Esclusiva a Camisani Calzolari: La F1? "Resta sempre quella sensazione dei tempi che furono"

Esclusiva a Camisani Calzolari: La F1? "Resta sempre quella sensazione dei tempi che furono"
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Ciccarone ha intervistato Camisani Calzolari per parlare della F1 di oggi e di ieri
12 luglio 2023

Marco Camisani Calzonari è il tifoso che non ti aspetti. E’ diventato popolare grazie alla rubrica di tecnologia digitale su Canale 5, nella trasmissione Striscia La Notizia, altrimenti Marco Camisani Calzolari presso il grosso pubblico sarebbe un perfetto sconosciuto. Docente universitario presso lo IULM, esperto di comunicazione digitale e dei segreti del web che divulga in maniera semplice e chiara, ovvero un pregio per i veri conoscitori delle materie: parlare in modo che tutti capiscano. Il suo braccio destro agitato a mo di saluto fra addetti ai lavori, ha fatto scuola. Tanto che una volta incontrato nel paddock a un GP, è venuto istintivo salutarlo in quel modo. Di lui si sa quasi tutto: 54 anni, milanese, esperto e conoscitore di quel mondo digital che spesso è fonte di problemi, dovuti all’ignoranza di chi lo usa (magari a sproposito), due figli.

Che ci sia un retroscena legato alla F.1 emerge per caso. Amico di Davide Valsecchi, che gli ha illustrato alcuni segreti del paddock, alla fine salta fuori che MCC (o MC al quadrato, fate voi) è un appassionato di vecchia data e profondo conoscitore della F.1. “Eh sì, ne ho combinate tante. Io andavo con gli amici a Monza, mettevamo la tenda all’interno della Parabolica, che oggi si chiama Alboreto, e aspettavamo le prove e la gara, mangiando panini, beccandoci la pioggia o il caldo afoso, dipendeva dal meteo. Ma quella sensazione, quel piacere di saltare sulla rete e tifare, è rimasta dentro di me”.

Dai tempi della “sua” F.1 ad oggi il salto è impressionante: “Oggi c’è molta più tecnologia, applicazioni di scienze che a quei tempi non erano nemmeno pensabili. Oggi la F.1 affascina per il suo contenuto di altissimo livello ma, posso dirlo? Resta sempre quella sensazione dei tempi che furono”.

E che tempi furono, tanto per capirlo? “Erano i tempi di Alboreto e Arnoux alla Ferrari. Tantissima passione, ogni domenica la trepidazione davanti alla TV e alla prima occasione, via in tenda a seguirli dal vivo. Si vinceva molto poco a quel tempo, ma la passione era tantissima”.

Il figlio lo guarda sorpreso, forse scoprendo un aspetto del noto genitore che non conosceva e che l’ambiente del paddock gli ha fatto riscoprire: “Certo, non è che oggi si vinca di più e sinceramente mi spiace per la Ferrari vederla soccombere, ma amando la tecnologia non posso far altro che ammirare chi vince ed è davanti con un mezzo eccezionale. Mi auguro che molto presto la Rossa torni davanti e che si possa ritrovare l’entusiasmo di una volta”.

Una volta, il passato, emerge sempre quando si parla di corse, come se quelle di ieri siano state meglio di oggi: “E’ cambiato il linguaggio, è cambiato il pubblico, è cambiato il modo di comunicare. Liberty Media ha fatto un gran lavoro sfruttando al meglio i social, avvicinando i giovani che comunicano in un modo diverso rispetto al passato. E poi io nel paddock mi trovo bene, respiro però sempre la stessa aria del passato”.

Di quando armato di tenda, panini e giacche anti pioggia, ci si organizzava per tre giorni a dormire a fianco della pista, in attesa dei propri eroi…”Eh sì, gran ricordi e non recrimino, è stato un periodo bellissimo con tanta passione. Peccato con Alboreto, di cui ero tifosissimo, non aver vinto il mondiale quell’anno, se lo meritava davvero”.

E via con quella mano agitata a salutare tutti: “tanto ci vediamo su tutti i social network”.

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