F1 2018: Sebastian Vettel vs. Lewis Hamilton, 2.0 (Seconda parte)

F1 2018: Sebastian Vettel vs. Lewis Hamilton, 2.0 (Seconda parte)
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Ripercorriamo la bruciante rivalità tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton nella stagione 2018 di Formula 1
25 dicembre 2018

HAMILTON IMPLACABILE

Il weekend in Germania è funestato dalle drammatiche notizie che giungono sulla salute del Presidente della Scuderia Ferrari, Sergio Marchionne.

Vettel ottiene la pole sulla pista di casa, Hamilton per via di un problema idraulico nel Q1 è costretto a rimontare dal 14° posto e sembra un nuovo sliding doors rosso. Lo sarà, alla rovescia.

La gara prosegue secondo copione con Vettel davanti e Hamilton in rimonta fino a quando inizia a piovere nel settore finale della pista.

Al giro 52 l’inquadratura improvvisa delle telecamere è impietosa: la Ferrari numero 5 è contro le barriere alla Sachs. Entra la safety car e avviene un episodio quantomeno controverso: Hamilton imbocca la corsia che porta ai box ma all'ultimo momento decide di non rientrare e torna in pista. L’inevitabile investigazione non porta a nessuna sanzione.

Pazzesco Vettel. A voler infierire, è l’unica vittima della pioggia caduta su Hockenheim. Ma pazzeschi anche i commissari. Bottas ha l’unico sussulto di dignità di tutta la stagione e attacca con decisione il compagno: a quel punto Mercedes gli intima di stare calmo.

Con il blitz tedesco Hamilton torna in vetta alla classifica dei piloti, 188 a 171: per Vettel il danno reale ammonta a 32 punti (oltre ai 25 punti gettati vanno sommati i 7 che guadagna Hamilton da potenziale secondo).

Sebastian Vettel finisce a muro in Germania: è uno dei crocevia della stagione 2018
Sebastian Vettel finisce a muro in Germania: è uno dei crocevia della stagione 2018
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Il calendario di luglio prevede ben 4 gare, dunque c’è ancora da disputare la prova in terra magiara prima della pausa estiva.
Su una pista storicamente roccaforte Ferrari, tutto sembra andare secondo ogni rossa previsione ma nella fase decisiva del Q3 la pioggia azzera la supremazia mostrata dalla SF71H fino a quel momento: non sono impeccabili in quel frangente né i piloti né il muretto box.

Pole, ovviamente a Hamilton, da Lewis a Ulisse il passo è breve. La difficile gara di Vettel subisce una mazzata al giro 39: nuovo problema al pit stop che permette a Bottas di sopravanzarlo.

Considerate le variabili fisse (l’Hungaroring e Bottas) non sono nemmeno troppi i 25 giri successivi impiegati per ‘ripristinare’ le posizioni: Vettel tenta il sorpasso al pilota finlandese alla prima curva, si toccano a quella successiva, ma il tedesco riesce a passare di forza e a prendersi la piazza d’onore.

Per la cronaca, Bottas, schierato da Mercedes come chicane mobile, una volta superato anche da Raikkonen tenta di immolarsi contro Ricciardo. L’abituale pausa estiva in agosto congela per 4 settimane una classifica comandata da Hamilton a 213 punti, 24 in più del rivale (189).

Si riparte da Spa e, puntuale, si riaffaccia la pioggia nelle qualifiche a seminare il caos. Negli ultimi minuti tuttavia la pista inizia ad asciugarsi e in queste condizioni Hamilton rifila quasi otto decimi a Vettel: vero, il tedesco ha problemi di carica della batteria nel giro decisivo ma Lewis firma la sua più bella pole in carriera.

Alla domenica si decide tutto al primo giro: l’anglocaraibico si difende dall'attacco di Vettel allo start e mantiene la prima posizione ma lungo il rettilineo del Kemmel il ferrarista lo affianca e lo supera, appena prima che i commissari optino per l'entrata della safety car.

Un martello per tutta la gara il tedesco, braccato dalla Mercedes numero 44 che rallenta nel finale: il suo svantaggio in classifica scende a 17 punti (231-214).

All’appello manca l’apporto di Raikkonen, autentico specialista sul difficilissimo tracciato belga, ma il suo week end è da incubo: senza benzina sul più bello in Q3, al via viene coinvolto nella carambola innescata da Hulkenberg alla Source che oltre alla foratura gli compromette l’auto. Il suo calvario dura 8 giri.

Sebastian Vettel raggiante sul podio a Spa
Sebastian Vettel raggiante sul podio a Spa

La settimana successiva c’è Monza e in tutti i bar italiani si parla di sorpasso imminente, ai limiti dell’inevitabile, della Ferrari ai danni di Mercedes.

Nel tempio della velocità dove il gioco delle scie è fondamentale, in Q3 le Rosse effettuano l’ultimo tentativo in coda alle due Frecce d’Argento.

