F1 2015, GP Belgio: una Spa davvero esplosiva

F1 2015, GP Belgio: una Spa davvero esplosiva
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I riflettori del GP del Belgio di F1 sono puntati, più che sulla doppietta Mercedes, sull'esplosione della gomma di Vettel, e sl podio di Grosjean | <i>P.Ciccarone, Francorchamps</i>
23 agosto 2015

Francorchamps - La settima doppietta della Mercedes con la sesta vittoria di Hamilton davanti a Rosberg è passata in secondo piano per la gomma esplosa a Vettel a poco più di un giro dal termine e dalle parole al veleno del pilota tedesco: «Se fosse scoppiata qualche metro prima non sarei qui a raccontarla, dopo la gomma esplosa venerdì a Rosberg non si è fatto niente, non è possibile rischiare così» ha tuonato, mostrandosi colpito dall’episodio. Eppure, fino a quel momento, la scelta strategica della Ferrari di fare solo un pit stop lo aveva portato in terza posizione.

 

Fosse stato da solo forse Vettel ce l’avrebbe fatta, invece sul finire c’è stata la rimonta di Grosjean che mettendo pressione al tedesco lo ha costretto a tirare fuori tutto quello che poteva da gomme ormai usurate da 28 giri su un percorso fra i più duri del mondiale. «Vedere un podio sfumare così per una sciocchezza come una foratura fa girare le scatole  - ha detto Maurizio Arrivabene – non dico cosa penso ma andiamo avanti, Seb aveva fatto una gran gara e lo meritava». Ma è stata colpa della Pirelli, come fa capire Vettel, oppure la Ferrari ha rischiato troppo? Secondo Paul Hembery, responsabile Motorsport Pirelli, non si può dire rischiosa la scelta Ferrari: «A parte una macchina tutte le altre hanno fatto due o tre soste, è chiaro che si va incontro a problemi quando si fanno certe scelte. Diciamo subito che con la foratura di Rosberg del venerdì questo cedimento di Vettel non ha nulla che vedere, lì è stato un detrito, qui si è trattato chiaramente di usura».

 

Rincara la dose Arrivabene: «Non abbiamo ingegneri che sono pagati per masticare chewing gum, non metto a repentaglio la vita di un mio pilota, se lo facciamo è perché sappiamo che possiamo fare certe strategie al contrario di chi dice che non era possibile». Anche Toto Wolff, presidente Mercedes, solleva la Pirelli: «C’erano molti detriti di carbonio in pista e quindi è facile forare, il problema non è colpa della Pirelli, anche noi abbiamo valutato di fare una sosta e abbiamo visto che non era possibile e abbiamo scelto di farne due».

 

Comunque sia la polemica è in corso e dare la croce addosso alla Pirelli è forse troppo, visto che solo la Ferrari in gara ha avuto questo problema e con questa scelta. Fosse andata bene sarebbero stati tutti dei fenomeni, e la Pirelli grande per aver fornito gomme durevoli, è andata (male) così (e con Vettel che ha tagliato di colpo sul cordolo qualche responsabilità deve prendersela anche il pilota che però, giustamente, stava tirando) e ora si tira da tutte le parti scaricando le responsabilità.

 

La foratura di Rosberg del venerdì è una cosa, quella di Vettel un’altra, non è il caso di metterle sullo stesso piano, anche se è comprensibile sia la reazione del pilota, ancora scosso, sia quella della squadra che ha visto sfumare un risultato costruito con intelligenza e tattica ed è un peccato davvero, perché il podio avrebbe sancito tutto un altro clima. Detto questo, il mondiale è sempre più in mano ad Hamilton che contro Rosberg non ha sofferto minimamente fin dal via, sbagliato proprio dal tedesco che ha perso quattro posizioni nella prima curva. Ormai dovrebbe essere una passeggiata di salute per Lewis, a patto che non si distragga. Fra due settimane si arriva a Monza, una pista veloce dove i motori Mercedes la faranno da padroni e con una Ferrari che meriterebbe un podio sulla pista di casa, si spera che gli animi tornino sereni per tutti.

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