile quando debutterà a Melbourne tra cinque mesi. Ma quello che vedremo in pista nel corso del suo primo weekend ufficiale sarà frutto di un duro lavoro portato avanti dalla Mercedes e la sua Academy che hanno costruito un percorso ad hoc per lui, portandolo in giro per le piste d’Europa a testare le monoposto di F1 precedenti. Il suo debutto assoluto? Una trama. “A Zeltweg il giorno prima c’erano 26 gradi, quello in cui dovevo girare io nevicato. Sono uscito e mi sono giocato subito un bel jolly, dopo 10 giri ho preso la macchina di mio padre con lui a bordo. E per la prima volta l’ho visto avere paura, mi ha chiesto di fermarmi, aveva paura di non tornare a casa con la macchina. A Monza ho fatto un po’ il birichino nelle FP1, ma avrò altre due opportunità in Messico e ad Abu Dhabi”.
“Russell non era molto contento dell’incidente, ma abbiamo comunque un buon rapporto, non mi ha dato grandissimi consigli, però va tutto bene per ora. Ma il prossimo anno voglio batterlo. Sicuramente vincere qualche gara sarebbe un sogno. Non sarà facile, perché tutti i team hanno una macchina competitiva, per cui sarà molto difficile, però questo è un mio primo obiettivo. Anche qualche podio andrebbe bene, ma l’obiettivo principale è portare a casa qualche vittoria” ha proseguito Antonelli. Rapporto diverso, invece, con Lewis Hamilton, proprio colui che gli lascerà il sedile vuoto il prossimo anno data la firma con la Ferrari. “Non me lo aspettavo, è gentilissimo e mi parla tanto. E come stile di guida è molto simile al mio, con la macchina molto sottosterzante. Ero a Singapore e ad ascoltarlo dialogare con gli ingegneri ho imparato tanto. Quello a cui dovrò abituarmi è sentire tutti gli ingegneri in cuffia, perché io sono uno che parla poco. Ma se parlano è per dare informazioni utili, dovrò imparare bene le procedure, se tocchi un bottone sbagliato è un casino. A breve a casa mi arriverà un sedile con il volante per imparare le partenze e le varie procedure. Anche perché devi sapere dove si trova ogni bottone senza dover guardare. Se dovessi finire davanti a lui sul podio? E’ un signore, credo che mi farebbe i complimenti. Fuori dalla pista molti piloti diventano buoni amici, ma in pista no. Non puoi guardare nessuno perché nessuno ti fa favori, devi correre solo per te stesso - ha ammesso Kimi - Con Verstappen ci ho parlato un po’ di volte ed è una grandissima persona, mi piace molto. Abbiamo anche corso contro al simulatore e segue molto le categorie minori. In pista è visto molto rigido, ma al di fuori è molto alla mano, normale”.
Chi è l’idolo di Andrea Kimi Antonelli? Nonostante la giovane età, la risposta è secca, senza ombra di dubbio: Ayrton Senna. “Mi sono documentato molto su di lui e ho capito che non era solo un grandissimo pilota, ma una grandissima persona. E mi piace pensare di assomigliare a lui in quello. Potessi, mi piacerebbe molto averlo come compagno, sarebbe molto difficile, ma imparerei tanto”. Da italiano, anche se correrà per un team anglo-tedesco, la domanda sulla Scuderia Ferrari è obbligatoria. “Da piccolo e tifavo Sebastian Vettel. Forse a casa dovrei avere anche una tazza sua”.