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A motori F1 2020 forzatamente spenti, per il maledetto Covid-19, prosegue il nostro revival del trentennale con il secondo Gran Premio del Mondiale, quello 1990 e non certo il GP F1 del Bahrain. Dopo gli USA, con l’exploit di Alesi, si arriva in Brasile per il secondo GP F1 dell’anno. La patria di Ayrton Senna, che con la McLaren – Honda non dovrebbe avere altro da fare, se non bissare il successo di Phoenix sul rinnovato tracciato di Interlagos.
Anche gli dei della guida ogni tanto hanno degli intoppi, però. Quelli di Senna sono due, il principale lo gestirebbe bene, perché lo conosce: è di colore rosso con seduto dentro un piccolo ma acerrimo rivale, francese, che preme sul gas di un motore tutto italiano con 12 cilindri da urlo; urlo più forte e stridente, di quello della sua McLaren. La sorpresa, negativa per i moltissimi fans di Senna, arriverà invece da un fronte inatteso e dal suono più sordo, di un classico V8 DFR.
Come da programma, dopo le prequalifiche che riescono a includere entrambe le monoposto Larrousse, motorizzate Lamborghini V12, Ayrton Senna piazza il tempone e si posiziona in pole position. Mezzo secondo e oltre al compagno Berger, inflitto solo quando serviva nel day2, un secondo abbondante alle due Williams, tra cui quella di Patrese e poi le due Ferrari, in terza fila con i baffi di Nigel sotto al casco della Rossa meglio messa.
Gli italiani pronti al via erano ben dieci, sui 35 iscritti, tra cui un debuttante di nome Morbidelli, Gianni. Altri due connazionali erano in pista e hanno provato a qualificarsi: Gabriele Tarquini e Ivan Capelli. Tra la monoposto bianco rossa numero 27 (27…) di Senna e la nera numero 18 di Dalmas, ultimo in griglia, passavano 4,4 secondi di distacco, al miglior crono: roba che quasi qualunque “umano” che capisca di auto ci metterebbe la firma, a prenderli da Ayrton a Interlagos su una F1 vagamente evoluta dal 1989. Roba che nessuno si permetteva di criticare troppo i piloti che rischiavano la vita, senza averne titolo alcuno (accadrà eccome, in stagione, ma partendo da chi può permetterselo perché vive il Circus da dentro e pagandoli, i piloti).
I 71 giri della gara brasiliana di F1 per il Gran Premio, 1990, non si rivelano la passeggiata vincente con classica coreografia curata di Senna, che si poteva certo presumere, tifando McLaren. Subito un contatto al via, tra piloti italiani o quasi: Alesi, che esagera come e più di quanto giusto per un giovane, Nannini e De Cesaris, che ha la peggio. Dietro alle McLaren, una Williams e le Ferrari riescono a far bene, scalare posizioni, specialmente Prost che dopo metà gara non è troppo lontano dalla vettura di Senna. La Rossa contrariamente alla qualifiche impressiona, specie quando passa di gran carriera Berger, mentre la migliore delle Williams quasi stira un meccanico al pit-stop.
Quello che non ti aspetti però succede sempre in gara, specie se le è F1 a cavallo degli anni Ottanta e Novanta: Senna prende male una “chicane mobile” giapponese (ovvero la Tyrrel condotta da Nakajima) e si toccano. Incredibile, direbbe un vero malato di Senna “questi doppiati...! Far sbagliare un pole-man campione del mondo!”. È questo episodio il via per la prima vittoria in Rosso di Prost, con Berger che si gestisce bene in mezzo anche alle difficoltà dei rivali, chiudendo secondo e Senna lontanissimo, dopo una sosta al box, ma sul terzo gradino del podio.
Primo dei "fuori podio" Mansell che è anche l’ultimo dei piloti a pieni giri, sulla seconda Ferrari. Mentre il giovane Alesi deve cedere, proprio all’ultimo giro, una posizione a quella volpe di Piquet, che in casa riesce a chiudere sesto sulla Benetton con l’otto cilindri Ford. Primo dei molti italiani Martini sulla Minardi, nono a due giri.
A fine gara Senna, circa quella sua "leggerezza" visto che era lui a dover superare, dirà molto pacatamente che il doppiato sulla Tyrrel gli aveva aperto la via di passaggio all'interno, salvo poi ripensarci e fargli saltare via il musetto della monoposto. La stagione, dopo due gare, scriveva già i nomi dei duellanti che la avrebbero infiammata fino alla fine.
Pos N° Pilota Team Giri Tempo
1 1 Francia Alain Prost Ferrari 71 1:37:21.258
2 28 Austria Gerhard Berger McLaren - Honda 71 +13.564
3 27 Brasile Ayrton Senna McLaren - Honda 71 +37.722
4 2 Regno Unito Nigel Mansell Ferrari 71 +47.266
5 5 Belgio Thierry Boutsen Williams - Renault 70 +1 giro
6 20 Brasile Nelson Piquet Benetton - Ford 70 +1 giro
7 4 Francia Jean Alesi Tyrrell - Ford 70 +1 giro
8 3 Giappone Satoru Nakajima Tyrrell - Ford 70 +1 giro
9 23 Italia Pierluigi Martini Minardi - Ford 69 +2 giri
10 19 Italia Alessandro Nannini Benetton - Ford 68
11 25 Italia Nicola Larini Ligier - Ford 68
12 26 Francia Philippe Alliot Ligier - Ford 68
13 6 Italia Riccardo Patrese Williams - Renault 65
14 21 Italia Gianni Morbidelli Scuderia Italia - Ford 64
Ritirato 10 Italia Alex Caffi Arrows - Ford 49
Ritirato 12 Regno Unito Martin Donnelly Lotus - Lamborghini 43
Ritirato 8 Italia Stefano Modena Brabham - Judd 39
Ritirato 24 Italia Paolo Barilla Minardi - Ford 38
Ritirato 18 Francia Yannick Dalmas AGS - Ford 28
Ritirato 11 Regno Unito Derek Warwick Lotus - Lamborghini 25
Ritirato 30 Giappone Aguri Suzuki Larrousse - Lamborghini 24
Ritirato 9 Italia Michele Alboreto Arrows - Ford 24
Ritirato 7 Svizzera Gregor Foitek Brabham - Judd 14
Ritirato 29 Francia Éric Bernard Larrousse - Lamborghini 13
Ritirato 14 Francia Olivier Grouillard Osella - Ford 8
Ritirato 22 Italia Andrea De Cesaris Scuderia Italia - Ford 0
NQ 35 Svezia Stefan Johansson Onyx - Ford
NQ 36 Finlandia Jyrki Järvilehto Onyx - Ford
NQ 16 Italia Ivan Capelli Leyton House - Judd
NQ 15 Brasile Maurício Gugelmin Leyton House - Judd
NPQ 17 Italia Gabriele Tarquini AGS - Ford
NPQ 33 Brasile Roberto Moreno EuroBrun - Judd
NPQ 31 Belgio Bertrand Gachot Coloni - Subaru
NPQ 34 Italia Claudio Langes EuroBrun - Judd
NPQ 39 Australia Gary Brabham Life
Fonte immagini: Twitter @LegendarysF1, @1990sF1