Daniel Ricciardo: un Campione annunciato (da Marco Zecchi)

Daniel Ricciardo: un Campione annunciato (da Marco Zecchi)
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Marco Zecchi, conosciutissimo in F1 visto che ha lavorato alla Ferrari all’epoca Fiorio, è uno di quelli che ha scommesso per primo sul talento del giovane Daniel Ricciardo |<i> P. Ciccarone</i>
21 novembre 2014

Per chi bazzica l’ambiente il nome di Marco Zecchi è conosciutissimo visto che ha lavorato alla Ferrari all’epoca Fiorio e poi ha maturato esperienze ad altissimo livello in varie categorie. Marco è uno che ha la vista lunga e quando, qualche anno fa, si trovò per caso in Australia e vide a una gara kart tale Daniel Ricciardo giocarsela bene, si convinse che andava sperimentato a fondo il concetto che prima si fa un test e poi decidiamo.

 

Vincere con i kart in Australia non fa di un pilota un campione...

«Beh sì, è vero – dice Zecchi che ora lavora ad Abu Dhabi – vincere coi kart in Australia non significava assolutamente niente, il livello era scarso, mica era l’Italia dove bazzicano più campioni. Decisi di farmi carico di questo ragazzotto e dopo aver firmato un accordo con la F.BMW cominciammo a girare le piste asiatiche. Daniel aveva numeri, ne ero convinto. Mi ricordo che a Kuala Lumpur, era il 2005 mi pare, una gara di contorno alla F.1 era la F.BMW. Si correva col bagnato intenso, Daniel partiva dal fondo dello schieramento, ebbe problemi in prova.

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Marco Zecchi è stato uno dei primi a scomettere sul talento di Daniel Ricciardo

 

«Io avevo parlato con Helmut Marko per convincerlo a seguire la corsa di Ricciardo. Helmut mi derise, vedo il tuo pilotino in fondo alla griglia, mica male per cominciare… Gli risposi di starsene calmo che iniziava lo show. Infatti Daniel recuperò posizioni su posizioni, il clima tremendo, acqua da tutte le parti e a fine corsa Marko mi disse: ok, lo metto sotto contratto, mi sembra buono, e fu così che partimmo per l’Europa e la F.Renaul con un team che costava poco. In quell’epoca vidi anche Bottas, volevo mettere sotto contratto anche lui, ma non ci riuscii».

 

Peccato che poi la carriera di Ricciardo sia proseguita senza la tua presenza, cosa era successo?

«Nulla di che, la Red Bull, firmando il contratto, chiese se ci fosse un manager, io potevo mettere il mio nome sul contratto, non lo feci anche perché il padre di Daniel operò in maniera diversa e la storia è finita così. Però sono orgoglioso di aver visto bene e sono pronto a dire che Ricciardo diventerà campione del mondo, non so con che macchina, ma lo farà di sicuro. Ha il grosso pregio di andare forte, di essere un campione ma non se la tira per niente, è sempre disponibile con tutti. Sta dimostrando che si può essere veloci senza essere musoni o, passatemi il termine, stronzo con gli altri. E su questo ci metto la mano che Ricciardo stupirà ancora, magari se venisse lui alla Ferrari sarebbe un ottimo trascinatore di folle, mica un frigorifero qualunque come ne girano tanti in F.1».

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