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In pochi, dopo le prove libere del Gran Premio d’Australia 2023 di Formula 1, avrebbero potuto immaginarsi una Mercedes in prima fila. E invece, accanto a Max Verstappen domani ci sarà George Russell, che ha battuto per un decimo Lewis Hamilton con una W14 che si accende con le temperature fredde. La Ferrari, invece, non ha brillato, con Carlos Sainz quinto e Charles Leclerc settimo, per via di un errore di valutazione dovuto al meteo. Convinti dell’arrivo della pioggia prima della fine della Q3, in Ferrari hanno deciso di non fargli fare un giro di riscaldamento, risultato necessario sino a quel momento per performare al meglio. Ma quali sono le speranze per la gara di domani? Per capirlo, bisogna andare ad analizzare i tempi delle FP3, gli unici davvero indicativi vista la turbolenta giornata di ieri, tra problemi al GPS e maltempo.
Partiamo dalla favorita della vigilia, la Red Bull, che, incredibile a dirsi, a Melbourne ha vinto solo una volta, nel 2011 con Sebastian Vettel. Max Verstappen, a podio qui solo nel 2019, nella giornata di oggi ha adottato la configurazione aerodinamica più carica impiegata con successo sulla RB19 di Perez già ieri, mostrando spunti incoraggianti sin dalle FP3. Il messicano, dal canto suo, è stato protagonista di una sessione da incubo, condita da vari errori, l’ultimo dei quali – passare la linea della pitlane con semaforo rosso – è da rookie, come dimostra l’altro pilota a commetterlo, Oscar Piastri. In qualifica è andata pure peggio, visto che, a fronte di evidenti difficoltà in frenata, ad inizio Q1 è finito nella ghiaia.
Perez ha prima parlato di “bilanciamento incostante”, un problema che la Red Bull ha talvolta riscontrato lo scorso anno, e poi di inconvenienti in frenata. Questi guai evidentemente devono aver innervosito troppo il messicano, aprendo il fianco a un errore che costringe la Red Bull a giocare a una punta sola domani. Certo è che un pilota che nutre aspirazioni mondiali dovrebbe essere in grado di compensare certe mancanze, proprio come è in grado di fare il suo compagno di squadra. Tornando a Verstappen, invece, vale la pena focalizzarsi sul suo run con le medie a inizio FP3, in cui è incappato nel graining. La sensazione è che la gialla non sia la gomma più adatta in gara con queste condizioni, che invece premiano una rossa che non ha mostrato grandi segnali di degrado, come ha dimostrato Hamilton, capace di cogliere il suo miglior tempo nel run con le soft dopo parecchi giri.
Il graining potrebbe agevolare i team in grado di gestire meglio le gomme. E tra le scuderie di punta la migliore in questo senso resta l’Aston Martin, specialmente con il suo pilota numero uno, Fernando Alonso. Forte nei cambi di direzione – lo si vedeva chiaramente a occhio nudo in curva 9/10 – la AMR23 ha dimostrato un’ottima tenuta nei run con le soft di Fernando Alonso e Lance Stroll, entrambi capaci di cogliere alcuni crono sull’1’22 basso prima della bandiera rossa causata dai detriti distribuiti in pista da Nyck De Vries. Dati, questi, migliori di quelli registrati da Leclerc, il cui tempo più basso nel run è stato un 1’22”538.
Il quadro emerso nelle libere per la Ferrari era migliore rispetto a Jeddah, complice anche la minore altezza da terra della SF-23, e la Rossa, non producendosi in una simulazione di qualifica a fine FP3, ha risparmiato un set di soft per il GP. Ma la qualifica ha messo in dubbio molte valutazioni. Resta il fatto che l’Aston Martin, per quanto si è visto nelle libere, sembra avere maggiore efficacia nel passo gara, e ci sono pure le Mercedes davanti. A rigor di logica, verrebbe da pensare che la AMR23 possa essere ancora più in palla con le medie, compound che, come vi spiegavamo prima, potrebbe invece dare qualche grattacapo alla concorrenza, anche se un sollievo a questo problema potrebbero darlo le temperature più elevate. Che sia questa la vera chiave della corsa di domani?