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Fernando Alonso ha squarciato la quiete dell’inizio della pausa estiva della Formula 1 annunciando a sorpresa il suo passaggio in Aston Martin nel 2023. Il due volte campione del mondo non è nuovo a decisioni che sembrano impulsive. A fine 2007 scelse di lasciare la McLaren, tornando all’ovile di una Renault in declino. Nel 2014, esasperato da una Ferrari con cui era sempre di più ai ferri corti, optò per un ritorno a Woking che avrebbe assunto contorni disastrosi. Decisioni, queste, che con il senno del poi si sono rivelate decisamente controproducenti.
Mai timoroso di osare, anche questa volta Alonso ha deciso di correre un rischio non indifferente, lasciando una scuderia in crescita per un team lontano dai sogni mondiali a medio termine delineati dal suo numero uno. La motivazione di questa scelta si legge tra le righe dell’annuncio, che specifica la natura pluriennale del contratto siglato da Fernando. L’Alpine, con Oscar Piastri in panchina, non poteva permettersi di assicurare un biennale ad Alonso senza perdere il talentuoso australiano. Alonso ha così approfittato immediatamente del vuoto lasciato da Vettel sullo schieramento per assicurarsi l’unica opzione che gli avrebbe permesso di continuare in F1 dopo il 2023.
Sulla carta, per Aston Martin Alonso è il pilota ideale. Con la sua sconfinata esperienza, rappresenta una risorsa incredibile per portare la scuderia di Silverstone verso il conseguimento dei suoi sfidanti obiettivi. E il fatto di assicurarsi i servigi di un altro campione del mondo regala alla casa di Gaydon un nuovo testimonial di tutto rispetto. Non stupisce nemmeno la comunione di intenti tra Alonso e il suo futuro boss, Lawrence Stroll. Entrambi sicuri di sé e fortemente ambiziosi, potrebbero costituire un duo potente.
Il condizionale è d’obbligo, però. Perché in Aston esiste un inconveniente. Che si chiama Lance Stroll. L’erede di Lawrence è ovviamente presenza fissa per una questione di sangue, ma negli anni non ha acquisito le capacità che potrebbero farne il numero uno. Con Alonso, si ovvia senza un plissé a questo problema. E non fatichiamo a pensare che lo spagnolo si sia premurato di farlo mettere nero su bianco contrattualmente. Ma il fatto di abbinare un pilota con il carattere belligerante di Fernando al figlio del capo potrebbe dare vita a delle dinamiche per cui vale la pena preparare in anticipo i popcorn.
Gli obiettivi di Alonso negli ultimi tempi sono cambiati, comunque. Lo si evince dalla sua chiacchieratissima intervista concessa a The Race. Consapevole di avere scarse possibilità di ottenere quel terzo titolo mondiale che andrebbe a rimpinguare un magro palmares per un pilota del suo calibro, il suo nuovo obiettivo è quello di evangelizzare una nuova generazione di appassionati al proprio culto. Desidera conquistarli con le sue prodezze in pista, facendo emergere la sua indole da combattente.
L’ultima corsa di Alonso nella sua carriera in Formula 1 è quella contro il tempo. Superata la quarantina, è ancora più veloce degli anni che passano. Ed è proprio la sua longevità il marchio di fabbrica che Fernando vuole implicitamente sottolineare nel suo ultimo capitolo nel Circus. Non gli piace parlare della sua età, ma vuole spingersi oltre i limiti anagrafici tracciati da chi è venuto prima di lui nel passato recente. Per farlo, aveva bisogno esattamente di quello che Aston Martin gli ha offerto. E che Alpine non era disposta a dargli.