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C’è chi crede ardentemente nel potere della manifestazione, la capacità di focalizzare tutte le proprie energie e i pensieri su un obiettivo, visualizzandolo in modo talmente nitido da farlo diventare concreto, reale. La manifestazione di Charles Leclerc, 23 anni oggi, non nasce dalla sua forte determinazione, ma da una bugia detta a fin di bene. Nel giugno del 2017, poco prima che suo padre Hervé morisse, Charles gli disse che aveva firmato un contratto per correre in Formula 1. Non era vero: era molto vicino a farlo, ma non era ancora successo. Era una menzogna frutto dell’amore incommensurabile di un figlio verso il padre, della volontà di farlo felice prima che un destino crudele glielo strappasse via per sempre.
Mamma Pascale si arrabbiò con Charles: non era giusto, a suo avviso, raccontare una cosa non vera al marito, anche se il tempo per lui era arrivato inevitabilmente agli sgoccioli. Quello di vedere Charles in Formula 1 era il grande sogno di Hervé, e Charles ha voluto regalarglielo, anche se non si era ancora concretizzato. Ma il desiderio di Hervé e di Charles si era già manifestato, con tutta la forza e l’energia di un rapporto indissolubile nonostante le avversità, cresciuto ancora di più con la complicità nei giorni passati sulla pista di kart della famiglia di Jules Bianchi, un’altra figura chiave nella vita di Charles scomparsa troppo presto.
A proiettare Charles verso un’ascesa vertiginosa, però, non è stato solo l’amore per papà Hervé, ma anche un talento straordinario. Un talento elegante, meno chiassoso rispetto a quello del suo grande rivale Verstappen, ma non per questo meno devastante. Ed eleganti sono anche i suoi modi fuori dalla pista, garbati come quelli di un principe. Una volta indossato il casco, però, diventa una belva. Capace non solo di beffare gli avversari, ma pure di incavolarsi come una biscia con il muretto quando le cose vanno male. Sono i modi tirannici del campione in erba, solo parzialmente stemperati dalle scuse con occhi da cerbiatto nel post gara.
La prova difficile per Leclerc, però, sta arrivando ora. Coccolato e protetto da un management di ferro, amatissimo dai fan della Ferrari sin da subito, Charles deve prendersi sulle spalle una Rossa capace solamente di navigare a vista in una burrasca avvilente. Blindato fino al 2024, con un contratto più da calciatore che da pilota per lunghezza, Leclerc è volente o nolente il futuro della Ferrari. Avvenire inevitabilmente nebuloso, molto probabilmente molto diverso da quello che si sarebbe immaginato l’anno scorso. Ma se c’è qualcuno che ha saputo rinascere dalle proprie ceneri dopo prove durissime, quello è Charles.
Il grande sogno di papà Hervé, oltre a quello dell’approdo del figlio in F1, era vederlo campione del mondo. Lo stesso obiettivo che aveva anche Jules, padrino di Charles. Bianchi era destinato ad arrivare in Ferrari, ma una tremenda sorte l’ha atteso e ghermito sotto la pioggia di Suzuka. Leclerc ha continuato la strada lasciata tragicamente a metà da Jules, approdando dove sarebbe dovuto essere il suo amico. Ma la storia è solo all’inizio: per chiudere veramente il cerchio, serve il titolo mondiale. Non sappiamo quale sia il vero potere della manifestazione, ma siamo sicuri che tutte le energie di Charles siano focalizzate su quell’immagine trionfante. Non solo per realizzarsi appieno, ma anche per coronare il sogno di papà Hervé e di Jules.