F1. Ecco perché Fernando Alonso non avrebbe dovuto essere penalizzato al GP d’Australia 2024

F1. Ecco perché Fernando Alonso non avrebbe dovuto essere penalizzato al GP d’Australia 2024
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Penalità a Fernando Alonso dopo il grave incidente di George Russell al GP d'Australia 2024
24 marzo 2024

Fernando Alonso ovvero quando è vietato fare il pilota. La decisione dei commissari sportivi nel dopo gara di Melbourne ha lasciato senza parole chi intende le corse come lotta e duelli ravvicinati. La penalizzazione di 20 secondi (visto che il drive trough non era possibile comminarlo dopo la gara) ha relegato all’ottavo posto lo spagnolo, “colpevole” di essersi difeso dall’assalto di George Russell all’ultimo giro del GP. In pratica, come si legge nel verbale dei commissari, Alonso avrebbe tenuto una condotta di guida “potenzialmente” pericolosa nei confronti di Russell, avendo frenato decisamente in curva 6 e provocando, indirettamente, l’uscita di pista della Mercedes. Ovvero, un pilota che è davanti, ha un centinaio di metri di vantaggio, che decide di impostare la curva come meglio crede non avendo nessuno al fianco tantomeno in scia, viene penalizzato perché ha frenato prima e indotto in errore quello che segue. Come se quello che segue fosse il signor Rossi alle prese col primo giorno di patente. Ridicola come decisione e ridicolo il senso del potenzialmente pericoloso, come se non stessero correndo in pista conoscendo rischi e opportunità.

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I puristi obietteranno che Alonso ha fatto una manovra sporca, ma Fernando ha fatto il pilota e i commissari lo hanno punito perché ha fatto il suo dovere. Ovvero difendersi da un rivale, per giunta nemmeno in scia o a fianco. Si ricorderà che Russell non è nuovo a botti all’ultimo giro, vedi Singapore, quando fu tratto in inganno da Norris (ma lì nessuna sanzione a quanto pare). E volendo tornare indietro nel tempo, la vera carognata la fece Verstappen a Hamilton a Jedda frenando deciso prima della zona DRS, schiacciò il pedale con 69 bar di pressione e -2,4 G e gli diedero 10 secondi di penalizzazione con Hamilton che ci rimise il muso. “Io avevo affrontato curva 6 in maniera diversa dal solito – dice Alonso – alleggerendo il gas solo per avere una migliore uscita dalla curva” e quindi difendersi nel tratto rettilineo successivo. Secondo la telemetria avrebbe frenato 100 metri prima e aveva frenato anche dolcemente rispetto a quanto fatto in precedenza. I commissari dicono anche che il regolamento prevede che nessuno debba guidare lentamente se non necessario, quindi Alonso avrebbe dovuto guidare forte come in precedenza e nella punizione non hanno tenuto conto delle conseguenze, leggi Russell a muro, ma dal comportamento dello spagnolo. Che ha semplicemente fatto il pilota, uno che senza l’ausilio del DRS si è difeso usando il mestiere e la classe.

Ma per la FIA è colpevole e quindi perdita di posizioni e punti. Se ci fossero stati questi commissari ai tempi di Villeneuve e Arnoux, li avrebbero radiati a vita. Salvo poi la F.1 vantarsi proprio di quel duello che mostrano per vantare lo spettacolo della F.1. Decidersi pare brutto? E spiace che fra i commissari ci fosse Johnny Herbert, uno che certe cose le conosce, le faceva e le assolveva sempre, ma gli altri (decidono a maggioranza) devono averla vista in maniera diversa e forse non è un caso che fra i commissari ci sia ancora quel Matteo Perini che l’anno scorso fu al centro delle polemiche per altre decisioni, poi rimangiate, ai GP. Forse potrebbe darci una mano a capire meglio le dinamiche di certe decisioni che fanno a pugni con lo sport dell’automobile. Ovvero, punire uno che ha fatto il pilota.

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