L’ordine è Bottas-Hamilton-Vettel-Raikkonen ed è quantomeno singolare da parte della scuderia di Maranello: infatti Hamilton ottiene la pole in 1'19"294, Vettel gliela toglie immediatamente con 1'19"280 e puntualmente Raikkonen beffa entrambi fermando il cronometro sull’ 1'19"119 firmando la pole più veloce della storia della Formula 1 alla ragguardevole media sul giro di 263,587 km/h.

La gara si risolve nuovamente al primo giro. Forse memore del benservito ricevuto poche ore prima o forse per un semplice sussulto d’orgoglio, fatto sta che Kimi resiste agli attacchi del compagno, tirandogli la staccata e involontariamente favorendo Hamilton che alla Variante della Roggia è urtato dal tedesco: la Ferrari numero 5 è costretta a ripartire dal fondo dello schieramento con l’ala rotta.

La lotta per la vittoria è riservata a quel punto a Raikkonen ed Hamilton che se le danno di santa ragione fino a quando, complici i pit stop, la Mercedes impiega Bottas - in modo discutibile ma entro i regolamenti - per stoppare Kimi e compromettere l’efficacia delle sue gomme.

La tattica funziona, negli ultimi giri Hamilton si riporta sotto alla Ferrari numero 7 senza difficoltà e al quarantaquattresimo giro passa in testa alla prima variante per andare a vincere la gara. Il mondiale si riallontana per Seb, distanziato di 30 punti (256-226) dopo due terzi del campionato. Un errore, il suo, quantificabile in 20 punti.

Hamilton mostra la sua soddisfazione dopo la vittoria a casa della Ferrari a Monza
Hamilton mostra la sua soddisfazione dopo la vittoria a casa della Ferrari a Monza

A Singapore la Ferrari incappa in un weekend che ricalca quello primaverile in terra catalana, difficile fin dalle qualifiche: Hamilton e la sorpresa Verstappen conquistano la prima fila, Vettel apre la seconda con un distacco che supera i 6 decimi.

Come avvenuto sull’altro circuito cittadino, Monaco, i primi 6 delle qualifiche arrivano al traguardo nello stesso ordine ma Vettel accusa quasi 40 secondi, stesso distacco che ha ora in classifica (281-241).

In Russia la regressione delle prestazioni della SF71H prosegue o, malignamente, la soluzione dei fori aperti nel posteriore fa volare Mercedes.

In Q3 Lewis Hamilton viene battuto per soli 4 millesimi dal compagno di scuderia Bottas ma le due Ferrari pur posizionandosi in seconda fila sono cronometricamente indietro: Vettel rimedia quasi 6 decimi, Kimi sfiora il secondo.

La gara è la riprova definitiva dei timori: il sorpasso di Hamilton a Vettel in curva 4 è impietoso, al resto pensa il team Mercedes che sacrifica la vittoria di Bottas per archiviare seppur non aritmeticamente il mondiale. Con il terzo posto del tedesco infatti il divario arriva a 50 punti (306-256).

Sembra profetico che l’appuntamento successivo sia a Suzuka, in Giappone. Nella terra dei Samurai l’harakiri Ferrari si compie definitivamente in due parti.

La prima, al sabato, nella fase decisiva delle qualifiche: gli uomini in rosso optano, all'inizio della Q3, per gomme da bagnato intermedio mentre gli altri 8 piloti mantengono le gomme da asciutto.

Vettel e Raikkonen sono costretti a rientrare frettolosamente ai box, c.v.d. Lewis Hamilton va in pole davanti al compagno Bottas, Kimi è quarto mentre Seb e le sue residue speranze affondano letteralmente al nono posto.

La partenza del GP del Giappone 2018 a Suzuka
La partenza del GP del Giappone 2018 a Suzuka

La gara, se possibile, ha un esito più infausto delle qualifiche. Hamilton saluta tutti e va a vincere, poco dietro di lui Verstappen dimostra eufemisticamente sensibilità nei confronti del colore rosso: prima sperona Raikkonen dopo un lungo all’ultima chicane rimediando una discutibile penalità di 5 secondi, poi, attaccato da Vettel alle Spoon non ci pensa nemmeno ad alzare il piede e a girarsi è ovviamente il solo pilota tedesco.

L’unica consolazione per Seb, sesto alla fine, è il giro più veloce della gara proprio all’ultimo passaggio, giusto in modo da togliere la possibilità del Grand Chelem (pole position, giro veloce, vittoria e gara condotta dal primo all'ultimo giro) al rivale.

Il distacco si dilata a 67 punti (331-264), Lewis ha quasi 3 gare di vantaggio quando ne mancano appena 4 alla fine del campionato: il mondiale piloti è finito.

In Giappone Hamilton chiude praticamente i giochi per il mondiale piloti
In Giappone Hamilton chiude praticamente i giochi per il mondiale piloti

IL SALUTO DI KIMI

In Usa Hamilton riesce, forse per ingannare la noia, nell’impresa di staccare la pole nonostante un errore nel giro veloce mentre Vettel è secondo ma solo sulla carta: per non farsi mancare proprio nulla, durante la PL1 è riuscito a rimediare tre posizioni di penalità sulla griglia per un’ingenuità commessa in regime di bandiera rossa!

