F1. Alexander Albon in Canada ha dimostrato di meritare una seconda chance in un top team

Albon a Montréal è scattato molto più avanti del solito, grazie ad un azzardo in Q2 che ha dato i suoi frutti. La Safety Car causata dall’incidente occorso a George Russell ha poi spinto la Williams ad anticipare di parecchio la sosta inizialmente prevista. E così, Albon si è ritrovato a gestire le hard per più di cinquanta giri. Un compito tutt’altro che banale, se si pensa che Albon sul finire della gara ha dovuto conciliare la gestione degli pneumatici con la necessità di tenersi alle spalle vetture più competitive della sua.

Un aiuto in questo senso è arrivato dalla velocità di punta della sua Williams FW45, dote certamente utile quando ci si ritrova a dover difendere la propria posizione. Ma è indubbio che Albon ci abbia messo del suo, mettendo a frutto gli aggiornamenti che la Williams ha portato in Canada solo sulla sua vettura. Un upgrade, questo, accelerato proprio perché il particolare layout del circuito di Montréal rendeva possibile un buon risultato da parte della scuderia di Grove.

E così, è arrivato un settimo posto che ha posto l’accento su qualità che purtroppo normalmente passano inosservate. Quando si corre per una scuderia relegata nelle ultime posizioni, il rischio che si corre è che gli spettatori meno attenti non si rendano conto delle performance offerte da chi, per demeriti non propri, non riesce ad approdare a punti. Ma Albon in Williams sta vivendo una vera e propria rinascita.

A Grove Albon si è ritrovato dopo la fine traumatica della sua avventura in F1 con la Red Bull, dimostrando di essere un pilota solido, capace di non farsi schiacciare dalla pressione e di guidare la sua scuderia. Dotato di una spiccata sensibilità nella gestione degli pneumatici, Albon sta disputando un’ottima stagione, con l’unica macchia rappresentata dall’incidente di Australia. E se fossimo in un top team, lo terremmo d’occhio per il futuro.

Albon a nostro avviso sarebbe un perfetto candidato per un posto da secondo pilota in una scuderia di punta. La sua costanza di rendimento, unita alla capacità di approfittare di eventuali chance di ottenere qualcosa di più rispetto al normale, rende Alex un pilota ideale per chi ha necessità di racimolare punti in ottica costruttori affidandosi a chi si è già dimostrato un uomo squadra, pronto a lavorare duramente per ottenere risultati.

Parlando di costanza di rendimento, è inevitabile che il pensiero vada a Sergio Perez, che in questo momento sta attraversando una fortissima crisi, tanto che alcuni cominciano a dubitare della sua permanenza in Red Bull, nonostante abbia un contratto fino al termine della stagione 2024. Per Albon, però, sarebbe meglio non tornare in una scuderia in cui ha sofferto molto il paragone con Max Verstappen, sole intorno a cui gira il sistema Red Bull. Ma in un altro top team, Alex potrebbe davvero fare la differenza. È vero che in F1 avere una seconda occasione è un lusso per pochissimi. Ma Albon la meriterebbe.