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Uomini che rappresentano valori universali, ancora prima di essere fuoriclasse. Così dovranno essere i piloti del futuro secondo Stefano Domenicali, che in un'intervista al Corriere della Sera ha spiegato la sua visione per l'avvenire di una categoria che ha bisogno di innovazione per evolversi, sopravvivere. «Il tema “automobili” oggi suscita sentimenti contrastanti. Oggetti del desiderio ma anche elementi di disturbo. La F1 dovrebbe superare tutto questo, offrire una bellissima sfida tecnologica dominata da piloti-eroi». Figure che, sottolinea Domenicali, «appartengono all’agonismo e che, nel contempo, sanno rappresentare valori universali, in modo da rendere più appetibile la nostra piattaforma a partner presenti e futuri. Qualcosa che faccia innamorare chiunque. Quando affermiamo “We race as one” lanciamo un messaggio al quale credo molto, fa capire ai giovani che le corse non stanno in un mondo a parte ma sono parte anche del loro mondo».
Il pensiero, quando si parla di attivismo, va immediatamente a Lewis Hamilton. Ma, secondo Domenicali, è importante che ciascun pilota «comprenda l’importanza del proprio ruolo non solo come professionista, ma come uomo che ha a cuore ciò che gli sta attorno». Questo senza sminuire l'importanza di realtà come la Ferrari, che, ci tiene a sottolineare Domenicali, «interessa l’intera platea sportiva, me compreso». E del team che è stato la sua casa per 23 anni il CEO della F1 dice: «Vedo un’azienda alla ricerca di una stabilità che possa garantire competitività. Non ho nulla da consigliare al mio amico Mattia Binotto. In Ferrari si tratta di rimanere concentrati sulle priorità senza farsi distrarre dall’enorme pressione che ti circonda».
Ma a tenere banco in questi giorni è la decisione di congelare lo sviluppo dei motori a partire dall stagione 2022. Che Domenicali commenta così: «Il livello tecnologico delle power unit è stellare, unico al mondo. Serve pensare alla sostenibilità. Una azienda non affronta un progetto se non sono chiari costi e ritorni sull’investimento, atteggiamento che in F1 non è mai esistito. Ci siamo detti: risparmiamo su fronti meno rilevanti per rilanciare nuovi sviluppi, per consentire ai team di sopravvivere e ad altre aziende di entrare in gioco, senza perdere fascino». Si cercherà, insomma, di trovare soluzioni per i motori in arrivo nel 2025 che attraggano anche chi in F1 oggi non c'è. Ed è lo stesso ragionamento, trasposto però sul pubblico, che la F1 sta applicando al format di gara. Con la possibile sperimentazione delle sprint race e di altre soluzioni, ma senza stravolgimenti .«Il dna della F1 non cambia ma è giusto corrispondere un’aspettativa».