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Tutto è iniziato quella volta all'Hungaroring
Dall’amore eterno alla fuga in solitario, per Fernando Alonso la storia con la Ferrari potrebbe essere a un punto di svolta, ma come si è arrivati a questa situazione che non fa comodo a nessuno dei due protagonisti? Bisogna andare indietro nel tempo, non tanto ai mondiali persi nel 2010 e 2012 quanto a piccoli episodi accaduti nel frattempo, complici rapporti umani e antipatie nate e cresciute all’ombra del cavallino rampante. Su tutto, però, c’è una data che è rimasta impressa nella mente di Fernando e che gli ha fatto capire come la Ferrari non fosse poi la sua famiglia come egli stesso pensasse. GP Ungheria, un paio d’anni fa. Alonso compie gli anni, la sua rossa non è un fulmine di guerra e alle TV, lo spagnolo risponde in maniera semplice a una domanda banale: cosa vorresti per il tuo compleanno? Semplice, se fai il pilota e corri per vincere chiedi una macchina per farlo.
E qui si scatena la reazione a catena dei passa parola, di giornalisti che scrivono “Voglio la Red Bull” invece che riportare pari pari l’affermazione di Alonso. A Maranello qualcuno legge e preso dalla frenesia di regolare i conti con lo spagnolo, mette in rete un pesante atto d’accusa firmato Montezemolo contro Fernando. Fosse stato un altro, sarebbe finita lì, ma Alonso è uomo d’onore, ragazzo pulito che guarda in faccia e chiede spiegazioni, mette sotto torchio l’ufficio stampa e dopo aver ascoltato tutte le registrazioni disponibili, emerge che non ha mai detto “voglio la Red Bull” e si aspetta le scuse da parte della Ferrari, fosse anche Montezemolo in persona. Scuse che non arriveranno e che lasceranno un segno nell’anima di Alonso. “Per me la squadra si è rotta quel momento, non esiste più una famiglia” confida ad amici.
L'altra ferita ad Abu Dhabi nel 2012
Qualcosa si è incrinato, fra chi gli chiede di tenere la fidanzata russa lontana dai box, a chi gli contesta ipotesi di twitter, come ad Abu Dhabi a fine stagione 2012. Quando due quotidiani italiani, riprendendo una ipotesi di un giornalista spagnolo, sparano la notizia in prima pagina, provocando la reazione di Alonso ma soprattutto di chi gestiva la comunicazione. Dietro la saletta della Ferrari, dopo la conferenza di rito della vigilia delle prove, va in scena il chiarimento stile sfida all’ok corral. Da una parte Alonso che guarda negli occhi i due giornalisti italiani, in mezzo l’addetto stampa che chiede chiarimenti a uno e all’altro! Non ai giornalisti, proprio al pilota! E qua scatta l’altra molla che manda in bestia Fernando.
Lo accusano di aver detto o pensato qualcosa che non ha fatto, e chiedono a lui di giustificarsi per qualcosa che non c’era! Abbastanza per chiedere immediatamente la testa di questo e quello e minacciare i giornalisti di non rispondere più alle loro domande, tanto che da Torino, un famoso direttore dal nome altrettanto famoso, è stato costretto a chiedere pari trattamento per il suo inviato, telefonando a Montezemolo e minacciando sfracelli se ci fossero state discriminazioni. Con questo clima interno e di relazioni esterne, non deve stupire se l’immagine di Alonso trasmessa al pubblico sia diversa, in alcuni casi molto diversa, da quella reale. E qui si fomenta il gioco al massacro. Da una parte Alonso amato e stimato dalla squadra, dall’altra qualcuno che fa di tutto per riportarlo al ruolo di pilota che deve obbedire.
“Questo è un mondiale di corrotti, e noi stiamo a guardare” si fece scappare una volta. Infatti, i test privati di gomme di qualcuno, gli scarichi soffiati prima ammessi poi aboliti e poi riammessi, hanno creato dubbi nella testa dello spagnolo. La Ferrari, per voce di Montezemolo, ha accettato certe regole, certi cambi di pneumatici, per amore dello sport, per ragioni di sicurezza. E guarda caso erano tutti cambiamenti che hanno penalizzato la Ferrari. E nessuno a Maranello ha detto niente. Da qui la rabbia di Fernando. E a pensarci a freddo, con una squadra che ha potere di veto nei cambiamenti di regole, perché si è accettato supinamente certe cose? Amore dello sport? Perché a Red Bull gliene fregava molto dello sport che vedeva la Ferrari davanti quando cambiarono le regole dei punteggi, dei motori e altro ancora? Qualcosa non torna, lo scopriremo fra qualche tempo ammesso che chi sa parli. E si arriva alla stagione 2014.
