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Ci manca solo un cartello con il classico annuncio: «AAA spettatori cercasi per Formula 1 in crisi di ascolti» e poi il quadro è completo. Fuga dalla TV, spalti vuoti e gare saltate, vedi GP di Germania, lo scenario del mondiale F.1 non è dei migliori.
Eppure c’è chi contesta questa visione, come Jean Todt, presidente della FIA, la federazione internazionale dell’automobile: «Non capisco la parola declino, non è vero e non accetto tutte queste cose negative che vengono dette sulla F.1. C’è il dominio Mercedes Ebbene in passato, recente, abbiamo avuto quello della Ferrari e quello della Red Bull, tocca agli altri darsi da fare e recuperare. Noi, come federazione, stiamo pensando alle regole del 2017 per rendere la F.1 sempre più spettacolare ma soprattutto meno costosa ».
E qui si tocca il tasto dolente: troppo cara rispetto a quello che poi si vede in pista. C’è una ricetta vincente per cambiare le cose? «Gare più corte, due manche, più sorpassi e piloti meno ingessati» è la formula di Flavio Briatore alla F.1. Ma parlando di piloti ingessati un grande del passato, come Emerson Fittipaldi, la vede così: «Non è colpa dei piloti ma dei pr e uffici stampa, delle scelte di marketing che impongono comportamenti illogici, per cui un pilota non può esprimersi, non può dire quello che pensa e il resto è una conseguenza».
Piloti più liberi, regole da rivedere, cambiamenti tecnici. In un contesto mondiale dove oltre alla F.1 l’altra grande categoria a motore che spopola è la MotoGP, con piloti che sono idoli delle folle, autodromi pieni, lunghe file per andare e venire ai circuiti, gente accampata. In comune con la F.1 c’è un mezzo meccanico con uomini che si sfidano in pista. C’è qualcosa che si può travasare dalla MotoGP alla F.1? Dice Johnny Herbert, ex pilota Benetton F.1 e attuale commentatore TV per Sky Inghilterra: «nelle moto c’è molta più elettronica e tecnologia rispetto a una F.1 attuale, eppure la gente vede i piloti cadere, gente che sbaglia in accelerazione e finisce nella sabbia. Anche se la tecnica è superiore, la gente in tribuna vede il fattore umano, cosa che in F.1 non esiste più. Bisogna mettere l’uomo nella condizioni di sbagliare, capire che se supera il limite non è un alettone a fare la differenza ma la bravura».
Della stessa idea è anche Jacques Villeneuve, campione del mondo di F.1 e di F.Indy, commentatore TV per Canal Plus Francia e opinionista Sky Sport Italia: «Il fatto è che quando uno è in tribuna e vede un pilota di moto capisce che quello lì in pista sta facendo qualcosa di particolare, che lui, seduto comodo magari davanti alla TV, non può fare. Lo stesso dicasi per gli sciatori, i calciatori, i ciclisti. Solo chi guarda la F.1 non ha la percezione della difficoltà di cosa sta facendo il pilota e quindi viene sottovalutato l’aspetto umano. Poi tenete conto che l’appassionato di moto è qualcosa di unico e diverso al mondo, sono dei fanatici di questo sport, si spostano in moto ai circuiti, dormono in tenda, hanno una mentalità molto diversa dal tifoso di F.1. Manca il fanatismo in pista e il rispetto verso i piloti. Ma se metti uno sbarbato come Verstappen che ha 17 anni a correre in F.1 tutti diranno che è facile, ci si arriva senza formazione e quindi non è come nella moto che passi di categoria in categoria prima di fare la MotoGP».
Un altro aspetto delle due ruote che in molti vorrebbero portare in F.1 è la disponibilità dei piloti e della gente. Dice Maurizio Arrivabene, responsabile della Ferrari: «Quando entri in un paddock delle moto hai un corridoio stretto per passare, in F.1 c’è il deserto, lì il paddock è pieno di gente, di ragazze, tifosi, piloti. Io ricordo bene che a Campiglio, quando organizzavo la settimana bianca, la gente veniva in massa a parlare coi piloti, faceva le domande che poi i giornali riprendevano. Oggi nel paddock F.1 di gente non se ne vede, i giornali nemmeno e i commenti li fanno sul web senza essere presenti in pista».
Anche Ivan Capelli, presidente AC Milano e coinvolto nel rinnovo del GP d’Italia a Monza la vede così «Vedrei più apertura del paddock alla gente, un contatto ravvicinato fra tifosi e piloti, la MotoGP è più aperta sotto questo aspetto».
E in pista, invece, cosa si potrebbe fare? Niki Lauda, presidente onorario Mercedes F.1 non ha dubbi: «Se avessimo avuto un’ultima curva con Marquez e Rossi che si sportellavano per la vittoria, in F.1 li avrebbero squalificati tutti e due per comportamento scorretto. Questa è una idiozia tipica della F.1, punire i piloti, limitarli se van sopra le righe bianche a bordo pista. I piloti van lasciati liberi di correre, non si devono rompere le scatole con regole assurde, i manuali di guida sicura, la pista è fatta per correre e basta limitazioni di benzina, gomme e altro, ci vuole libertà. Non di tecnica, perché la MotoGP è più complicata di una F.1, su questo aspetto noi dobbiamo tornare a una F.1 ignorante, dove il pilota possa sbagliare una marcia e una partenza. Per lo spettacolo, poi, la colpa è di chi decide certe scelte: nelle ultime tre gare la Pirelli ha portato gomme con cui fare solo un pit stop, se invece di gomme di marmo avessero portato gomme morbide e se il limite di velocità nei box fosse stato di 120 all’ora invece di 80, la scelta strategica sarebbe stata diversa per molti, quindi ci sarebbe stato più spettacolo, invece no, tutti in fila. Manca la libertà anche in questo».
Tirato in ballo per le gomme, risponde Paul Hembery, responsabile Pirelli Motorsport: «Non devono essere le gomme a fare la differenza, la MotoGP per quanto di successo è un evento marginale rispetto alla risonanza della F.1 che è mondiale, per le moto purtroppo no. In Italia grazie a Valentino Rossi, in Spagna coi loro Marquez Pedrosa e Lorenzo, poi vai in Germania e già cala il seguito. No, credo che la F.1 dovrebbe seguire una regola applicata nel campionato GT Blancpain: sistemi di livellamento delle prestazioni, mettere più gente nella possibilità di giocarsi la vittoria, dal punto di vista sportivo dispiace se, ad esempio, una Mercedes è stata più brava e poi la si debba penalizzare, ma toccherebbe a tutti e le gare sarebbero più incerte. Prendete una Honda, ma secondo voi con un regolamento come questo per quanto accetterà di fare figuracce contro i rivali internazionali?».
E qui si apre un altro capitolo di “spesa”. Intanto la ricetta per la F.1 perfetta ce l’hanno tutti, ma niente cambia: «Sono solo una banda di id… - dice Bernie Ecclestone – i team manager han pensato solo a come intascare più soldi con i diritti TV, ma di fare scelte sensate non se ne parla. Deve decidere solo uno e che ci capisca». Una idea ce l’abbiamo…