F1, Aldo Costa: «Alla Dallara per me si chiude un cerchio»

F1, Aldo Costa: «Alla Dallara per me si chiude un cerchio»
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Aldo Costa, futuro CTO di Dallara, parla del ritorno a casa dopo la lunga esperienza di successo in Mercedes
6 settembre 2019

MONZA - Alla fine la vita reale ha avuto la meglio e dopo 31 anni in giro sulle piste del mondiale F.1, per Aldo Costa è arrivato il momento di cambiare pagina. Il suo nuovo ruolo da CTO, in pratica direttore tecnico, alla Dallara rappresenta un taglio netto col passato, con lo stress dela F.1 e le tensioni delle prestazioni da ritrovare ad ogni costo: "Sono stati otto anni magnifici e incredibili questi ultimi alla Mercedes - dice il tecnico di Parma - tornare a casa, occuparmi di un progetto stimolante come la crescita e formazione di nuovi tecnici, con la possibilità di spaziare da un punto all'altro della tecnica motoristica, mi rende sereno e felice per questa nuova sfida". Aldo Costa ha firmato in F.1 24 titoli mondiali, 13 costruttori e 11 piloti "E spero che a fine anno se ne aggiungano altri due" dice facendo gli scongiuri ma riferendosi alla battaglia fra Hamilton e Vettel e fra Mercedes e Ferrari per il mondiale 2019.

"Ho trovato in Mercedes un ambiente di lavoro sereno, fatto di gente che lavora compatta, senza correnti, polemiche o tensioni. Posso dire che quando guardo negli occhi il personale che ha finito il turno di notte ed esce dalla fabbrica o incontro quelli che stanno per fare il turno di notte, vedere nei loro occhi l'orgoglio e il rispetto per quello che ho fatto, è una soddisfazione importante che gratifica".

Un ambiente sereno e vincente che però lascerai per rimanere a Parma...

"Vedi, un conto è la vita reale, un altro quella della F.1. Per anni ho sacrificato la mia famiglia, imposto ritmi e tensioni che loro hanno assecondato ma era il mio lavoro, la mia passione. Infatti io ho vissuto della mia passione. Non può durare a lungo, occorreva un respiro, un taglio e fare altro. In F.1 per 31 anni ho affrontato sempre gli stessi problemi, monotematico al massimo. Motori, aerodinamica, prestazioni e via di questo passo. Alla Dallara si chiude un cerchio della mia vita. Avevo contattato l'ingegner mandando un mio curriculum. Non aveva posto da lui ma mi ha detto dove potevano assumermi. Sono finito all'Abarth e poi alla Minardi, Ferrari, Mercedes, e ora torno là dove credevo potesse cominciare la mia carriera. Con Dallara e anche il dottor Pontremoli ho sempre avuto un ottimo rapporto, fatto di stima amicizia e una persona come l'ingegner Giampaolo, con una visione del futuro, una semplicità razionale nell'affrontare i problemi, non l'avevo mai incontrato. Ora potrò occuparmi di tutto, delle varie categorie, ampliare la mia mente e nel frattempo sviluppare e instradare nuovi ingegneri, tecnici bravi che devono crescere o che non hanno occasioni di trovare occupazione del motorsport. Una sfida esaltante sotto tutti i punti di vista".

Ti troveremo a giocare a carte a Varano con l'ingegner Dallara?

"Non credo proprio, non so giocare a scopone e lui se perdere si arrabbia. Poi non so nulla di calcio e sul Parma lui è uno sfegatato tifoso di prima categoria. Al massimo gli chiedo se posso provare le macchine in pista, ne fanno tante, di altissimo livello e a me piace guidare".

Progetti futuri?

"A parte i vari settori delle competizioni, c'è quello della Dallara stradale che amplia degli orizzonti importanti, ci sono tante cose da fare, un turbinio incredibile di opportunità. E poi vuoi mettere la sera tornare a casa, stare con la tua famiglia, passeggiare in centro... Teatro Regio? Ci sono andato con mia madre, poi basta. Magari ci torno, mi spiace invece, sto scherzando, con la British Airways che perde un viaggiatore frequente perché smetterò di prendere aerei tutta la settimana...".

Posso dire che quando guardo negli occhi il personale che ha finito il turno di notte ed esce dalla fabbrica o incontro quelli che stanno per fare il turno di notte, vedere nei loro occhi l'orgoglio e il rispetto per quello che ho fatto, è una soddisfazione importante che gratifica

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Cosa ha detto Toto Wolff sulla tua idea?

"Nulla, gli è dispiaciuto molto ma ha capito e anzi ha fatto in modo che la transizione avvenisse per gradi. Con Toto abbiamo corso la Mille Miglia insieme, abbiamo parlato  a lungo. Ha saputo creare un clima ottimo in squadra, ha pensato a come utilizzare il periodo di transizione, formando nuovi tecnici, creando nuove opportunità".

Il rapporto con Hamilton come è stato?

"Incredibile, uno che pur essendo diverso da Schumacher, ha lo stesso piglio. Mi chiamava a casa durante i week end, chiedeva delle cose, suggeriva soluzioni, evidenziava problemi. Io dovevo dargli risposte nel più breve tempo possibile. Un ragazzo incredibile, un talento unico, lavorarci insieme è stato un privilegio. Altri piloti? Ho lavorato bene con Raikkonen nel primo anno del mondiale. Parla poco all'esterno, ma coi tecnici è un fiume in piena. Alonso? Diciamo che non abbiamo ottenuto i risultati che la squadra e lui avrebbero meritato...".

Punto di svolta del 2019?

"Dopo i test invernali abbiamo capito di avere dei problemi. Nel secondo test a Barcellona le cose sono andate un poco meglio ma eravamo lontani dalla competitività. La Ferrari era superiore. Abbiamo introdotto modifiche e sviluppi a spron battuto e dopo la 5 gara abbiamo capito di essere davanti, ma in F.1 è sempre una lotta difficile per cui devi sempre mantenere alta la guardia".

Adesso cosa accadrà?

"Fino al 31 ottobre sarò in Mercedes, poi un breve periodo di gardening, ovvero senza poter lavorare con un altro team, e qui devo dire che con Toto Wolff non c'è stato nessun problema perché sa che poteva fidarsi e ha stima di me. Poi dal 1 gennaio si comincia a Parma, anzi Varano con la nuova vita. Imparare a giocare a scopone? No, con l'ingegner Dallara non mi prendo certi rischi. Mi ha già dato tanto per la mia vita professionale, non voglio rovinare un rapporto giocando male o sbagliando pronostici a calcio. Comunque sempre forza Parma per chi non lo avesse capito...".

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