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Charles Leclerc ha un altro grande amore oltre alla Formula 1, quello per la musica. Il monegasco della Ferrari è un abile pianista, e non di rado mostra le sue capacità su Instagram. Ma Charles si è spinto oltre, pubblicando un suo brano. AUS23 (1:1) – questo è il nome della traccia – rappresenta un modo per superare la delusione per la gara di Melbourne, praticamente terminata ancora prima che cominciasse. Un’introspezione che ha suscitato l’interesse del pubblico, visto che la canzone è entrata nella top ten mondiale dei brani più ascoltati su iTunes.
Leclerc non è l’unico pilota di Formula 1 ad avere una passione per la musica. Lewis Hamilton, utilizzando lo pseudonimo XNDA, ha persino registrato un brano in collaborazione con Christina Aguilera, Pipe, nel 2018. Lo ha rivelato solo due anni più tardi, spiegando di aver scritto e registrato brani per un decennio buono, prima di avere il coraggio di rivelare la sua identità segreta. La musica, aveva spiegato Hamilton ai tempi, per lui è molto più di un passatempo: lo aiuta a superare i momenti difficili. E in questo Leclerc e Hamilton sembrano spiriti affini.
Qualcuno, però, è andato ben oltre una singola traccia. Dopo aver imparato a suonare la chitarra per passare il tempo nelle lunghe trasferte della Formula 1 a metà anni Novanta, Jacques Villeneuve un decennio dopo fece un passo ulteriore, pubblicando nel 2007 il suo primo disco, Private Paradise. Tra i 13 brani del CD figurava anche una traccia dedicata a suo padre Gilles, Father. Un toccante tributo a una leggenda, che, però, non ha fatto da traino al disco. Private Paradise, infatti, vendette poche copie.
Non ebbe tragicamente tempo di convogliare la sua passione per la musica in un disco, come d’altronde di dimostrare appieno le sue immense doti da pilota, ma di Elio De Angelis pianista rimane un’immagine che ha fatto storia. In Sudafrica, nel 1982, i piloti, furibondi per l’introduzione della superlicenza, con clausole che avrebbero impedito loro di cambiare team nel corso della stagione e di gestire in maniera autonoma la propria carriera, decisero di far passare un messaggio forte, scioperando. Nel clima cameratesco dell’occupazione del Sunnyside Park Hotel risuonarono le note di un pianoforte. Era Elio De Angelis, la parte gentile della sommossa.
Se De Angelis, proveniente da una facoltosa famiglia romana, aveva iniziato a suonare il pianoforte come hobby, per Adrian Sutil approcciarsi a questo strumento deve essere venuto naturale, visto che i suoi genitori sono entrambi musicisti. Papà Jorge, violinista uruguaiano, dopo essersi trasferito in Germania grazie a una borsa di studio conobbe la madre di Adrian, Monika, una pianista. Come era naturale che fosse, il piccolo Adrian cominciò sin da piccolo a suonare, e a dodici anni si esibiva già sul palcoscenico. La passione per il motorsport avrebbe prevalso, ma ad Adrian rimase il soprannome “il pianista”. Corsi e ricorsi storici, che dimostrano come la musica e la F1 vadano a braccetto più di quanto si possa pensare.