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Mentre a Silverstone andava in scena uno dei GP più belli della stagione, e forse degli ultimi anni, per Alpine si è trattata di una corsa da dimenticare, con Gasly che non è nemmeno partito e Ocon che ha navigato costantemente nelle ultime posizioni. Diventato da poco responsabile esecutivo del team, Flavio Briatore si è presentato in Spagna e in Austria per parlare in giro, mentre ha saltato Silverstone preferendo una vacanza a Santorini col figlio Nathan Falco. Dalla spiaggia si è goduto il GP, registrato ovviamente, perché la priorità era la vacanza. In Austria, però, non ha perso lo smalto dei vecchi tempi, solo che stavolta di giornalisti italiani con cui parlare, rispetto alle decine dei suoi tempi d’oro, ce ne erano soltanto tre: il vostro cronista, l’inviato del Corriere della Sera e il telecronista di Sky.
Fermo sulla pedana di ingresso del motor home di Liberty Media, dove va spesso a fare colazione e a parlare con Stefano Domenicali, in pochi minuti è riuscito in quello che gli viene meglio: dare il titolo a un giornale, affrontare argomenti vari e tutti interessanti dal punto di vista comunicativo. Un esempio? Aveva già previsto cosa sarebbe successo a Silverstone: “E vi dico di più, Mercedes ha fatto un buon lavoro, McLaren anche, ma non ha ancora la mentalità e la forza di reazione vincente che hanno Red Bull e Mercedes. Questa, poi, secondo me ha la squadra di piloti più forte del mondiale con Hamilton e Russell, ma sotto questo aspetto poi viene la Ferrari con Leclerc e Sainz, McLaren hanno due bei piloti, Red Bull non capisco cosa ci faccia ancora Perez là dentro”.
Ovvero è Verstappen il vero asso pigliatutto?
“Sta guidando benissimo, usa la testa, ha un talento enorme, un pilota che se fosse disponibile sarebbe da prendere al volo. Oggi la differenza in Red Bull la fa Verstappen, è merito suo quanto stanno raccogliendo, se guardi Perez, che è un normale, vedi il valore della macchina. Questa stagione sta mostrando il miglior Verstappen, mostra di essere lui a fare la differenza in pista. Ce ne sono stati pochi di piloti così in passato. E’ il migliore sotto tutti i punti di vista, c’è poco da dire”
Beh ogni tanto qualche ruotata la molla, non è che sia apprezzato da tutti…
“Cazzate, sono cazzate di giornalisti e tifosi che non capiscono niente. Ditemi chi in passato fra i vari Senna, Schumacher e compagnia, non fossero duri, precisi, perché avevano talento. Ste cose qui vanno bene per le discussioni sui social, chi lavora nell’ambiente le cose le sa benissimo”.
Parlando di piloti, l’attenzione è tutta per Carlos Sainz, un bravo ragazzo che all’Alpine starebbe bene…
“Che sia un bravo ragazzo a me non frega proprio niente. Io voglio un pilota veloce, che sia un bastardo o uno per bene non mi interessa. Deve andare forte in macchina. Sainz va forte ed è anche un bravo ragazzo, ma non è questo il punto. Forse sono arrivato tardi in squadra, ma vediamo se riesco a convincerlo. Ci sto provando”
Perché proprio Sainz e non qualcun altro?
“Intanto in giro di piloti liberi non ce ne sono di validi, Sainz è il migliore disponibile sulla piazza e devo fare di tutto per portare a casa il meglio che c’è. In Ferrari ha lavorato molto bene, ha sensibilità, è forte e non fa casini. Anzi, mi stupisce che non lo abbiano tenuto”
Ovvero avresti lasciato libero Leclerc?
“Charles è fortissimo, sul giro veloce in qualifica è per me il numero 1 al mondo, non discuto la velocità del pilota. Infatti ripeto che Ferrari ha insieme a Mercedes la coppia più forte di piloti. Ho la sensazione che manchi ancora qualcosa, ma non sono dentro la squadra per dire qualcosa di sensato”
Ferrari sempre al centro dei tuoi pensieri a quanto pare…
“Sì, perché loro attirano interesse e tifo, solo che quando parte un mondiale loro lavorano già per l’anno dopo. Il loro slogan è lavoriamo per il prossimo anno. Vorrei vedere quando si decideranno a lavorare per l’anno in corso. Era un vizio che c’era già ai tempi di Montezemolo. Anzi, una volta lo feci proprio incazzare di brutto perché in una intervista dissi: la Ferrari è specializzata nel lavorare per l’anno prossimo. E’ andato via Montezemolo, ma lo slogan è rimasto lo stesso. Parte il campionato, poi mollano e dicono lavoriamo per il prossimo. Come dire anche quest’anno si vince l’anno prossimo. Montezemolo mi telefonò infuriato anche perché dissi che la squadra, alla fine, la gestiva l’ultimo che ci parlava insieme, ovvero il suo autista”
Quindi da quel tempo rapporti pessimi con Montezemolo?
“Ma affatto, ci siamo sentiti al telefono pochi giorni fa. Abbiamo parlato un po’ di cose nostre, discusso di F.1. D’altronde, io e lui abbiamo la stessa malattia: si chiama vecchiaia coi suoi acciacchi…”
Hai già cominciato a rivoluzionare Alpine? Cosa stai facendo?
“Intanto non faccio io la macchina, sia ben chiaro. Enstone l’ho creata io, ci sono ancora gli edifici e le strutture che avevo costruito a suo tempo. Tutte le operazioni devono tornare a Enstone, non devono essere divise fra la Francia, Enstone e chissà quale ufficio. Marketing, strategie comunicazione, sponsor, tecnica: tutto in un solo posto, dove esci dall’ufficio e parli subito guardandoti in faccia. L’altro giorno sono arrivati due belli freschi da Parigi che volevano fare una riunione urgente parlando di marketing. Ho detto: fate la macchina? Siete tecnici che possono migliorare la vettura? Allora facciamo anche 18 mila riunioni. Fate marketing? E chi se ne frega. Volete insegnare a me cosa è il marketing? Non li ho fatto nemmeno aprire bocca, ho chiamato il custode, ho detto togli il badge a questi due e mandali fuori di qui. Hanno protestato, ho detto che se aprivano bocca uscivano a pedate nel fondo schiena. Il tempo di queste riunioni inutili è finito, si deve lavorare e concentrarsi su quello che c’è da fare e se qualcuno non è contento, la porta è quella”.
Si gira, arriva Marc Gené, gli riserva qualche battuta: “Ma la smetti di dire sempre tutto bene, uau incredibile? Ogni tanto dillo che hanno fatto una cazzata” e Marc ribatte che cerca sempre il positivo in ogni cosa e aggiunge: “Beh ai tempi di Binotto forse era peggio, oggi con Fred va tutto molto bene” e Briatore ci congeda: “Boh, vado a mangiare, non scrivete cazzate vostro solito”. Gli ribattiamo che ci ha dato almeno tre titoli: “Fa come ti pare, tanto non era una intervista, io interviste non le faccio” ci saluta. Poco da dire, quando c’è da tenere la scena, Flavio Briatore sa come fare…