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A un anno dalla conferenza stampa in cui per la prima volta si è presentato davanti alla stampa come team principal ad interim di Alpine, Bruno Famin a Spa ha dovuto affrontare tutti i nodi della spinosa vicenda del team di Enstone, incalzato dai giornalisti. Nei giorni scorsi si è parlato moltissimo della possibilità che il gruppo Renault decida di fare a meno di un motore proprio e dello status di costruttore. Famin lo conferma, anche se affronta la questione da un punto di vista differente: “Non c’entra solamente la power unit, si tratta di un progetto molto più ampio a livello del marchio Alpine. Il brand si sta espandendo, con diversi nuovi modelli con tecnologie avanzati. Rendere noto il marchio al di fuori della Francia rappresenta un progetto molto ambizioso”, spiega.
“All’inizio di questa settimana abbiamo presentato ai rappresentanti dei dipendenti di Viry-Chatillon un progetto che prevede la riallocazione delle risorse dallo sviluppo della power unit della F1 a quello di nuove tecnologie per il marchio e i suoi nuovi prodotti. Se dovesse essere approvato, Alpine acquisterebbe una power unit anziché svilupparla”. Insomma, serve un ok da parte dei sindacati, nel contesto di norme parecchio stringenti. Famin, comunque, ha voluto sottolineare che “a tutti i dipendenti sarà offerto un lavoro. Non ci saranno licenziamenti e stiamo facendo di tutto per rendere il più agevole possibile un momento molto difficile”.
In ogni caso, Famin specifica che si tratta di un cambiamento che non riguarda il prossimo anno, ma il 2026. “Stiamo parlando con diversi potenziali fornitori, ma al momento non possiamo procedere perché le normative francesi sui sindacati sono molto stringenti, e non ci possiamo muovere prima di un’approvazione del progetto”. Un iter, questo, che secondo quanto sostiene Famin potrebbe durare “una settimana, così come due mesi”, e che andrà a influenzare il lavoro dei tecnici di Enstone sul progetto 2026.
“Se dovessimo sfruttare una power unit Mercedes o Ferrari, sono convinto che l’integrazione nel pacchetto sarebbe ottima”, osserva Famin. Ma è vero che le scuderie che hanno già scelto il proprio motore per il 2026 stanno già collaborando fattivamente con i fornitori, e più passa il tempo, più Alpine rischia di partire in affanno per la nuova era tecnica. Non sarebbe una novità, visto che la power unit Renault resta ancora oggi la più deficitaria del lotto.
“Sappiamo tutti che dal 2014 a oggi il motore Renault non è mai stato il migliore, ma è una delle power unit che è cresciuta di più – puntualizza Famin -. Non siamo ancora al top, ma i passi in avanti sono stati notevoli e il lavoro che è stato svolto per la power unit 2026 è stato incredibile. Ci siamo prefissati un obiettivo molto sfidante e i dati che abbiamo al banco sono molto positivi”. Colpisce che Famin faccia riferimento a un propulsore che, visto l’andazzo, non vedrà mai la luce, parlandone bene. Dopotutto, se i dati fossero davvero così incoraggianti, perché gettare tutto alle ortiche?
Ben prima del canto del cigno del motore Renault arriverà quello di Famin come numero uno del team Alpine. “Nell’ultimo anno mi sono diviso tra il ruolo di vicepresidente con delega al motorsport – che prevede la gestione dei progetti legati al WEC, alla Formula E e alla Dakar – e la mia carica nella scuderia F1 di Alpine. Vista la portata del progetto di cui parlavo prima, credo che sia importante che dedichi il mio tempo su questo processo di trasformazione, se confermato. Lascerò la carica a fine agosto per dedicarmi alle attività di Viry a partire dal primo settembre”, dice Famin, prima di aggiungere un dettaglio su cui nessuno aveva chiesto nulla: “Non ho avuto alcun problema con Flavio (Briatore, ndr) nel poco tempo che abbiamo passato insieme”. Excusatio non petita…