È partito il GP F1 2021, vivibile: Monza impoverita ma bella, Rosso tendente arancio ma speranzoso

È partito il GP F1 2021, vivibile: Monza impoverita ma bella, Rosso tendente arancio ma speranzoso
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Sensazioni, curiosità, critiche e novità per il Gran Premio del check-in ma sempre il più bello del mondo, da rivedere in presenza nel 2021. L'emozione vive ancora pubblicamente in quel di Monza, occhio a non perderla
8 settembre 2021

Oggi è tornato il Gran Premio di F1 a Monza, almeno pare. Il Gran Premio quello vero, quello che si sente e si tocca. Quello che martedì fa incontrare addetti ai lavori e non, per la presentazione ufficiale colma di interesse tricolore e locale. Non come l’anno scorso, che avevamo ancora le lacrime agli occhi per i morti delle prime ondate Covid. Che tra storditi (in tutti i sensi) e fanatici, ci si lamentava di come fosse quel GP 2020 a porte chiuse, senza nemmeno questa prima conferenza stampa.

È tornato il martedì del GP insomma. Il giorno che da il via alle attività di questo evento internazionale e caldissimo, per la Brianza. Relativamente tiepido per Milano nel 2021, freddino per il resto d'Italia, ma bollente per chi ci lavora o ci mette i soldi. Fronti che non corrono tutti nella stessa maniera, di questi tempi. Perché il Motorsport è già in crisi verso i giovani da decenni, così come in Brianza il famigerato indotto F1 si è più che ridotto. Mentre la F1 è sempre in rapida evoluzione… E via dicendo, quanto sappiamo.

Monza come Sanremo, ma meglio

Eppure il Gran Premio è un po’ come Sanremo: ha un compito. Per noi, per chi ci lavora, per chi apprezza e segue la F1 anche solo leggendone da uno schermo, per l’Italia. Simbolo di attività costante, che da lavoro con passione e piacere condiviso. Simbolo non rovinato dalla pandemia.

Pochi, troppo pochi sulle tribune di questo Gran Premio 2021. Bellissimo, pensando a come era vuoto quello dell'anno scorso. A come non se ne era toccato pubblicamente nulla. Certo, è molto (ma molto) più che dimezzato rispetto al passato, come dicono le teoriche disponibilità tribuna a oggi: pare ci saranno 15.000 persone, domenica. Esagerando? 16.000 per un totale di 25.000 nella tre giorni e il conto rispetto ai tempi d’oro a 5 zeri, è tutto qua.

Staremo a vedere, quello che fa la differenza grossa sono poi carenza di sponsor e aziende che hanno in mente la F1 di Monza, ma non hanno messo denari e invitato ospiti, voluto attività. Per un evento ancor bello, ma definito solo all'ultimo. Agonisticamente e professionalmente poi, a dirla tutta alcuni si sono trovati benissimo lo scorso anno, ma Monza è folla. È passione acustica a 360° che senti insieme ad altre migliaia di persone. Molti a fischiare anche a motori spenti, se una Rossa non esce dai box e poi a urlare, quando il Cavallino o un campione passano per un giro veloce.

Invece quest'anno non sarà esattamente così, per colpa ancora della pandemia, dei limiti forti alle presenze confermati solamente a inizio agosto. Certo, fanno bene a essere educati e ringraziare queste regole della sicurezza, da ACI, ma sentendo il velo critico monzese, vedi Sias e sindaco, in sala stampa gli italiani non possono che annuire.

Perché onestamente, non siamo al teatro Ariston, le condizioni di bel tempo che si attendono e i buoni spazi del Tempio velocistico (a proposito: in ACI lo chiamano anche Tempio dello Sport, vedi olimpici invitati al GP) permetterebbero di ospitare anche qualcuno in più. Si poteva soprattutto confermarlo prima, un pubblico magari meno ridotto vedendo cosa fanno altri circuiti, ma va bene così pensando a dove eravamo fino a qualche mese fa.

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Monza è GP

E va molto bene da appassionati da sala stampa, quelli che hanno dovuto saltare lo scorso anno, tanto da superare tutte le critiche fattibili (e ce ne sono, le leggete in altri media) per dire che sarà un Gran Premio d'Italia bellissimo, comunque vivibile.

