F1 2025. La McLaren è davvero il team da battere? L'analisi dei test in Bahrain [Video]

F1 2025. La McLaren è davvero il team da battere? L'analisi dei test in Bahrain [Video]
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Ecco cosa abbiamo imparato dai test prestagionali 2025 della Formula 1 in Bahrain, scuderia per scuderia
28 febbraio 2025

La McLaren è davvero la macchina da battere? E quali sono invece le speranze della Ferrari? Sono tante le domande che ci si pone inevitabilmente alla fine della tre giorni di test prestagionali 2025 della Formula 1 andati in scena in Bahrain. Per capire come si sono comportate le varie scuderie bisogna andare oltre i tempi, alla ricerca dei primi raffronti sui valori in campo. Ecco cosa abbiamo imparato dai test, team per team.

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Sauber

Di tutte le monoposto dello schieramento, la Sauber C45 è sembrata l’unica evidentemente scomposta nel corso della tre giorni di test. L’incostanza nel comportamento della monoposto si traduce inevitabilmente in una mancanza di fiducia nel mezzo da parte dei due piloti. Vale anche per l’esperto Nico Hulkenberg, ma non è certamente una notizia incoraggiante per Gabriel Bortoleto, visto che per un rookie avere una vettura capricciosa non è il massimo. Gabriel, però, ha mostrato qualità decisamente interessanti. Il problema, in ogni caso, non sono certamente i piloti.

Williams

Il miglior tempo colto da Carlos Sainz nella seconda giornata di test ovviamente non è rappresentativo del vero valore della Williams FW47, però la monoposto sembra poter dire la sua a centro classifica. Dopo una tendenza iniziale a subire le asperità del terreno e una certa instabilità in ingresso curve lente e media velocità, nelle mani di Sainz ieri sembrava molto costante, al netto di un carico di benzina evidentemente inferiore rispetto ai team di prima fascia. Delle auto di centro classifica, la Williams sembra tra le più efficaci, almeno per quanto abbiamo visto in questi giorni. Forse un po’ aggressiva a tratti nel rispondere agli input dei suoi piloti, ma interessante. Siamo avanti anni luce rispetto non solo ai drammi del 2019, ma pure all’abbrivio del 2024. E questa è un’ottima notizia per questo team storico.

Racing Bulls

Rispetto all’avvicinamento alla scorsa stagione, della Racing Bulls non si sta parlando molto. Forse perché, almeno per il momento, le sinergie intensificate con la Red Bull non hanno portato ai risultati che si attendeva chi vedeva all’orizzonte lo spauracchio di una “Red Bull 2”. Da quanto si è visto durante i test in Bahrain, la VCARB-02 non ha stupito, a differenza della sua splendida livrea. Della monoposto di Yuki Tsunoda e Isack Hadjar si è notato un certo sottosterzo. Le monoposto memorabili a centro classifica sono altre, diremmo.

Haas

Tra le scuderie di seconda fascia, la Haas si è distinta per la tipologia di lavoro svolto in pista in Bahrain. Per saggiare la VF-25, si è deciso di effettuare esclusivamente run con alto quantitativo di carburante fino al pomeriggio di venerdì, quando Esteban Ocon è stato protagonista di una convincente simulazione di gara. È l’approccio estremamente pragmatico del team principal Ayao Komatsu, molto concreto da buon ingegnere qual è. La Haas si è fatta notare soprattutto per il fantozziano momento in cui dalla VF-25 si è staccato un pezzo del cofano motore, ma l’approccio sembra far sperare per una stagione concreta. Anche se ci sono scuderie di centro classifica che hanno impressionato di più.

Alpine

L’Alpine si è presa la scena nel pomeriggio di venerdì, con un tempo notevole siglato da Pierre Gasly. Ma la cosa più importante è che sembra che la A525 stia proseguendo nella direzione positiva presa dalla scuderia di Enstone nell’ultima parte della scorsa stagione. Un po’ come il tempo di Gasly in Bahrain, anche il doppio podio del GP del Brasile 2024 non era rappresentativo della vera forza dell’Alpine in circostanze non fuori dall’ordinario. Però è indubbio che l’Alpine oggi sia decisamente in una situazione migliore rispetto ai test dello scorso anno, a cui si era presentata con una macchina sovrappeso, il motore peggiore dello schieramento e un’aerodinamica inefficace. La A525 è sembrata sconnessa a tratti, ma potrebbe dire la sua a centro classifica.

