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Caro Paolo Fox, io e te dobbiamo parlare molto seriamente. Per chi non lo sapesse è l’astrologo che tutti i giorni da Rai2 ci elargisce la situazione quotidiana dell’oroscopo. “Per il tuo segno grandi successi perché hai giove nel segno, ma attenzione al nugolo di pianeti contrati in questo periodo, dal sole in opposizione, alla quadratura di mercurio ma occhio a venere che torna positiva dalla prossima settimana”. Vabbè, mentre si chiude la valigia, sono le solite cose che non servono a niente ma rendono la giornata vivace nella speranza che qualcosa di buono possa sempre accadere. In effetti, autostrada libera fino a Malpensa, metal detector passato in un lampo. Cosa può andare storto? Lo scopriamo col passaporto che si blocca nella macchinetta del controllo, una luce rossa dice espatrio vietato chiamare l’agente.
Oibò, cosa abbiamo combinato? Niente, era difettosa la macchinetta e si scusano. Arriviamo al gate con anticipo e, ops: il volo ha 4 ore e 15 minuti di ritardo! Cosa sia successo lo scopriamo dopo, quando un addetto Emirates si affaccia finalmente verso le 18 per dirci che non sono 4 ore di ritardo ma qualcosa di più. A New York, origine del volo, c’è stata una emergenza e quindi tutto slittato. Solo che nel frattempo Emirates si è dimenticata di mandare l’alert e tanto meno dare assistenza in aeroporto. Per farla breve si decolla alle 20 e 10 invece che alle 13.55 e mentre siamo sulla pista, si blocca di colpo. Per le procedure di sicurezza bisogna passare il liquido antighiaccio perché le temperature sono scese. Finalmente si parte, in teoria 5 ore di volo, in realtà per superare il nord della Siria si fa un giro largo e le 5 ore diventano 6,40. A bordo vige il caos. Nel senso che la moltitudine di passeggeri indiani e dello Sri Lanka hanno chiesto dei pasti speciali, peccato che nel sedersi a bordo si sono scambiati di posto e quando arrivano le hostess coi vassoi, non si trova uno che sia uno e comincia l’urlo: “Chi ha il vegano? Chi solo pesce? E’ lei senza glutine?” e via così col risultato che a un primo appello per nome: “Il vegano per il signor Singh” si alzano in cinque che si chiamano Singh e hanno il vegano. Qualcuno si vede arrivare un doppio vassoi, altri niente, altri vogliono cambiare se avanza qualcosa da qualcun altro. Quando arriva a noi, c’è solo pollo coi peperoni, il massimo della digeribilità notturna.
Si arriva a Dubai alle 4.40 del mattino. Si esce cercando il banco Budget autonoleggio e scopriamo che è l’unico che dal terminal 3 è stato spostato perché non c’è posto. Disperati dal girare, stanchi e affamati (il pollo vagava nel nostro stomaco) riusciamo a chiamare e ci mandano un fattorino che ci porta in un parcheggio dove arriva un altro fattorino che ci porta quasi in città al banco per ritirare la vettura. Chiudono le pratiche in 10 minuti, era già tutto pagato in fondo, ma dopo oltre 50 minuti non si trova la macchina! Abbiamo chiesto una Toyota Yaris e quella che arriva alle 6 di mattina è una Yaris locale. Ovvero una berlina tre volumi grande come una Audi A5, per intenderci. L’addetto, il classico indiano locale che non parla e non capisce, guarda e analizza 5 volte tutte la macchina, i dettagli, la carrozzeria, le gomme, fa la foto alla gomma di scorta. Finalmente partiamo e appena entrati in autostrada, la macchina sbanda e si accende la luce delle gomme sgonfie… A rilento troviamo un distributore, gonfia solo in PSI, noi abituati alle atmosfere, come facciamo a sapere? Conversione con calcolatore, si gonfia e si riparte. Sono ormai le 9 del mattino quando arriviamo ad Abu Dhabi in hotel. Alla reception ci dicono che ci aspettavano per il giorno prima, non sanno se hanno ancora una stanza. Lo sguardo diretto verso il responsabile deve averlo convinto al primo colpo perché salta fuori una stanza vip ai piani alti e danno le chiavi, prendono in carico la vettura e si scusano. Si dorme 3 ore, il tempo di una doccia e andare in circuito.
Per strada viene in mente Paolo Fox al quale ribadisco l’invito a farsi vedere e a discutere da uomo a uomo, perché se il pianeta in opposizione si trasforma in questo, dal profondo del cuore qualche accidenti lo lanceremo volentieri a Giove e compagnia bella. In sala stampa c’erano delle certezze. Ovvero da 10 anni a questa parte, il menù per la stampa era composto sempre dalla stessa roba. Pollo, fish and chips, insalata russa e cesar salad. Dieci anni in cui per tre giorni sempre la stessa sbobba. Il sabato 7 dicembre 2024, giornata storica, è cambiato il menù! La commozione ha preso il sopravvento vedendo del pesce, del pollo alla thailandese, delle penne all’arrabbiata e addirittura la lasagna! Commossi ringraziamo e reduci dalla febbre del Qatar con antibiotici e antidolorifici in corso, optiamo per qualcosa di riconoscibile e commestibile, visto anche i problemi intestinali di Leclerc che deve aver preso un colpo d’aria, dato la brutta abitudine che hanno da queste parti di sparare al massimo l’aria condizionata che non perdona col caldo esterno. Incrociamo Verstappen, gli facciamo le congratulazioni per l’arrivo del bebè e lui, sorridente, ci risponde: “Pensa che per scherzo mi aveva mandato foto di due gemelli, per fortuna solo uno!”. E beh, immaginiamo il colpo qualche mese fa quando lo ha scoperto e ci aveva chiesto privacy per non divulgare la cosa. Almeno lui sorride, in pista è un duro, un bastardo rissoso irascibile, fuori un ragazzo educato che arrossisce ed è disponibile, molto diverso da Hamilton che fa la star anche all’interno del team e infatti Max, sornione, dice: “Chissà cosa succede in Ferrari il prossimo anno, sei pronto?”. Se è per questo già adesso abbiamo le porte in faccia, peggio di così…