Dopo lo start, Kimi supera Hamilton alla prima curva di forza mentre stavolta Seb sceglie come sparring partner Daniel Ricciardo: ennesimo testacoda ed ennesima gara buttata.

Bottas si immola come da contratto per il compagno addirittura due volte ma stavolta non basta: fori aperti o fori chiusi, Hamilton soffre di un forte degrado degli pneumatici ed è costretto ad un cambio gomme ulteriore.

Il finale vede Raikkonen, Verstappen e Hamilton racchiusi in una manciata di secondi, ma Kimi approfitta del rude duello tra i due inseguitori e vince, Vettel passa Bottas e con il quarto posto finale rimanda alla gara messicana il verdetto ufficiale: il distacco nel frattempo è arrivato a toccare 70 punti (346-276).

Kimi Raikkonen impassibile sul podio di Austin
Kimi Raikkonen impassibile sul podio di Austin

CAMPIONE CAMPIONE CAMPIONE CAMPIONE CAMPIONE!

In Messico, a sorpresa, Daniel Ricciardo mette tutti in fila beffando Verstappen per soli 26 millesimi; i due contendenti al titolo sono in seconda fila con Hamilton davanti a Vettel.

Le gomme condizionano nuovamente la gara di entrambe le W09 che progressivamente annaspano (lunghi compresi): negli ultimi giri Hamilton rischia perfino l’onta del doppiaggio.

Poco male, con il quarto posto sotto la bandiera a scacchi può festeggiare il suo quinto mondiale (358-294), come Fangio e dietro solo a Schumacher.

Verstappen cala il poker stagionale per la Red Bull, la Ferrari piazza entrambi i piloti sul podio ma ormai anche il mondiale Costruttori è ad appannaggio della Mercedes che ha 55 punti da amministrare a 2 gare dalla fine.

In Messico Hamilton è quarto, ma questo risultato gli basta per vincere il mondiale con due gare di anticipo
In Messico Hamilton è quarto, ma questo risultato gli basta per vincere il mondiale con due gare di anticipo

MERCEDES UBER ALLES

In Brasile la pole è di Hamilton ma due polemiche in qualifica tengono banco inducendo al sospetto perfino i non complottisti: il neo campione del mondo ostacola in qualifica pericolosamente sia Raikkonen sia Sirotkin ma non viene sanzionato.

Rischio che paradossalmente corre Vettel: rientrato ai box per il cambio gomme in fretta e furia non avendo ancora fatto segnare alcun tempo e con la minaccia incombente della pioggia, viene chiamato alla verifica del peso da parte dei commissari; nel comprensibile tentativo di velocizzare le operazioni, il pilota pasticcia nervosamente e viene multato.

La gara diventa una sfida aperta tra Hamilton – che mantiene il comando - e Verstappen che, partito quinto con gomme ultrasoft, fa il bello e cattivo tempo portandosi in vetta dopo 39 giri. Vettel incappa nuovamente in un errore, poi si trova nella morsa di Bottas e cede la posizione al compagno che, non senza prevedibile fatica, riesce a portarsi al terzo posto.

L’uomo del giorno è Esteban Ocon e non è certo una nota di merito: al giro 42 ha la geniale idea di attaccare la Red Bull dell’olandese leader gara per sdoppiarsi con il risultato di consegnare la vittoria ad Hamilton.

Il pilota francese –sotto contratto con Mercedes- rimedia incredibilmente 10 secondi di penalità e un paio di cazzotti da Verstappen quando si incrociano alle operazioni del peso immediatamente successive alla gara.

Il podio brasiliano è lo stesso di Austin….cambiano solo l’ordine degli addendi, pardon dei piloti: Hamilton-Verstappen-Raikkonen. La casa di Brackley si aggiudica il quinto titolo costruttori consecutivo.

La Mercedes in Brasile si aggiudica il mondiale costruttori
La Mercedes in Brasile si aggiudica il mondiale costruttori

LEWIS E SEB, ANCORA LORO

La passerella finale è il 25 novembre, 8 mesi esatti dopo il debutto in Australia: si chiude ad Abu Dhabi. La Mercedes ne approfitta per monopolizzare anche l’ultima qualifica, Hamilton conquista l’undicesima ultima pole stagionale non prima di essersi reso protagonista di un episodio controverso nelle prove libere all’ingresso della corsia box che gli causa una semplice reprimenda.

La gara offre un repertorio di suggestioni caleidoscopiche a partire dall’incidente per fortuna senza conseguenze di Hulkenberg. Il neoferrarista Leclerc si mette in luce nei primi giri, poi la Sauber Alfa rovina tutto con una tattica insensata.

Raikkonen parcheggia (e saluta) la Ferrari sul rettilineo dei box al sesto giro per un problema elettrico. Ci prova perfino la pioggia a scombinare i piani.

Il duello che chiude la stagione è proprio tra i due grandi contendenti, Lewis e Seb: in palio c’è solo l’onore della vittoria. Implacabile, il 5 volte campione del mondo imprime l’undicesimo sigillo e raggiunge la quota record di 408 punti. Vettel si ferma a 320 punti ovvero 88 in meno.

Tanti, forse troppi. Di certo non tutti per colpa sua.

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