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Sono passati mesi dall’ufficialità del suo addio alla Red Bull, ma le indiscrezioni sul conto di Adrian Newey non accennano a placarsi. La destinazione del geniale progettista inglese, stando alle ultine indiscrezioni, potrebbe essere l’Aston Martin, con buona pace di chi lo vedeva già proiettato in direzione Maranello per unire le forze con la Ferrari. Il team principal della scuderia di Silverstone, Mike Krack, mantiene per ora il più assoluto riserbo sulla questione.
“Sono stato in vacanza, c’era la pausa estiva, non posso fare commenti su questo argomento – ha abbozzato in conferenza stampa a Zandvoort -. Continuate a farmi questa domanda, ma come ho già detto diverse volte stiamo diventando sempre di più un team attraente. Vantiamo un’ottima infrastruttura in fase di sviluppo e siamo onorati di essere accostati a un nome di questo calibro”. Insomma, per l’Aston Martin anche il solo fatto di essere oggetto di questa indiscrezione è un vanto.
È lo stesso concetto espresso da Fernando Alonso ieri nell’incontro stampa con i giornalisti presenti a Zandvoort. “Già il fatto che Aston Martin ed Adrian Newey siano connessi è un privilegio”, aveva spiegato, dopo aver però fatto notare quante indiscrezioni diverse sono circolate negli ultimi mesi. Ieri si parlava della Ferrari, oggi invece si fa largo con insistenza l’ipotesi di un sodalizio tra Newey e la scuderia dell’asturiano.
Per ora si resta solamente nel campo delle suggestioni. Ma immaginandosi davvero l’approdo di Newey in Aston Martin, come si riorganizzerebbe una scuderia che ha già un responsabile tecnico? ”Un team in passato ha avuto sette direttori tecnici, la nostra situazione è molto differente. Se dovesse arrivare qualcuno di questo calibro, dovremmo riadattarci per accoglierlo”, ammette Krack.
Quello che è certo è che l’Aston Martin negli ultimi anni ha compiuto grandi passi in avanti da quando era semplicemente il cosiddetto “team Silverstone”, una realtà che, passando attraverso diverse identità, aveva dimostrato nel tempo di poter ottenere risultati incoraggianti, ma che senza i cambiamenti infrastrutturali occorsi negli ultimi tempi non avrebbe potuto certamente nutrire le ambizioni di oggi.
“Quando arrivai nel team c’era ancora la vecchia struttura della Jordan – ricorda Krack -. Avvicinandosi a Silverstone e vedendo la nostra fabbrica anche da lontano si capisce quanto sia differente la situazione oggi. È una struttura completamente nuova, una scuderia diversa, con il doppio dei dipendenti rispetto a prima. Questi cambiamenti, di concerto con delle ambizioni sfidanti, ci rendono appetibili”. Ma solo il tempo ci dirà se lo siano abbastanza per potersi assicurare i servigi del tecnico più desiderato della F1 di oggi.