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12 mesi fa a Monza Alexander Albon subì un’appendicectomia che gli impedì di partecipare al Gran Premio d’Italia di Formula 1. “Fu un momento frustrante. Sapevo di avere un’ottima possibilità di cogliere punti perché eravamo abbastanza veloci – racconta il pilota della Williams un anno dopo i fatti -. Nyck ha indubbiamente svolto un lavoro fantastico al posto mio”. A parte il rimpianto di non aver potuto sfruttare il potenziale della sua monoposto, restano anche indelebili le immagini della notte in cui Alex ha cominciato a stare male.
“Sto alloggiando nello stesso hotel dello scorso anno – spiega - e mi avevano assegnato anche la stessa stanza. Ero a letto e ho pensato ‘è esattamente l’identica cosa successa l’anno scorso’ e mi sono ritrovato a provare le stesse sensazioni”. “Mi sembrava di soffrire di stress post-traumatico, ho chiesto di cambiare camera”, ha aggiunto ridendo Albon. L’assenza della sua appendice, comunque, non è l’unica differenza rispetto al 2022.
Come ammette lo stesso Albon, la Williams FW45 è una vettura “più competitiva” rispetto alla monoposto che l’ha preceduta. “Dopo le buone prestazioni di Zandvoort, le aspettative sono molto alte”, riconosce Albon, che però invita alla calma. “Dobbiamo essere realistici, a Spa è stata una doccia fredda su una pista simile a questa”. Dalle prove libere di Monza emerge il quadro di una vettura che potenzialmente proprio con Albon potrebbe ottenere qualche punticino importante per la causa del team di Grove.
Rispetto al 2022, poi, c’è anche un’altra differenza sostanziale: il team principal James Vowles, per cui Albon a Monza ha speso parole di grande stima. “James è fantastico. Dalla Mercedes ha portato con sé una grande esperienza. Credo che il meglio con James debba ancora venire. Abbiamo raggiunto tanti traguardi a breve termine, come la gestione delle gomme o il miglioramento delle strategie. E non vedo l’ora di scoprire in che direzione ci porterà James nei prossimi anni”.
Grazie alle sue prestazioni ragguardevoli, Albon ha la fama del pilota solido, a nostro avviso perfetto per il ruolo di secondo in un top team. Solo il tempo ci dirà se Alex riuscirà ad avere davvero una seconda chance in una scuderia di punta. Albon, però, non crede di poter correre in F1 oltre la quarantina, come farà Lewis Hamilton. “Per restare in F1 fino a 40 anni bisogna essere un talento generazionale. Alcuni di noi sicuramente vorrebbero vivere una carriera così lunga, ma la verità è che solitamente le cose vanno diversamente”.