Peccato che i più vistosi e inquadrati in tribuna, pare saranno gli olandesi e non i giovani italiani appassionati di motori, come un tempo. Ondata orange gli si è sentito dire in conferenza. Forse sono il 30% dei paganti, forse domenica sono il quadruplo degli addetti alla sicurezza. Già circa 1.000 quelli in autodromo quest'anno, per verificare il rispetto delle regole di maledetta pandemia. Per tenere a bada un pubblico che dovrà fare percorsi fissi e stare ordinatamente al posto. Altro che campeggiare “de sfross” infilarsi quasi nel paddock, fermare un pilota da abbracciare per foto, o peggio, sfogarsi nell’invasione di pista. Ovvio che certe cose separano il tipo di pubblico, per età e portafogli.

Una folla impegnativa e anche pericolosa oggi, da evitare forse per molto ancora a Monza (e Sticchi lo ha capito) ma che quando c'erano le ondate della “febbre” invece di quelle orange, o gli anni d'oro di Senna contro altri assi del volante, piuttosto che quelli di Schumi.. Sarebbe stato un maremoto con qualche danno ecologico a cui la sicurezza doveva comunque dire “prego” per godersi tutti insieme lo spettacolo, sentendosi protagonisti in quelle onde di energia positiva.

Centenario e altri 100

Ma sarà lo stesso un bellissimo Gran Premio, perché tutti i brianzoli e chi sia in zona, speriamo anche gli italiani, lo sentiranno un po' più da vicino dell'anno scorso. Qualcuno lo vivrà a pieno in questo nuovo formato, dove ci saranno la sfilata storica che parte da Brescia, la parata dei campioni sportivi italiani, con gli olimpici (tutti tranne Ganna) e poi la banda della Finanza che fa ascoltare l’inno di Mameli.

Gente in tribuna pochissima, all’ultimo si riescono a sfruttare i gradoni, si cerca di limare i prezzi (comunque 100 euro la domenica, intero). Tutto migliorabile vero, sentendo i critici della sala stampa, ma almeno non quelle sagome di cartone del 2020.

Il mondo media e amici del martedì monzese, che specifichiamo non è lo stesso del weekend più international, specie se anziano ha la sua di ondata: quella critica. La senti già mentre parlano i relatori e annuisci, ma mischiamola a un po’ di pazienza aggiungiamo noi. Che siamo in pandemia, che dovevamo essere migliori se le schivavamo, quelle ondate cattive della Covid. Comprensione per questo autodromo che permette loro i titoli, visto ne ha sempre una. L’anno prossimo ricorre il centenario, ma pare che ce ne vogliono ancora cento per essere a posto. Non di anni, di milioni per mettere a puntino tutto, tra le mura di un Parco caro (in tutti i sensi) anche agli Enti pubblici di ogni ordine.

Natura buona e architettura ottocentista a contorno, spazi parcheggio, omologazione tracciato per i mondiali… Ma la pandemia mette in difficoltà certe zone del Tempio della Velocità (per noi resta questo). Soprattutto certi percorsi pubblico, certi accessi a quelle che un tempo erano piccole tribune dove ci si arriva e ci si piazza come si vuole. Certi viali di collegamento generalmente saturi per tre giorni con la F1.

Parlano di mesi ad autodromo chiuso e aiuto economico del governo, per il maquillage dovuto al 2022. Ma il centenario è tra poco, la pandemia con le sue incolori di ondate, resta. Bisogna inventarsi qualcosa di valido e magari snello. Gli italiani ne hanno di fantasia e sale nella zucca, per trovare qualche soluzione architettonica, qualche cosa di coinvolgente e non solo multimediale per dare davvero nuova linfa e passione giovane (non quella lamentosa della sala stampa al martedì) a questi spazi nonostante il benedetto metro di distanza.

Alboreto, Inno, Frecce e Bollicine

Intanto abbiamo un Gran Premio d’Italia 2021 bellissimo perché riaperto al pubblico, con le Frecce tricolori e sul podio le bollicine italiane (Ferrari Trento) invece dello Champagne. Che qui in zona, solo a vedere i camion in strada e le (poche) aree ospitalità in allestimento fa piacere. Con la Williams che prepara i propri box in questo martedì, ultimi prima dell’ingresso pista all’opposto delle monoposto più ricercate dagli sguardi, che sono a inizio pit-lane.

