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È entrato nella storia della F.1 ungherese e ci è rimasto per essere stato il primo pilota della sua nazione a correre nella massima categoria e per essere pure riuscito a segnare un punto iridato, nel GP Usa del 2004. Per Zsolt Baumgartner si tratta del passato che a tratti sembra dimenticare: “Sì è vero, sono stato il primo ungherese in F.1 e ho pure segnato punti, ma non mi pare di aver fatto niente di particolare, perché non ho corso e ottenuto i risultati che volevo e speravo, per cui è solo un fatto statistico”.
Decisamente sovrappeso rispetto ai tempi in cui correva in macchina con Jordan e Minardi, scuderia con la quale ha disputato tutta la stagione 2004 con piazzamenti discreti, culminati in quell’ottavo posto, che a quel tempo era l’ultimo utile per segnare punti prima che si allargasse la classifica ai primi dieci:”E’ stato un grande momento perché con la Minardi eravamo una piccola squadra che lottava contro i grandi, era molto difficile emergere contro i colossi che a quel tempo erano Ferrari, McLaren, Renault, gente di un altro pianeta con budget decisamente più elevati del nostro”. Che rapporti hai ancora con Minardi? “Con Giancarlo ho ottimi rapporti, è stato Stoddart a scegliere altri piloti per il 2005 quando sono tornato alla Jordan a fare il collaudatore, anche se poi si è girato davvero poco. Giancarlo mi chiama e mi invita al Minardi Day, gli farebbe piacere vedermi. Prometto che ci andrò alla prima occasione”.
Oggi Baumgartner ha cambiato totalmente vita, si occupa di agricoltura e prodotti biologici, mentre ha conservato le sue concessionarie auto, alcune anche Renault: “Guarda, il mercato auto è letteralmente impazzito. Impongono l’elettrico ma in Ungheria non le comprano, è difficile fare pianificazione e il business si sta spegnendo. Diverso invece il discorso sulla bioagricoltura e allevamenti. Allevo maiali che vendo in Italia, ho accordi con aziende friulane e spesso sono a Palmanova. Vendo anche 700 animali all’anno, una bella cifra. Con l’Italia ho ottimi rapporti commerciali e umani”. Ma la voglia di tornare a correre non viene? La curiosità di guidare queste F.1? “Sono una cosa completamente diversa da quelle dei miei tempi. Sono complicate e difficili da capire, un’altra F.1 senza dubbio. Correre? No, adesso non ho più voglia e anche perché non saprei dove andare a correre, ho molti impegni con le mie aziende, diciamo che sono appagato e contento di quello che faccio ora”. Rammarichi? “Beh, fanno parte della vita. Sono stato fortunato ad arrivare in F.1 (ha debuttato proprio nel GP Ungheria del 2003 per sostituire Firman sulla Jordan dopo un incidente in prova, ndr), ho corso con i più grandi campioni come Schumacher, Raikkonen, Alonso, sono stato il primo ungherese a debuttare e a fare dei punti. Sono contento sotto questo aspetto, ma la mia vita è ormai altro”.