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L'attesa vissuta dai tifosi della Ferrari, che hanno dovuto aspettare oltre 900 giorni per rivedere vincere la Rossa, è stata lunghissima. Ma ne è valsa la pena. La scuderia di Maranello ha colto con merito un successo nel Gran Premio del Bahrain, e non per episodi fortunati. A ben vedere, pure il secondo posto di Carlos Sainz è frutto di una tenuta migliore rispetto a una Red Bull fragile, che incassa un doppio zero difficile da digerire. E la Ferrari, in quel di Sakhir, ha mostrato diversi punti di forza, che la rendono un'avversaria temibile. Vediamoli nel dettaglio.
La prima, ottima notizia per i tifosi della Ferrari è che Mattia Binotto diceva il vero, quando, a pochi giorni dall'inizio del mondiale, ha dichiarato che il gap prestazionale con gli altri motoristi era stato colmato. La power unit Superfast lo è di nome e di fatto. E anche se la Red Bull si è dimostrata leggermente più veloce sul dritto, la differenza è contenutissima. Ci vuole un plauso per il lavoro della Ferrari, visto che azzerare un deficit tra i 20 e i 25 CV - come confermato da Binotto - è un esercizio tutt'altro che semplice. Lo slancio rispetto al motore Mercedes, poi, è evidente. Basta dare un'occhiata al balzo colto da Alfa Romeo e Haas, sostituite da Aston Martin e McLaren nei bassifondi dello schieramento. E c'è pure l'affidabilità.
Le curve lente sono le più difficili da interpretare con le monoposto 2022, rigide, pesanti e con un'altezza da terra ridotta. La combinazione tra la minor deportanza nei cambi di direzione lenti e la maggior reattività degli pneumatici Pirelli apre il fianco al sottosterzo, e ai bloccaggi. La buona notizia per la Ferrari è che la F1-75 in Bahrain sia stata la più efficace nel secondo settore, quello più guidato, caratterizzato da curve lente. Un vantaggio rispetto alla concorrenza che potrebbe, tanto per fare un esempio, consentire a Charles Leclerc di fare molto bene a casa sua, in quel di Montecarlo. Segnali positivi, insomma, per una delle sfide più ostiche legate alla nuova era della F1.
La Ferrari, nelle FP2, non aveva effettuato simulazioni di gara significative, il che rendeva difficile prodursi in paragoni con la Red Bull. Ma la verità è che i tecnici della Rossa, con i dati raccolti nei test, avevano già il necessario per capire il comportamento in gara della F1-75. L'impeccabile gestione delle gomme da parte di Charles Leclerc ha dato al monegasco una marcia in più nella lotta contro Max Verstappen, anche quando l'olandese montava gomme nuove, contro le soft usate di Charles. L'ottima tenuta con le medie, poi, ha costretto Verstappen a un'ulteriore sosta, coperta dalla Ferrari con Leclerc in regime di Safefy Car. Tenendo conto del fatto che la Ferrari lo scorso anno si mangiava le gomme, è un segnale più che incoraggiante.
Un altro aspetto in cui la Ferrari ha surclassato la Red Bull in Bahrain riguarda le soste. I meccanici di Maranello non hanno sbagliato nulla, risultando più veloci di qualche decimo rispetto ai colleghi del team di Milton Keynes. Ed è stato proprio il tempo risparmiato nelle soste a rendere ineffettivi gli undercut tentati dalla Red Bull con Verstappen su Leclerc. All'olandese è stato consigliato di non esagerare con le gomme nell'out lap. Questa scelta conservativa, unita all'ottimo lavoro dei meccanici della Rossa nelle soste, ha creato i presupposti per il successo di Leclerc. Il lavoro di perfezionamento delle operazioni in pista ha trasformato i pit stop da una debolezza a una forza per la Ferrari, nonostante le gomme 2022, notevolmente più pesanti rispetto al passato, rendano le soste più complesse.
Li abbiamo lasciati per ultimi, ma certamente non per importanza. Charles Leclerc e Carlos Sainz, splendidi Cavallini rampanti sul podio di Sakhir, sono una coppia ideale per una Ferrari in crescita. Leclerc è stato aggressivo nel corpo a corpo, inducendo Verstappen a staccate disperate e facendo sì che Max sollecitasse eccessivamente dei freni già provati dal surriscaldamento. E Charles, più avanti, ha adottato con grande successo il metodo "a elastico" di Hamilton per la ripartenza dopo il regime di Safety Car, impedendo a Verstappen di beffarlo. Carlos, invece, ha lavorato duramente per portarsi vicino a Charles in qualifica. E la sua condotta paziente, ma graffiante a livello prestazionale a fine gara gli ha consentito di approfittare delle ambasce di Verstappen. Con due piloti così, la Rossa può dormire sonni tranquilli. Gli avversari, invece, un po' meno.