F1 2017, Trulli: "Rischio concreto nuova Brawn GP!"

F1 2017, Trulli: "Rischio concreto nuova Brawn GP!"
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Jarno Trulli, ex pilota di Formula 1, ci confida in questa intervista le sue aspettative per la stagione 2017 di Formula 1. Tra Mercedes, Ferrari e Red Bull il rischio di assistere a qualcuno che sia stato in grado di interpretare al meglio i regolamenti è concretamente possibile
1 marzo 2017

Punti chiave

Marbella (SPA) - La stagione 2017 di Formula 1 è iniziata con i test di Barcellona. Come ben sappiamo, i cambiamenti regolamentari hanno rivoluzionato la struttura delle monoposto come in poche altre occasioni prima d’ora. Per riuscire ad avere una panoramica da chi ha vissuto un periodo d’oro di questa disciplina, abbiamo a lungo parlato con Jarno Trulli, ex pilota di F1 a cavallo della fine degli anni ‘90 ed il 2010 e vincitore del Gran Premio di Montecarlo del 2004.

Jarno, cosa ti aspetti da questa stagione dopo il cambio regolamentare?

«Sinceramente, bisogna solo guardare ed attendere il responso della pista. Mi auguro che a beneficiare del cambiamento regolamentare possano essere lo sport ed i sorpassi. La Formula 1 è uno sport altamente tecnologico, dove sono diventati i tecnici ad avere in mano il responso di quanto vediamo nei Gran Premi, non sono più i piloti. La F1 ha bisogno di rinvigorirsi e tornare ad offrire lo spettacolo di cui è capace. Oggi, sentirsi dire di rallentare, di andare piano, di non consumare troppo carburante sono tutti aspetti che non appartengono a questa categoria, ma alla 24 Ore di Le Mans ed al Mondiale Endurance. La Formula 1 è un’altra cosa...»

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A proposito di tecnici: Allison è passato dalla Ferrari alla Mercedes, e lì troverà un altro ex uomo della Rossa che da qualche anno si sta togliendo soddisfazioni importanti: Aldo Costa. A Maranello che fanno?

«Credo che la Ferrari sia chiamata a dimostrare di aver fatto le scelte giuste, ma questo ce lo dirà la pista. Bisognerà attendere per verificare che la politica Ferrari sia adatta. Ad oggi si sentono tutti già campioni del mondo, ma appena si inizia a fare sul serio la situazione cambia davvero. La Ferrari credo abbia compiuto una scelta non facile: di tecnici di primo piano non ne abbondano in giro, quindi hanno dovuto pescare dall’interno – intendiamoci, da sempre a Maranello hanno reparti molto validi – ma bisognerà vedere se saranno stati in grado di colmare il gap visto nelle ultime stagioni. In questo senso, il cambio regolamentare potrebbe averli aiutati. Potrebbe...»

Come vedi Mercedes e Red Bull?

«Mercedes ha avuto un grande vantaggio a livello di propulsore nelle ultime stagioni, e l’accoppiata con il telaio l’ha resa praticamente invincibile. Partono da favoriti, hanno ancora il gruppo tecnico che negli anni li ha fatti crescere portandoli dove sono adesso e questo zoccolo duro offre stabilità. Il vantaggio accumulato negli ultimi anni li ha messi in condizione di potersi concentrare con largo anticipo sull’auto 2017, senza dover contemporaneamente sviluppare il progetto in corso per quella stagione, cosa che hanno dovuto fare gli altri team. In Red Bull invece hanno ingegneri di primo peso: Adrian Newey non è secondo a nessuno. L’incognita nelle passate stagioni era rappresentata dalla Power Unit, ma Renault sembra essersi ripresa bene. Ho sempre avuto fiducia in loro.»

Credo che la Ferrari sia chiamata a dimostrare di aver fatto le scelte giuste, ma questo ce lo dirà la pista. Bisognerà attendere per verificare che la politica Ferrari sia adatta. Ad oggi si sentono tutti già campioni del mondo, ma appena si inizia a fare sul serio la situazione cambia davvero

Parliamo per un momento della Ferrari: immaginiamo un’annata orribile come quella del 2014 e quella del 2016. Pochi podi, nessuna vittoria, piloti in scadenza di contratto…

«Può succedere di tutto, dipende dal tipo di stagione: quanto va male o quanto va bene. Il pilota guida quello che ha. Purtroppo non esiste più il pilota che dava indicazioni sullo sviluppo, ora non fanno nemmeno gli assetti! L’ingegnere di pista sa già di cosa ha bisogno la monoposto per quel tracciato, e da quanto detto da lui non c’è verso di schiodarsi. In pista, poi, manca il tempo fisico per poter operare: per cambiare una molla, va via tutta la sessione. Ai miei tempi, dopo tre giri si rientrava ai box e si operavano i cambiamenti, ma ora non è più così. Si lavora solo al simulatore e in galleria del vento.»

Vero, i tecnici ormai la fanno da padrone, ma ci sono dei giovani che possono far saltare il banco, come Max Verstappen. Cosa ti aspetti da lui?

«Max deve confermare quanto di buono visto nel 2016. Se dovesse avere l’auto adatta, non avrà difficoltà a farlo. Stoffel Vandoorne, invece, deve sperare e pregare per la Honda… Nessuno parla di Bottas, che comunque guida la monoposto campione del mondo in carica. Vero, ha Lewis Hamilton al proprio fianco, ma sei sempre pagato per fare il pilota!»

Possiamo assistere al rischio concreto di un’altra Brawn GP, la scuderia che monopolizzò il Mondiale 2009?

«Certamente! La Brawn non aveva soldi per andare avanti, eppure una volta fatti i test hanno capito di avere un’auto superiore a tutte le altre. Ha spiazzato anche noi di Toyota, che avevamo una macchina velocissima in grado di vincere i primi Gran Premi di quell’anno. Capisci cosa significa personalmente? Non avevano nemmeno i soldi per partire, eppure non riuscivamo ad arrivare davanti a loro in gara...»

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