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Guai in vista per Liberty Media Corporation. L’eurodeputato belga Pascal Arimont, del Partito Cristiano Sociale, facente parte del Gruppo dei Popolari europei, ha presentato un’interrogazione parlamentare scritta alla Commissione Europea sulle attività del detentore dei diritti commerciali della Formula 1 in materia di concorrenza. Ecco cosa sta accadendo.
L’apertura dell’indagine voluta dal deputato belga Arimont ha come motivazione di fondo la protezione dei consumatori per garantire una concorrenza leale sul mercato. Perché? Con l’acquisizione di una sostanziosa percentuale dei diritti commerciali della MotoGP, Liberty Media sta attuando un quasi “monopolio” del mondo del motorsport. Risale al 2016 l’acquisizione della Formula One Group da parte del colosso americano delle comunicazioni che sancisce la detenzione dei diritti commerciali della Formula 1, e le sue derivate serie (Formula 2 e Formula 3) fino al 2110. Più recente, invece, è la chiusura dell’accordo con Dorna che prevede che Liberty Media abbia la quota di maggioranza (l’86%) della MotoGP. Per completare le pratiche, manca solamente il nulla osta da parte dell’Antitrust. Non solo, Liberty Media detiene anche una quota di partecipazione nella Formula E. Questo secondo l’europarlamentare, potrebbe essere una violazione delle leggi europee sulla concorrenza.
L’interrogazione parlamentare, però, prevede anche un’altra questione. “Gli accordi commerciali rendono molto difficile l’ingresso di nuovi team, forse limitando la concorrenza in modo illegale” procede la richiesta di Arimont, riferendosi al blocco da parte di Liberty Media alla candidatura di Andretti-Cadillac per l’ingresso in Formula 1. Ad indagare al momento è anche il Congresso che ritiene che il blocco nei confronti di Andretti potrebbe essere una violazione dello Sherman Anti-Trust Act del 1890, che impedisce i monopoli e impone alle aziende di consentire una concorrenza libera e leale. Secondo il Dipartimento di Giustizia, invece, la divisione Live Nation-Ticketmaster di Liberty Media è accusata di aver mostrato "condotta di esclusione e posizione dominante nell'ecosistema dei concerti dal vivo, che danneggia i fan, l'innovazione, gli artisti e i locali".