I progetti innovativi ci sono per Monza, da decenni, rimangono arenati nonostante dalla Regione Lombardia si dica che erano tutti appoggiati pienamente. Non solo quelli per il Motorsport, ma anche per la ricerca, lo sviluppo delle tecnologie con area test guida autonoma. Tante cose che si possono fare, da sempre, ma non si sono ancora fatte perché Monza è qui, ma chi la gestisce deve render conto da troppe parti, forse, con orizzonti e responsabilità troppo limitati, forse, per mettere in piedi qualcosa di grande, come fu cent’anni fa.

Per adesso abbiamo il primo NFT, un marketplace con begli elementi digitali, ma pretendiamo la hall of fame del centenario ben tangibile. Non lo sanno bene neanche gli espertoni della sala stampa cosa proporre più, perché ne abbiamo pensate e condivise, ascoltate, tante di proposte tutte naufragate in mezzo a mille difficoltà e nessuna colpa. Ora in mezzo alla pandemia fanno fatica tanti settori, grandi attività. Figuriamoci un autodromo di sport sempre meno popolari, la cui gestione è stata grandinata non troppi anni fa, risorta poi degnamente ma con tanti oneri e tanti fronti superiori lontani da Monza a cui render conto, prima di avere risorse.

E allora anche per tutto questo sarà un bel Gran Premio, bellissimo per chi lo vivrà in presenza riuscendo a vederle da vicino le F1, a sentire quel rumorino ridicolo per i criticoni, noi inclusi 'stavolta, ma pur sempre il top del motorismo oggi. Anche se la Ferrari non vince, i piloti in rosso o italiani troppo lontani dal primo gradino. Che quel colore rosso dominante da sempre a Monza, diventi orange… Non ci possiamo credere, pur rispettandoli gli olandesi.

Alcuni, a questa ritrovata presentazione del GP F1 italiano, da italiani, dicono di fare il tifo per Verstappen, anche loro: porta gente. È bravo, un vero asso e anche simpatico? Forse sì, eccome, più di moltissimi ma forse meno di altri. Quello che sappiamo, per l’agonismo, è che Hamilton è un grande campione, pesante con i suoi titoli e riferimento presente. Lui riesce a raccogliere punti iridati, vittorie e tioli come antipatie. Perché è giusto così, si dividono opinioni e tifo. Giusto che poi non dobbiamo nemmeno raccontare tanti programmi di giornata o eventi da rincorrere, perché i pochi che riusciranno ad andare sono già stati indottrinati sul check.in, tutelati nei loro percorsi limitati, senza la ressa intorno che da sempre bloccava Monza già nelle sue vie esterne.

Su di giri gradualmente (con il WRC?)

Perché le kermesse locali che duravano quasi una settimana ovunque, nei paesi intorno a Monza, non ci sono più. Salvo quella che tengono in vita a minimo sindacale, fortemente voluta dal Comune, il FuoriGP.. Ovviamente previa registrazione e certificazione esibita, sempre all'aperto, ma fa niente, ma sarà un bel Gran Premio lo stesso da vedere anche per le strade e in piazza. Anche quel poco che torna, fortunatamente, dopo che era sparito.

Basta che non ci abituiamo troppo a tenere i giri bassi. Li avevamo fatti scendere, senza accompagnare ma con il cut-off, sono rimasti al minimo, si accelera ora solo un poco. Troppo poco, per come siamo ancora abituati. Ecco, l’abitudine e l’adattamento senza ritorno. Ricordiamoci quelle sensazioni, tolta l’invasione di pista che non si vede all’orizzonte. È questione di premere ancora un po' ed entrare in coppia. Magari in occasione del Centenario, magari non ancora. Intanto sabato (Sprint Qualifyng) e domenica sarà per chi lo vive un bellissimo Gran Premio, è anche l’hastag ufficiale ACI: #iovivoilGP. Per molti tifosi sempre una gioia, quest'anno più percepita di quella dell'anno scorso.

Chi ha più di 40 anni riconoscerà in Parabolica la sagoma di una Rossa anni Ottanta, in bella mostra per restarci anche dopo il GP: è l’omaggio a Michele Alboreto. Speriamo non passino altri lunghi decenni prima di vedere in italiano da podio, sulla Rossa, amato dalla folla infiammata a Monza. Per vedere un'altra gara da Mondiale FIA di massima categoria invece, potrebbe mancare meno di un'anno: il WRC perde il rigoroso Giappone e magari... sgomma a Monza.

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