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La stagione 2024 di Formula 1 è stata caratterizzata da un intreccio vivace, ma alcuni intrighi sul fronte della tecnica hanno generato delle perplessità negli addetti ai lavori. Lo scorso anno è tornata in auge la questione delle ali flessibili, con una serie di polemiche scatenate dall’alettone posteriore della McLaren a Baku, con il DRS che non andava completamente a sigillare il flap mobile in rettilineo, aprendosi invece regalando una velocità extra.
La flessibilità delle ali è spesso stata oggetto di controversie in Formula 1. Fermo restando che questi componenti non possono essere totalmente rigidi, e presentano invece una certa flessione quando sollecitati da un carico, i team da tempo giocano ad aumentare l’elasticità dei materiali per mettersi nelle condizioni di sfruttare certe zone grigie del regolamento. Le normative della FIA impongono delle prove statiche, a macchina ferma, in cui si simula la reazione dei componenti a un determinato carico.
La McLaren ha deciso di investire delle risorse per far sì che l’ala anteriore e la posteriore della sua MCL38 avessero un’elasticità tale da superare le prove statiche senza problemi, ma da consentire ai componenti di collassare oltre una certa velocità. Con questa soluzione, in buona sostanza, la scuderia di Woking riusciva a primeggiare sia a bassa che ad alta velocità. Forti delle riprese effettuate in gara, gli altri team sono andati a chiedere spiegazioni alla FIA, che ha ribadito che il componente era legale, avendo superato le prove statiche.
La concorrenza – Red Bull e Ferrari in testa – ha dovuto investire denaro in regime di budget cap e con restrizioni all’uso della galleria del vento per trovare non solo un materiale più elastico, ma anche per rivedere di conseguenza il centro di pressione della monoposto. Ma investimenti in tal senso sono stati deliberati anche per il 2025, prima che la Federazione decidesse di imporre una nuova direttiva tecnica, per giunta a partire dal Gran Premio di Spagna e non dall’inizio della stagione.
Bisognerà attendere quindi il nono GP del campionato 2025 affinché vengano inasprite le prove statiche a cui saranno sottoposte le ali. Una decisione, questa, che il nostro Matteo Bobbi considera una forzatura. L’opinionista di Sky nota una grossa differenza tra una F1 che con Liberty Media continua la sua ascesa e una Federazione che non riesce a tenere lo stesso ritmo. Non è solo una questione di rapidità, ma anche di dietrofront continui e radicali. È proprio questo il caso di una direttiva tecnica che renderà obsolete le ali dopo un terzo di stagione, costringendo a nuovi investimenti chi potrà affrontarli.
Lo sguardo, per giunta, si rivolge già al 2026, che vedrà l’introduzione di un regolamento fortemente condizionato da una power unit rivista, con un apporto della parte elettrica più elevato. Il sospetto che proprio questa caratteristica del propulsore possa portare a una certa difficoltà nel garantire determinate prestazione ha fatto sì che il resto della monoposto fosse concepito di conseguenza. Il rischio che si potrebbe correre, come sottolinea Bobbi, è che si assista a una “formula motore”, con un costruttore che potenzialmente potrebbe godere di un vantaggio abnorme così come fu per la Mercedes dal 2014 in avanti. Una cosa è certa: la stagione 2025 di Formula 1 non è nemmeno iniziata, ma si comincia già a discutere.