Aston Martin

La buona notizia in casa Aston Martin, è che i desideri dei piloti sono stati ascoltati. Fernando Alonso e Lance Stroll si sono ripetutamente lamentati lo scorso anno di quanto la AMR24 fosse incostante nelle sue reazioni ai loro input. La vettura chiamata a sostituirla, la AMR25, sembra decisamente più prevedibile, e sappiamo bene quanto sia importante affinché i piloti siano a loro agio. Il problema è che una macchina costante non necessariamente è veloce. La sensazione vedendo la Aston Martin AMR25 è che non sia nulla di speciale. E invece che avvicinarsi ai quattro team di testa, il rischio è quello di finire invischiati nella parte meno nobile dello schieramento. La turbolenta ultima giornata di lavoro, con Stroll alle prese con un’indisposizione che ha costretto Alonso a subentrargli in corsa, non ha aiutato a fornire un’idea più chiara di una monoposto che per ora non emerge.

Mercedes

Per quanto si è visto nella tre giorni di test in Bahrain, la Mercedes W16 sembra una vettura decisamente più prevedibile rispetto alle monoposto che l’hanno preceduta. Vista da fuori, pareva molto più pulita nelle mani dei suoi piloti, senza troppi capricci. È vero che le prime due giornate di lavoro, con temperature rigide, hanno visto condizioni simili a quelle in cui la W15 entrava nella finestra di utilizzo ideale. Ma che alcuni bloccaggi siano stati il problema più grave anche con il clima più caldo di venerdì è un segnale incoraggiante. La W16, che spesso ha mostrato un’anteriore molto puntato, è risultata più efficace sul giro secco che sul passo gara. Nella simulazione della corsa, è emersa una certa tendenza a faticare a inizio stint e sul finire, con un’auto più scarica.

Indubbiamente incoraggiante, comunque, è l’atteggiamento di Andrea Kimi Antonelli. Oltre ad assorbire “come una spugna” – parola di Valtteri Bottas – tutto quello che gli possa servire nell’anno del suo debutto in F1, Antonelli ha stupito per la sua capacità di sentire la vettura con il proprio corpo, di estrarre la prestazione risultando efficace anche sul passo gara. Come è inevitabile che sia, deve smussare gli angoli del suo talento, tenendo a bada la voglia di alzare sempre di più l’asticella delle prestazioni con l’aumentare della fiducia nei confronti del mezzo. Ma quanto mostrato da Kimi nella tre giorni di test in Bahrain non può che far sperare bene per il prosieguo di una stagione in cui avrà gli occhi del mondo puntati addosso.

Red Bull

Se dovessimo solo guardare al cronometro – non parliamo solo del giro secco di Max Verstappen, ma anche dell’ultimo long run di giornata – non potremmo che parlare di una Red Bul RB21 più che convincente, pronta a battagliare per la vetta della classifica. Ma il problema è come la scuderia di Milton Keynes è arrivata a mettere Verstappen nelle condizioni per tirare fuori il meglio di sé. Oggi la Red Bull ha portato in pista una nuova versione dell’ala anteriore, con un muso più largo che si ancora al secondo elemento, e non al profilo principale come la vecchia. E ha alternato più volte queste due specifiche, con un’insistenza giustificata dall’insoddisfazione di Verstappen per il sottosterzo, evidente in curva 11.

La sperimentazione è continuata per buona parte della giornata, e la sensazione è che la Red Bull non avesse ancora individuato una base convincente da cui partire per lavorare con maggior serenità. Poi Verstappen ha piazzato il tempone, al culmine della sua ricerca del limite prestazionale. Potrebbero semplicemente essere problemi di gioventù, ma i precedenti destano dei sospetti. I problemi di correlazione sperimentati dalla Red Bull lo scorso anno, complice una galleria del vento ormai obsoleta, potrebbero essere il motivo per cui anche nel pomeriggio di venerdì la Red Bull ha fatto ampio uso del flow-viz. E se la coperta dovesse essere comunque corta, nonostante i correttivi apportati, potrebbe essere difficile trovare la quadra nel poco tempo a disposizione in un weekend di gara. Volendo sintetizzare, al suo meglio la RB21 è rapidissima, tagliente nelle mani di Verstappen. Ma quanto ci vuole a portarla in queste condizioni?