“Se fallisce il progetto della prossima vettura, non potrà essere ancora colpa del pilota, che anzi è stato l’unico, in questi anni, a difendersi e a portare alta la bandiera”
Il piano della Ferrari per "far fuori" Alonso
La macchina è un disastro, Domenicali si dimette (o lo fanno dimettere, cambia poco). Poi arriva Mattiacci e come prima intervista dice che Alonso è il miglior pilota del mondo. Poi dopo qualche gara che Alonso è uno dei migliori al mondo. La differenza è sottile ma notevole. E poi Mattiacci che, al contrario di Jean Todt, dice “sono il numero 1 della squadra devo prendere le decisioni”. Todt lo era il numero 1 ma non lo ha mai detto. Anzi diceva sempre che il numero 1 in squadra era Schumacher. Differente approccio, con un pilota che guarda i piani futuri e scopre una Ferrari in ritardo per l’aerodinamica, per il motore e la struttura tecnica. A 34 anni ci si può permettere di perdere altro tempo, anche se si chiama Ferrari? Sì, a patto che vengano rispettate certe condizioni tecniche ed economiche. I numeri parlano chiaro. Dal 2010 all’ultimo GP di Singapore Alonso ha ottenuto 1162 punti, Massa e Raikkonen, insieme, non sono andati oltre i 541. Oltre il doppio di punti, pesanti, che hanno portato nelle casse della Ferrari soldi, tanti. L’anno scorso oltre 75 milioni di euro, aggiunti a quelli del 2012, 2011 etc. Chiedere di essere considerato non è uno scandalo.
Visto anche che Honda offre 35 milioni di euro all’anno. Se li offrono, pensa Alonso, si vede che li valgo. Mica buttano via i soldi. Ma la cosa trapela, qualcuno da Maranello soffia sul fuoco, passano l’indiscrezione ai giornalisti “amici”, che sono poi i “nemici” di Alonso. Che si arrabbia, chiede spiegazioni anche perché lui, quei soldi, alla Ferrari non li ha ancora chiesti! E non ha avuto nemmeno il tempo di parlare di quattrini, ma la danno come cosa certa. E questo gli fa capire che attorno a lui stanno scavando il fossato per farlo andare via senza rimpianti, oppure metterlo in condizione di andarsene. Salta Montzemolo. Muore Botin, viene meno l’angelo custode che mette mano al portafoglio per amicizia e stima. Fernando capisce che vogliono eliminarlo, ma perché? Semplice: se fallisce il progetto della prossima vettura, non potrà essere ancora colpa del pilota, che anzi è stato l’unico, in questi anni, a difendersi e a portare alta la bandiera.
Tutto per coprire l'incapacità di realizzare una F1 competitiva
Se fallisce il progetto e c’è un pilota nuovo, anche se campione del mondo, si potrà sempre dire che doveva amalgamarsi, crescere col team e via di questo passo. Creare, insomma, l’alibi per l’ennesimo fallimento a tutto vantaggio della lobby inglese che comanda ormai a Maranello. Complice Marco Mattiacci, che sta ancora imparando a gestire una squadra di F.1 e col quale, dopo Singapore, i rapporti si sono guastati moltissimo. Perché in pubblico Alonso ha detto che la scelta strategica della sosta con la safety car era giusta e che è stata sfortuna. In privato ha detto chiaro che l’occasione di vittoria è stata buttata via e che non gli sta bene. E a confermare la sua tesi ci sono le analisi e le dichiarazioni di Wolff e Lauda di Mercedes e Horner di Red Bull. Ma a questo punto, Alonso che fa o cosa sceglie? Ha bisogno di una macchina vincente. E ce ne saranno due l’anno prossimo. Red Bull, che però non lo prenderà, e Mercedes.
Che potrebbe avere un posto libero se Hamilton fa la testa matta. E guarda caso Toto Wolff ha chiesto a Maranello quale è la situazione contrattuale di Alonso, legato fino al 2016 ma con un contratto che, se va via lui, non prevede penali. Se lo cacciano lo devono riempire di soldi. Ora tutto sta a capire chi fa la prima mossa, chi paga le penali o se Alonso decide di andare via, ammettendo la sconfitta di non aver vinto con la Ferrari. Conoscendolo, e sapendo che odia perdere, facile che insista ancora. Con la testa e la ragione. Il cuore per la Ferrari, quello, oramai l’ha perso da tempo.