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La McLaren è una delle squadre che, nel corso della scorsa stagione, ha avuto un enorme balzo in avanti in termini di prestazioni. La MCL60, la monoposto di Lando Norris ed Oscar Piastri del 2023, ha evidenziato nel corso della prima parte di campionato di avere molte difficoltà a piazzarsi nella top ten della griglia. La situazione, però, è stata ribaltata quando il lavoro di Woking, gestito dal team principal Andrea Stella, ha iniziato a dare i suoi frutti con i primi grandi pacchetti di aggiornamenti portati dal Gran Premio di Silverstone in poi. Dalla gara inglese, i due alfieri della squadra color papaya hanno iniziato a fare coppia fissa nelle prime posizioni, vincendo anche la Sprint del GP del Qatar grazie al rookie australiano. L’attenzione, dunque, è adesso puntata sulla MCL36, la cui livrea è stata già mostrata al mondo. La monoposto vera e propria verrà però presentata il 14 febbraio. Sarebbe lecito pensare dunque che l’unica preoccupazione dell’amministratore delegato di McLaren, Zak Brown, sia quella di controllare maniacalmente il proseguire dei lavori in fabbrica. Ma così non è perché la vicenda AlphaTauri preoccupa e non poco gli avversarsi.
Come è noto a chiunque segua il mondo dei motori, il team di Faenza e la Red Bull hanno un’alleanza dato che, pur avendo due sedi e due management autonomi, condividono lo stesso gruppo industriale, ovvero la multinazionale austrica produttrice di bevande energetiche, la Red Bull per l’appunto. Per volontà dei dirigenti, dal 2024 i rapporti tra AlphaTauri, prossima al cambio nome che probabilmente sarà Visa CashApp Racing Bulls, e la scuderia di Milton Keynes saranno ancora più stretti. Il team di Daniel Ricciardo e Yuki Tsunoda, oltre Faenza, ha una seconda sede in Inghilterra, Bicester. Tuttavia, dato il contratto in scadenza, parte del personale che adesso fa capo a Laurent Mekies, ex Ferrari, verrà trasferito a Milton Keynes, quartier generale della Red Bull. Il timore degli avversari è che AlphaTauri possa diventare più di un semplice team per far allenare i giovani talenti del programma Red Bull Junior Team, guidato da Helmut Marko, come è accaduto a Max Verstappen o Liam Lawson, ma che possa acquisire anche le proprietà intellettuali della squadra di Christian Horner. A stare particolarmente sull’attenti è infatti Zak Brawn che al Corriere della Sera ha dichiarato: “Sono preoccupato da questa alleanza. C’è un team A e un Team B, ma la proprietà è la stessa e quindi il loro rapporto è su un livello diverso. Per noi è fonte di preoccupazione per la salute e la correttezza del nostro ambiente. Cose del genere non sono permesse negli altri sport principali e mi piacerebbe che anche la Formula 1 si concentrasse su quest’aspetto”.
“I regolamenti che dicono cosa è ammesso e cosa no devono essere cambiati. Sono stati scritti in un periodo in cui non c’era il budget cap. All’epoca, l’obiettivo era quello di aiutare i piccoli team perché le differenze tra la Mercedes, per esempio, e una squadra di bassa classifica erano incolmabili. Ma adesso, con il tetto di spesa, alcune regole non sono più necessarie. Anzi, al contrario, offrono benefici per chi ha un team A e un team B, come Red Bull. La F1 ha bisogno che in pista ci siano dieci costruttori indipendenti”. Sostanzialmente, quello che chiede Brown è che venga applicata la stessa regola presente già in Serie A. Quando la Salernitana è stata promossa dalla Serie B, il presidente Lotito ha dovuto cedere la società in quanto proprietario di un’altra squadra, già presente nel campionato, ovvero la Lazio.
Se da una parte c’è un Zak Brown spaventato per la sua McLaren, ad essere più tranquillo è invece James Allison, fresco di rinnovo con la Mercedes. Come riportato da Motorsport.com, il direttore tecnico delle frecce argento ha dichiarato di essere fiducioso in merito alla rigidità del regolamento della FIA, che impedisce ad AlphaTauri e Red Bull di avere una partnership ancora più stretta. “Non sono del tutto sicuro della natura dei rapporti tra questi due team, ma ho ben chiaro quali sono le regole. Esclusa la parte molto limitata della vettura in cui è consentito fornire parti, e con loro un certo numero di dati tecnici, in tutti gli altri aspetti le regole sono molto rigide. Non si può trasmettere nulla che possa essere considerato proprietà intellettuale da una squadra all’altra. Praticamente impedisce qualsiasi comunicazione. Se due team hanno una forte relazione tra loro, può essere solo commerciale. Nessun rapporto tecnico o sportivo perché le regole lo vietano".
D’altro canto, anche la Mercedes non è nuova a rapporti del genere, basti pensare a qualche stagione fa, quando al posto della Red Bull c’era proprio il team tedesco con la Racing Point, dominata goliardicamente anche “Mercedes Rosa”. In merito a questa questione, Allison ha voluto aggiungere la sua: “Il rapporto che la Mercedes aveva con quella che oggi è Aston Martin consentiva una libertà maggiore rispetto ad oggi. In risposta a quella situazione le regole sono state notevolmente inasprite. Oggi non è più possibile avere un rapporto tecnico o sportivo. Quindi non c’è molto da fare per cercare un rapporto stretto con un’altra squadra dal punto di vista tecnico perché non è consentito”.