Ferrari

Qual è la vera faccia della Ferrari SF-25, quella raccontata dall’entusiasta Lewis Hamilton o quella delineata da un cauto Charles Leclerc? La verità è che sono i due lati della stessa medaglia. Hamilton percepisce dei sentori molto positivi perché, per suo sommo sollievo, la SF-25 gli consente di impiegare con successo il suo stile di guida, fatto di approcci aggressivi in ingresso curva e di frenate profonde e brusche. Si sente tutt’uno con la macchina, cosa che non gli succedeva con le ultime Mercedes. Proprio questo è il termine di paragone di Hamilton. Il fatto che si stia adattando così bene non era per nulla scontato, se si pensa, tanto per cominciare, che Lewis sta prendendo le misure con la power unit Ferrari, che non aveva mai usato prima. Ci sono differenze in termini di erogazione, di vibrazioni, di gestione della batteria, con conseguenze sul modo in cui la monoposto si comporta in fase di accelerazione e di frenata.

Se a questo si aggiungono le inevitabili differenze anche a livello meccanico, si capisce perché Hamilton sembri entusiasta di aver trovato un feeling con la sua macchina. Diversa è, giocoforza, la situazione di Leclerc, che può avere un raffronto molto più chiaro con le Ferrari precedenti, e in particolare la SF-24, che Hamilton ha provato solo in una versione modificata per simulare i carichi 2026 nei test Pirelli a Barcellona. Leclerc si sta già spingendo verso il limite della vettura, ed è comprensibile che abbia un occhio più critico. Charles in realtà non si è voluto sbilanciare, ma ha parlato di una certa fatica lato bilanciamento. Potrebbe trattarsi semplicemente di un problema di adattamento ai cambiamenti profondi apportati sulla SF-25 - sospensione pull rod all'anteriore in testa - e se così fosse i margini di miglioramento a livello prestazionale potrebbero essere significativi. La SF-25 è risultata più efficace nei momenti in cui la pista aveva un grip maggiore. Nella giornata di venerdì è apparsa più nervosa, e i dati sul passo gara non sono al livello delle prestazioni offerte dalla McLaren. 

McLaren

La McLaren MCL39 è la vettura che ha convinto maggiormente nella tre giorni di test in Bahrain: su questo non ci sono dubbi. L’ottima simulazione di gara messa a segno da Lando Norris ieri è stata sicuramente influenzata dalle circostanze, visto che per ammissione dello stesso team principal Andrea Stella, il freddo di ieri ha finito per esaltare le caratteristiche della nuova nata della casa di Woking, che con l’uscente MCL38 condivide la capacità di mantenere in vita le gomme fino al termine dello stint. Il degrado nullo visto ieri con Norris sfruttando le C3 non è stato replicato oggi da Piastri, in un frangente in cui la pista era più lenta. La MCL39 è la monoposto più “risolta” in questo momento, anche se Norris ieri si lamentava del comportamento del posteriore e anche se nella mattinata di venerdì abbia mostrato un certo sovrasterzo a causa del forte vento, che ha ulteriormente complicato il lavoro in pista.

Nonostante abbia osato molto con il progetto 2025, la McLaren può contare su un’ottima base di partenza, senza singhiozzi di gioventù. Non ha sentito nemmeno l’urgenza di cercare il limite, andando invece a lavorare di fino sulla comprensione dei lati inediti di una monoposto che non poteva che essere audace per provare a tenersi alle spalle un gruppo di rivali agguerrite. Ma il fatto che la McLaren sia la regina dei test non vuol dire che si possa sedere sugli allori. Dopotutto, gli altri potrebbero fare un salto di qualità mettendosi alle spalle le mancanze mostrate nei test. E, soprattutto, la MCL39, come d’altronde tutte le altre monoposto, dovrà dimostrare di essere efficace su un ampio ventaglio di circuiti, caratteristica che è stata la chiave vincente della MCL38 dello scorso anno. Con 24 gare in programma, la stagione 2025 sarà una maratona. E i test in Bahrain sono solo il prologo di una storia che si preannuncia molto avvincente da raccontare.

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