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Una monoposto di F1 può diventare una vera e propria opera d'arte. È questo il frutto della collaborazione tra Alfa Romeo e l'artista svizzero BOOGIE, creatore di graffiti e illustrazioni che ha utilizzato i suoi colori per vestire una vettura della scuderia di Hinwil. Una vera e propria Art Car, che ha visto le luci tra le montagne della Svizzera. La monoposto, disponibile anche in realtà aumentata grazie a JigSpace, la prossima settimana si sposterà a Londra, per poi fare visita a Zurigo e in alcune città che ospitano dei GP. Alla fine del suo tour, la monoposto sarà messa all'asta da F1 Authentics, e i proventi saranno devoluti a Save the Children, partner del team Alfa Romeo. Vedendo questa showcar ci sono venute in mente diverse livree pazze viste nel periodo pre-stagionale. A cominciare da una che ad Hinwil è di casa...
In quel di Hinwil, sotto sotto, sono dei romanticoni. Lo dimostra il fatto che nel 2019 abbiano scelto il giorno di San Valentino per uno shakedown a Fiorano della C38, il cui nome, quel giorno, non era ancora stato confermato. Per celare le forme della vettura - e non dare troppi indizi alla concorrenza - l'Alfa Romeo decise di optare per una livrea camouflage che riprendeva uno degli stilemi classici del marchio del Biscione, il quadrifoglio. Kimi Raikkonen scese in pista con una monoposto sui toni del nero, ma con un motivo rosso a quadrifogli e cuori che fece battere il cuore sportivo degli appassionati del marchio. Nel 2020 Alfa fece il bis, con una C39 in versione total black, fatto salvo il Biscione impresso in negativo nel bel mezzo di un cuore. D'altronde, anche tre anni fa Raikkonen si cimentò in pista proprio a San Valentino.
Le livree camouflage bianche e nere, volte a ingannare l'occhio e a celare le minuzie, sono un grande classico delle foto spia che vi proponiamo su Automoto.it. Ma la Red Bull, nel 2015, decise di portarle anche in F1. Presentata con questo inedito schema di colore, la RB11 di Daniel Ricciardo e Daniil Kvyat arrivò con lo stesso sembiante anche nei test prestagionali a Jerez e Barcellona. La vera livrea, con una buona dose di viola dovuta allo sponsor Infiniti, non si sarebbe invece discostata dal classico schema di colori del team di Milton Keynes. Nel 2018 la Red Bull scelse un'altra livrea camouflage, questa volta sui toni del blu, ma solo per la presentazione e lo shakedown.
Chi già seguiva la F1 all'epoca non può non ricordarsi la terrificante livrea a tema pianeta Terra scelta dalla Honda per la stagione 2007. È probabile che in pochi si rammentino invece del total black scelto per la RA107 nel corso dei test. Una scelta decisamente più elegante rispetto al chiassoso schema di colori di una monoposto che lasciò il segno più per il look che per le prestazioni. La casa nipponica concluse il campionato costruttori 2007 in ottava posizione, con il quinto posto di Jenson Button nel GP di Cina come miglior risultato.
Subito dopo il cambio d'identità dovuto all'acquisizione della Jaguar da parte di Dietrich Mateschitz, la neonata Red Bull emise i primi vagiti in pista alla fine del 2004 con una livrea che ricordava decisamente da vicino i colori delle lattine dell'energy drink destinato a creare un impero di successo anche in F1. Questo schema di colori non durò molto, visto che alla prima stagionale in Australia la RB1 di David Coulthard e Christian Klien indossava già i colori che ancora oggi la caratterizzano nel Circus.
Molti anni prima che l'arancio papaya delle origini della McLaren tornasse a caratterizzare le monoposto della scuderia di Woking in F1, la McLaren tornò temporaneamente alle sue radici, scegliendo questa nuance per i test prestagionali del 1997. Un anno che segnò il passaggio dalla livrea Marlboro rossa e bianca a uno schema di colore altrettanto iconico, l'argento dei successi mondiali di Mika Hakkinen nel 1998 e nel 1999 e di Lewis Hamilton nel 2008. La nuova identità visiva della McLaren fu presentata in pompa magna in una sfarzosa presentazione cui parteciparono anche le Spice Girls, all'epoca all'apice della fama. Più 1997 di così non si può. Ma questa è un'altra storia.