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Con la stagione 2020 di Formula 1 bloccata dalla pandemia del Coronavirus, per salvare il salvabile si avanzano ipotesi che fino a un paio di mesi fa avrebbero potuto sembrare folli.
Cancellato il GP di Cina che si sarebbe dovuto disputare il 19 aprile, si cercano alternative “reali” ai Gran Premi virtuali sinora disputati nel tentativo di tenere vivo il Circus.
Come quella di disputare nel 2020 due Gran Premi a Silverstone, di cui uno da correre in senso contrario. Si tratta di una soluzione, quella dell’inversione del senso di marcia, impiegata spesso nei rally, dove le prove speciale corse in senso opposto sono una scelta consueta, ma per quanto riguarda le corse in circuito le cose sono un po’ più complicate.
Perché proprio Silverstone e non altrove? Intanto perché il circuito britannico lo scorso 1 aprile ha fatto sapere di stare valutando se sia ancora possibile disputare il Gran Premio in programma nel weekend 17-19 luglio e poi perché logisticamente è il circuito più vicino alle varie scuderie, la maggior parte delle quali hanno base in Gran Bretagna.
In un’intervista a Sky Sport News l’amministratore delegato del circuito britannico Stuart Pringle ha spiegato: «La maggior parte delle scuderie ha sede qui nei dintorni, dunque dal punto di vista logistico sarebbe utile per molti di loro che più di una gara si corresse sul nostro tracciato. Ogni sera la maggior parte delle persone potrebbe tornare a dormire a casa. Se l’idea si rivelasse d’aiuto noi saremmo felicissimi di poterla realizzare».
Riguardo all’ipotesi di disputare un GP in senso orario e l’altro in senso antiorario, per variare un po’ il programma e nel tentativo di livellare i vantaggi tra piloti, per Pringle «A dispetto di quanto si possa pensare non è un’idea così stupida, anche se allo stato attuale delle cose non abbiamo la licenza per il circuito percorso in senso opposto. Tuttavia ci troviamo a vivere in un momento storico del tutto anomalo, quindi credo che possano anche essere prese delle decisioni piuttosto particolari. Ufficialmente da questo punto di vista non abbiamo nulla di concreto tra le mani, dovremo vedere che cosa ci riserveranno le prossime tre settimane».